My friend who came back

di Inveterate Dreamer
(/viewuser.php?uid=876428)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


My friend who came back


Martino riesce a pensare solo ad una cosa:

“Non è possibile”.

Non era possibile, non era ammissibile, che Gonff fosse morto.
Non per colpa di una stupida cascata.
Non quando erano già arrivati così lontano nella loro ricerca per Salamandastron.
Non quando era da così poco tempo che si conoscevano.

Un altro pensiero gli attraversa la mente e, se possibile, è ancora peggiore del primo:

“Cosa dirò a Colombina?”.

Dove avrebbe trovato il coraggio di guardare la topolina negli occhi e dirle che Gonff, il suo dolce, coraggioso e spiritoso Gonff, non sarebbe più tornato?
Come avrebbe fatto a farle accettare che mai più avrebbe sentito la sua risata, mai più le sarebbe stata dedicata una canzone, mai più avrebbero avuto occasione di confessare ciò che era ovvio a tutto il bosco?
Come, se neanche lui aveva ancora assimilato la terribile notizia?

“Mai più. Mai più mai più mai più. Niente più Gonff, niente più Principe dei Topi Ladri. Mai più. Niente più poesie, niente più flauto, niente più risate. Maipiùmaipiùmaipiù”.

La Montagna dei pipistrelli è buia per sua natura, ma Martino sa che se ci fosse Gonff lì con lui a sorridere, diventerebbe più luminosa del sole.
 
***
 
Martino riesce a pensare solo una cosa:

“Vivo. È vivo. Gonff è ancora vivo”.

Non è sicuro di essere mai stato così felice, eccetto forse che con Rosa.
Ma Rosa è morta molto tempo fa – maipiùmaipiùmaipiù – mentre Gonff è vivo – ancoraancoraancora – e Martino ora non ha più paura di tornare a Fiormuschiato.

Con Gonff al suo fianco, niente lo può fermare e la tribù di rospi non è che una bazzecola.






 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3641062