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“The
light will find you”.
Quando
Luxanna Crownguard si sentiva insicura sulle decisioni da prendere,
aveva sempre un posto dove andare: si trattava di una collina, sopra
elevata rispetto all'intera Capitale, dalla quale poteva vedere ogni
cosa. Da quell'altezza, le persone sembravano tante minuscole
formiche, gli edifici non apparivano così imponenti e
maestosi, ma,
cosa molto più importante, regnava il silenzio.
Per
raggiungere il luogo ci voleva un bel po' di dimestichezza
nell'arrampicata, ma una volta lì, tutti i problemi
sembravano
sparire. Era un posto incantevole, con un manto di prato verde,
cespugli di fiori selvaggi e una schiera di alberi alti, di cui
Luxanna non conosceva il nome.
-
Se solo potessi ascoltarmi, madre... - disse, guardando un punto
indefinito del paesaggio mozzafiato. - Lord Dominick è morto
e,
adesso, posso essere me stessa! Ma come faccio a dire la
verità,
come posso rivelare a Garen la mia vera natura? -
L'abito
nero che indossava, segno di lutto, iniziò a svolazzare: il
vento
soffiava abbastanza forte da farle lacrimare anche gli occhi.
-
Perché non provate a fidarvi un po' più di lui? -
La
giovane Crownguard sobbalzò: suo fratello era riuscito a
trovarla,
oltre a sentire il suo stupido monologo da adolescente malinconica.
Si
voltò e lo guardò, con gli occhi lucidi. Giorno
dopo giorno, Garen
assumeva quell'aria da comandante, fredda e calcolatrice, un
atteggiamento che la faceva allontanare. Indossava la sua armatura
lucente, ancora di più sotto ai raggi di quel sole malato,
aveva i
capelli castani scuri tutti scompigliati.
-
Cosa dovete dirmi? - incalzò, una volta avvicinatosi.
Poggiò le
mani callose sulle sue spalle minute e la guardò dritto
negli occhi:
- Sono ancora vostro fratello, ogni vostro segreto sarà mio,
come è
sempre stato e nessuno lo saprà. Vi difenderò
sempre, in ogni
occasione. -
-
Per questo motivo non avete preso le mie parti, quando nostro padre
decise di rendermi l'infanzia un inferno? -
Garen
sospirò, aprì la bocca per ribattere, ma Luxanna
fu più veloce: si
liberò dalla presa sicura delle sue mani, si
allontanò e si
avvicinò al ciglio della collina, dandogli le spalle.
Stava
singhiozzando, in quel momento si sentiva più fragile del
solito,
tuttavia, quando Garen le si accostò, prendendola nuovamente
per la
spalla, disse: - Andiamo in cortile. Sfidatemi, vi farò
vedere ciò
di cui sono capace -.
-
Ma, Lux! - esclamò, rendendosi subito conto che non l'aveva
chiamata
con quel nomignolo da tanto tempo. - L'ultima volta che abbiamo
duellato, siete scoppiata in lacrime e... -
-
Sono cresciuta - rispose, ma ricordava con precisione ciò
che era
accaduto ed il motivo del loro confronto.
***
Era
un noioso pomeriggio d'estate, Garen e Luxanna stavano in panciolle
sulle poltrone comode del loro giardino, a riposarsi dopo aver
giocato per metà giornata a nascondino con Lady Elizabeth.
Lord
Dominick non era in casa, era stato convocato ad una riunione del
Consiglio, alla quale non poteva assolutamente mancare.
-
Pensi che nostro padre tornerà presto? - domandò
il piccolo Garen,
con gli occhioni pieni di speranza. Purtroppo, Lord Dominick non era
mai stato molto presente, a causa della sua carica di Comandante
dell'esercito di Demacia, tuttavia Lady Elizabeth era abbastanza
brava da cercare di “attutire” questo vuoto.
Luxanna
alzò le spalle. Il Lord suo padre era alquanto severo nei
suoi
confronti e, difficilmente, la lodava o le dimostrava affetto.
Un
rumore di passi alle loro spalle, fece voltare entrambi i bambini e,
chi videro, con grande sorpresa di Garen, se non Lord Dominick in
persona?
Sembrava
felice per una buona volta e, la stessa Luxanna, non poté
fare a
meno di constatare che, quando era sorridente, suo padre era davvero
affascinante.
Garen
corse giù dalla poltrona e gli andò incontro, a
braccia aperte. -
Padre! - urlò, pieno di felicità.
Luxanna
si avvicinò timidamente e, una volta che il Lord avesse
smesso di
salutare suo figlio, anche lei ebbe la sua fetta di attenzioni.
Ancora
inginocchiato a salutare i suoi bambini, Lord Dominick cercò
con la
mano libera un sacco di stoffa, che destò la
curiosità di Luxanna e
Garen.
-
Allora... - iniziò, frugando nella sacca, - Questa
è per Garen -.
Gli
porse una meravigliosa, spada di legno intagliato, con il manico
dettagliatamente decorato. Al bambino luccicarono gli occhi dalla
felicità, la prese con mani tremanti e iniziò a
tirare fendenti
all'aria, in maniera un po' a casaccio.
-
Grazie, padre! - e gli stampò un tenero bacio sulla guancia.
Lord
Dominick guardò Luxanna attentamente: era il suo turno. Non
perse
tanto tempo nel prendere l'oggetto che aveva pensato di regalare alla
bambina e, quando glielo porse, lei lo guardò stupita.
