Le note del dolore
Lo sciabordio del mare risuonava
tutt’intorno coprendo il
verso dei gabbiani. La superficie blu intenso del mare brillava di
riflessi
argentati dovuti alla luce del sole. Ogni tanto qualche pesce balzava
fuori
dall’acqua, le scaglie trasparenti illuminate dai raggi
creavano effetti d’ombra.
Una giovane donna si sedette sulla
riva del mare, osservando
la schiuma prodotta dalle onde che s’infrangevano sulla
battigia. Alcuni
schizzi candidi si riversavano sulla sabbia dorata, inumidendola e
scurendola.
Il vento faceva ondeggiare i lunghi boccoli ramati della ragazza. I
veli
azzurri che decoravano il suo lungo abito blu notte si gonfiavano e si
sgonfiavano, accarezzandole la pelle delle gambe. Le perline che
decoravano il
vestito si colpivano tra loro dando vita a dei bassissimi tintinnii.
La giovane udì dei passi
provenire da dietro di lei,
rabbrividì e si strinse le spalle con le braccia incrociate,
premendo sui seni
prosperosi.
“Seth, alla fine sei
venuto” sussurrò con voce roca.
Seth socchiuse gli occhi, i lunghi
capelli grigi, tinti di
blu sulle punte, gli ondeggiavano intorno al viso. Si mise una ciocca
dietro l’orecchio
destro. I suoi piedi affondavano nella sabbia.
“Sophie, non potevo non
venire” rispose. La larga felpa nera
gli ricadeva sul corpo pallido e la stoffa ripiegata su se stessa
ondeggiava a
ogni suo passo, le costole gli premevano contro la pelle nivea.
Sophie giocherellò con la
perla d’argento che le decorava il
braccialetto.
< Questo è il
regalo che mi hai fatto per il mio primo
concerto, chissà se te lo ricordi > pensò.
“Non ero sicura che saresti
venuto, visto che domani
partirai”. Una lacrima le rigò il viso, le gote
erano leggermente arrosate.
Il verso di un gabbiano si fece
più acuto, mischiandosi al
fruscio del vento.
Seth si sporse e le
appoggiò il mento sulla spalla scoperta,
accarezzandole la porzione di pelle che lo spacco del vestito lasciava
scoperta
sulla schiena. Le accarezzò la guancia liscia, la sua pelle
lattea faceva
contrasto con quella rosea di lei.
“Non pensiamoci adesso.
Quest’oggi ci siamo solo io e te”
disse Seth. Abbassò la mano e prese quella affusolata di lei
nella propria,
intrecciando le loro dita. Sotto i suoi polpastrelli c’erano
i calli causati
dal pianoforte, mentre la mano di lei aveva i calli dovuti
all’uso dell’archetto
del violino.
Il sole colpiva il viso di entrambi,
arrossandolo e
accaldandolo.
Sophie si sfilò le
ballerine senza utilizzare le mani e
infilò i piedi nella sabbia e allungò le gambe.
Le onde le lambirono le dita,
solleticandole l’alluce sinistro, e la sabbia umida le
aderì alla pelle. Sophie
strinse a sua volta la mano dell’altro giovane. Seth
rialzò il capo e le si
affiancò, le mise l’altra mano sulla spalla e la
spinse delicatamente,
facendola stendere a faccia in su. Granelli di sabbia
s’insinuarono tra i
capelli di lei. Il respiro della giovane si fece accelerato, mentre il
suo
petto si alzava e abbassava in modo irregolare, facendole fremere i
seni.
Le iridi di Seth si fecero liquide,
il giovane chiuse gli
occhi e la baciò. Premette sulle labbra piene di lei,
sporcando le proprie con
il rossetto rosso carminio della ragazza. Sophie ricambiò al
bacio, con un
mugolio di piacere. Seth si staccò da lei, le pupille
dilatate, il fiato mozzato.
Un’altra lacrima
rigò il viso di Sophie, che si deterse le
labbra con la lingua.
“Sappi
che colui che chiede
pochi baci è quello che sa contarli… ed io, con
te, voglio perdere il conto,
mentre mi perdo nei tuoi occhi” le disse con voce calda Seth.
“La musica ci ha unito e la
musica ci divide. Mi penserai
dall’accademia?” domandò Sophie.
“Sì.
Però ora dammi i baci che mi permetteranno di andare
avanti fino al giorno in cui ci ricongiungeremo” la
supplicò Seth. Arcuò la
schiena e le baciò la spalla, ripetutamente, risalendo fino
al collo della
giovane. I capelli vermigli di lei gli solleticarono il naso. Le gote
di
Sophie, puntellate di efelidi, divennero di un rosso acceso.
“Ogni bacio
corrisponderà a una nota, ogni nota a un
secondo, ogni secondo accorcerà il tempo che sei
via” mormorò Sophie.