ReggaeFamily
Nell'Incubo
Sono
appoggiata su un basso muretto di cemento insieme alla mia amica
Patrizia. Stiamo aspettando il suo ragazzo, Alessandro, però
siamo preoccupate.
Alla
nostra sinistra c'è una sorta di capanno, e nella veranda di
questo c'è la nostra amica Alice con un tipo poco
raccomandabile, un certo Leonardo; non so dove l'abbia pescato, ma
anche se non riesco a vederla, sento di dovermi preoccupare per lei.
Arriva
Alessandro, è alto e molto magro, con i capelli ramati e
ricci. È carino, sono contenta per Patrizia. Ho un buon
rapporto con lui, ci salutiamo. Gli diciamo di essere preoccupate per
Alice, ma nessuno di noi riesce a scorgere né lei né il
suo nuovo amico nell'oscurità della veranda. È strano,
noi siamo completamente avvolti dal sole.
Poi
mi rendo conto che Alice è sparita, mi agito subito; i miei
amici cercano di tranquillizzarmi, ma non posso, è una
sensazione orribile.
Poi
capisco che Leonardo l'ha rapita, sì, dev'essere così.
Patrizia e Alessandro mi propongono di andare a cercarla, è
l'unica cosa che possiamo fare.
Ci
ritroviamo in un ospedale, dobbiamo scoprire che ne è stato di
Alice. Arriva un'ambulanza, qualcuno trasporta una barella. Mi sento
gridare, quella dev'essere Alice, sì, dev'essere lei.
Poi
Leonardo viene arrestato. Viene legato su una sedia, ma lui è
forte, molto forte... è un essere sovrannaturale, ci
scommetterei qualunque cosa.
Non
so che fine abbiamo fatto Alessandro e Patrizia, ora sono sola e
fisso con terrore la forza di Leonardo mentre sta per spezzare le
funi che lo legano. Qualcuno torna da lui, gli intima di smetterla,
gli ripete che è in arresto. Ma l'agente sa di non poterlo
lasciare solo, anche lui si accorge che Leonardo è troppo
forte. C'è qualcosa di strano in lui, mi ricorda Hulk.
Tremo
e all'improvviso mi rendo conto che riuscirà a liberarsi, e
poi verrà a cercarmi. Mi vuole prendere, sento la sensazione
raschiarmi sulla pelle e farmi male.
Allora
scappo. Comincio a correre, mi ritrovo di colpo in una stanza, la mia
camera da letto. Come ci sono finita non lo so, ma so che devo
entrare nell'armadio e stare lì. Dentro trovo mia madre, anche
lei deve aver scoperto che Leonardo ci cerca. È sempre stata
una donna perspicace.
Tiene
un foglio in mano, quando sente il nostro inseguitore avvicinarsi,
lascia scivolare il biglietto fuori dall'armadio.
Di
botto mi ritrovo a scappare ancora. Perché non sono rimasta
dentro l'armadio? So di non poterci pensare.
Incontro
una donna in camice, lei mi dice che conosce un luogo sicuro per me,
dentro l'ospedale. Le dico che forse, per destare meno sospetti,
dovrei stare un reparto con persone adulte, anziane magari.
Lei
mi dà ragione e mi accompagna in una stanza in cui so che non
sarò sola. E non sarò neanche con una persona anziana.
Capisco
che si tratta di un reparto psichiatrico, e comincio veramente ad
avere paura. So che Leonardo mi troverà, ci riuscirà,
non ho scampo.
Poi
mi rendo conto che sul cellulare ho degli strani messaggi, ma non li
leggo.
All'improvviso
vengo colta da un senso di disperazione assoluta: non c'è il
televisore qui, non c'è il computer, non c'è niente.
E
ora come faccio a seguire Bosch su Top Crime? Perderò tutte le
puntate! E la web radio che ascolto di solito? Come posso rimanere
senza? Oddio...
Comincio
a piangere, fin quasi a strapparmi i capelli. È terribile, mi
sento male... e, oddio, come faccio ad aggiornare le mie storie su
EFP?
Lunedì
devo mettere un capitolo di una raccolta... e non posso leggere gli
aggiornamenti altrui...
Mi
sento davvero male, sul serio, e sento che Leonardo è vicino,
sempre più vicino, sempre di più... vicino...
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