Ora,
bisogna precisare che, a quei tempi, Luxanna non sapeva niente di
magia, ne le interessava più di tanto: si limitava a
guardare Garen
giocare a far finta di “duellare” con Fiora
Laurent, pertanto il
suo desiderio era ricevere una spada di legno, per poter prendere
parte ai giochi. Tuttavia, ciò che suo padre le stava
offrendo era
uno strano bastone, anzi, più che un bastone, era una
bacchetta, dal
manico semplice e dalle estremità riccamente adornate, con
dettagli
simili a delle torce spente.
Luxanna
prese l'oggetto tra le mani, si limitò a ringraziare e
raggiunse
Garen, che già si stava allenando nel cortile, colpendo
selvaggiamente un manichino di stoffa.
-
Voglio la tua spada! - esclamò.
Garen
si interruppe, osservò l'oggetto tra le mani della sorella e
scoppiò
a ridere: - E così vorresti la mia spada, eh? Bene! - fece
una
pausa, poi continuò: - Se la vuoi così tanto ti
accontenterò, ma
ti dovrai battere con quel... Bastone. -
***
-
Quel... Bastone? - domandò Garen, una volta giunti nel
grigio
cortile della loro splendida casa.
Luxanna
sorrise, prendendo con entrambe le mani la sua bacchetta. -
Ultimamente, ho scoperto tante cose, Garen - disse. - Anche se non
capisco il motivo per cui nostro padre abbia deciso di regalarmi
questa bacchetta... Che sapesse della mia vera natura? -
Garen
scosse la testa, non riusciva a capire cosa stesse dicendo sua
sorella. - Io... Prima di cominciare, devo dirvi una cosa molto
importante -.
Ma
la fanciulla non aveva intenzione di aspettare così tanto
tempo,
perciò lanciò un primo incantesimo, che Garen non
riuscì nemmeno a
percepire: era stato accecato da un bagliore luminoso e, adesso,
Luxanna si trovava proprio dietro di lui. Si domandò come
avesse
fatto.
-
Come...? - rimase immobile, con la spada ancora in pugno, e vide la
bacchetta illuminata da una strana e potentissima aura.
-
Sono qui, Garen! -
Il
ragazzo si rese conto che quello era solo un riflesso, uno
“specchio
di luce”, che ritraeva esattamente sua sorella. Non si era
mai
spostata ed era sempre stata davanti a lui, adesso con le mani sui
fianchi ed un enorme sorriso stampato sulle labbra. - Ricordi,
quando, da bambina, ero riuscita a superare la fobia del buio? -
Garen
annuì, ma tentò di interromperla di nuovo. Le si
avvicinò
bruscamente, ma un altro bagliore lucente lo colpì e lo
bloccò in
una gabbia, che gli impediva qualsiasi movimento.
-
Lux, per l'amor di Demacia, mi volete dire che sta succedendo? -
Luxanna
rimase in silenzio, poi si decise a parlare: - Ero riuscita a trovare
una soluzione grazie alla magia, Garen! E guarda caso, posseggo
proprio quelli della luce! - fece una pausa, ma fu interrotta subito,
perché scoppiò a piangere: - Ero solo una
bambina! Ti rendi conto?
Ho avuto paura del buio, ho avuto paura di usare la magia, per colpa
vostra e di nostro padre! -
Garen
non si era mai sentito così colpevole come in quel momento.
Finalmente, l'effetto dell'incantesimo era finito e poté
muoversi,
la raggiunse, la abbracciò e le sussurrò: - Mi
dispiace -, mentre
la ragazza si scioglieva in un pianto liberatorio.
-
Cosa dovevate dirmi? - domandò Luxanna, una volta che si
asciugò le
lacrime.
Garen
guardò le nuvole grigie che costellavano il cielo: - Presto
verranno
celebrate le mie nozze con Fiora Laurent - poi, senza accorgersi
dell'espressione scioccata di sua sorella, aggiunse: - Adesso,
più
che mai, ho bisogno del vostro aiuto, Lux. Ho bisogno che veniate
insieme a me alla Cittadella dell'Alba, convincerò il re
Jarvan a
convocare un Consiglio -.
-
Perché? - Lux riuscì a chiedergli.
-
Perché Ionia è in pericolo, perché
Demacia ha bisogno di più
maghi e spie che collaborino con l'esercito -.
Luxanna
scosse ancora una volta il capo. - Non capisco, che cosa avete in
mente? -
Finalmente,
la guardò. - Viste le tue doti magiche, ho deciso di
mandarvi a
Noxus, come infiltrata -
-
Cosa? - esclamò, completamente stupita da quella
rivelazione. Non si
sentiva, certamente, in grado di affrontare una missione di quel
calibro.
-
Sì, Lux. La notizia del mio matrimonio si
spargerà presto in tutta
Valoran e sarà allora che Noxus invaderà Ionia,
quando nessuno di
noi sarà preparato, ma non ne sono sicuro.
Perciò, voglio che
andiate la, a scoprire cosa stanno tramando, vi darò i
dettagli
della missione una volta ottenuto il consenso del re-.
-
Fiora Laurent, uh? - fu la risposta sarcastica di Luxanna, poi,
insieme al fratello, si avviò verso la Cittadella dell'Alba.
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