Yato & Yukine fluff moments

di RagazzaPigra
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Yukine imprecò per la terza volta nel giro di dieci minuti,
“Merda”
Yato lo vide stringere i pugni e sbattere da testa sul quaderno aperto sopra il piccolo tavolo.
“Ehi moccioso, chi ti ha insegnato quelle brutte parole?”
Yukine neanche si voltò a guardarlo,
“Tu le dici sempre, scemo”
“AHHH?Quale strumento divino parlerebbe così al proprio padrone?”
Questa volta Yukine volse lo sguardo verso il Dio
“Qualunque persona che avesse avuto a che fare con te!”
“Tsk, che ingrato”
La discussione si interruppe al vibrare del cellulare del Dio delle calamità, era un messaggio da Iki Hiyori abbastanza per permettere a Yato di fregarsene del suo piccolo compagno di stanza.
Peccato che il messaggio fosse proprio per Yukine:


Scusa Yato, puoi dire a Yukine che oggi non potrò venire per la lezione bi settimanale, sono piena di verifiche. Grazie Hiyori
Ps: Digli di fare tutti i compiti o se la vedrà con me.


“Oi, Yukine” richiamò la sua attenzione uno Yato per niente entusiasta,
“Uhm, ci hanno chiamato per un lavoro?” chiese il biondino quasi felice di potersi staccare da quei maledetti compiti.
“Nope, Hiyori ha detto che non verrà oggi” lo informò semplicemente
“Cosa?! Ma...io cosa diavolo dovrei fare?” mormorò il ragazzino arrivando quasi a strapparsi i capelli.
“ Datti una calmata, non esisti solo tu, ha degli esami da fare”
“Da che pulpito! Anche io ho delle cose da fare!”
“Del tipo?”
“Badare a te”
Il Dio fu veloce a prenderlo per il colletto della maglia e a sollevarlo alla sua altezza,
“Che hai detto moccioso?”
“Ho detto che non sai badare a te stesso, figurasi occuparti degli altri” disse il ragazzo non riuscendo però a guardarlo negli occhi, finendo inesorabilmente per abbassare lo sguardo.
Era un'accusa bella e buona e questo Yato lo aveva capito subito.
“ Ti do una delucidazione ragazzino:io non sono obbligato ad occuparmi di te, né ad essere gentile, né a librarti nel caso tu voglia andartene, mi hai capito? Tu al contrario sei obbligato ad obbedirmi, è così che funziona, non sono il padre di nessuno... Mettiamolo in chiaro”
Fortunatamente per il loro rapporto non disse nulla di tutto questo, anche perché non aveva nessuna intenzione di essere punto di nuovo e ancora meno di vedere il cuore di Yukine spezzarsi davanti ai suoi occhi.
“Forza fammi vedere quei maledetti compiti” sbuffò, invece, rimettendolo giù.
“Non credo proprio che tu riesca a farli...” lo avvisò lo strumento divino
“per chi mi hai preso? da qua.”
Ci impiegò neanche trenta secondi per finire l'esercizio che lui aveva provato a fare nell'ultima ora e, per lo più, lo risolse correttamente.
“C-come accidenti hai fatto?”
“Hai sbagliato il doppio prodotto, nanetto”
Yukine si sforzò di ignorare l'ultimo insulto alla sua altezza, per poi concentrarsi su quello che aveva detto il suo padrone.
“Doppio che?”
La spiegazione di Yato fu stranamente chiara e in poco tempo risolse tutti i compiti assegnategli da Hiyori.
“Dì, vuoi continuare, te la faccio io la lezione di oggi?”
Yukine arrossì voltando la testa dall'altra parte,
“D'accordo”
Continuarono fino a tarda sera, finché sentirono la Dea della sfortuna chiamarli per la cena.
Una volta che Daikoku costrinse Yato a lavare i piatti e Yukine si offrì di sparecchiare, i due poterono tornare in soffitta.
“Uff, Daikoku è un dittatore” si lamentò Yato preparando il futon per la notte.
“Ci sta aiutando, ti ricordo” gli fece notare il biondino imitandolo.
Il Dio si tolse la tuta rimanendo in boxer e canottiera, mentre Yukine si affrettò ad indossare il pigiama.
Yato ripose la giacca della tuta proprio in mezzo ai due futon, Yukine non aveva mai capito perché la mettesse proprio lì ogni volta e non gli importava.
Appena Yukine si fu addormentato, Yato, spense la luce e la stanza piombò nell'oscurità.
Osservò Yukine muoversi nel sonno fino a prendere la sua giacca e abbracciarla tenendola stretta al petto.
Sorrise e tornò a distendersi, non prima di aver allungato la mano per carezzargli la testa.
“Buonanotte marmocchio”




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