Yato & Yukine fluff moments

di RagazzaPigra
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Rating:Arancione

 

 

Riesco ancora a vedere la luna alta nel cielo, poi qualcuno chiude la cassa e non capisco più niente.

Posso avvertire la terra gettata sopra di me e il camion del cemento che si avvicina, papà lo guida spesso quel camion: è il suo lavoro.

Sento l'oscurità, il buio, la notte; Tutti addosso, così vicini ed insormontabili.

Sbatto forte le mani contro la cassa, la artiglio con le unghie che finiscono in mille pezzi, il sangue che cola lungo le dita neanche lo sento, né avverto il dolore.

Continuo finché non ho più unghie e allora sfrego con la carne nuda su quella maledetta scatola, lasciando numerose scie di sangue sulla parete sopra di me.

“PAPA'!” provo a gridare, ma sento solo il cigolio familiare del contenitore del cemento pronto a scaricarsi.

“Papa, non lasciarmi qui! Mi dispiace, ti prego!”

E il cemento cola e si solidifica e io resto da solo con me stesso, in quel buio assoluto e senza via di scampo.

“Papà...ti prego” imploro in un urlo soffocato dalle lacrime,

“Yukine!”

Apro gli occhi di scatto trovandomi immediatamente le iridi azzurre Yato davanti a me.

“Y-ato?”

Mi stringe in un abbraccio confortante e io non capisco perché, non ricordo assolutamente niente, ma avverto comunque un certo senso di smarrimento e di paura.

Allora mi lascio andare tra le sue braccia e scoppio il lacrime.

“M-mi dispiace”

“Shhh”

Sento la sua mano sulla mia schiena che sale e scende, mi ci vuole un po', ma alla fine mi tranquillizzo.

Mi stacco anche se a malincuore, mi cola un po' di bava e un po' di muco, ma non ci faccio caso.

“Che ore sono?”

Lui si alza e accende la luce,

“le quattro di mattina” mi informa

Faccio un minimo di calcoli per poi realizzare che non ho scuse per non rimettermi a dormire.

Non voglio, ho paura.

Yato spegne nuovamente la luce ed io cingo le ginocchia avvicinandole al petto restando fermo sopra al futon.

Osservo distrattamente le foglie cadere, spinte da quella fredda brezza autunnale, non ci sono ne luna ne stelle, fuori è tutto avvolto delle tenebre.

Yato si corica sotto le coperte e io mi convinco che rimarrò sveglio in quella posizione fino all'alba.

Non c'è un buio assoluto, infatti una piccola luce attaccata alla presa della corrente rilascia una leggera luminescenza azzurina,

Yato l'aveva comprata giusto la settimana prima.

“Oi Yukine, vuoi venire a dormire si o no?”

Lo guardo sbalordito mentre alza parte del piumone come un chiaro invito a raggiungerlo.

Mi avvicino a gattoni, un po' esitante e poi mi infilo sotto con lui.

“Sei sicuro?”

“Direi, hai fatto a pezzi il tuo letto...”

Volgo lo sguardo al mio giaciglio e, in effetti, lo vedo squarciato in più punti.

Deglutisco e mi avvicino maggiormente a Yato che non mi rifiuta, anzi mi cinge nuovamente tra le sue braccia.

“Notte Yukine”

“Grazie per avermi salvato, Yato-san” penso tra me e me, ignorando il fatto che Yato ha sentito proprio tutto.





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