Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
per Valyria_Valyria. Accenni S80. Takeshi e Squalo si ri-incontrano
dopo il futuro.
La litania della pioggia
La
lama di Squalo era conficcata nel terreno, insieme alla protesi, a x
con
quella di Takeshi.
Il
Varia era steso sotto un albero, con un braccio appoggiato dietro la
testa e gli occhi chiusi. La sua schiena aderiva al tronco dell'albero.
Le
gocce di pioggia che scivolavano attraverso i rami spogli che lo
proteggevano, gli scendevano lungo i capelli argentei. I suoi vestiti
aderenti
erano umidi e gocciolavano.
Takeshi
sollevò il capo verso il cielo nuvoloso, ne intravedeva
scorci
attraverso i rami umidi degli alberi. Sospirò portandosi il
ginocchio al petto,
lo strinse tendendo l'altra gamba.
"Aaah.
La pioggia è davvero noiosa".
Squalo
socchiuse un occhio inarcando il sopracciglio, le gocce di pioggia
gli scendevano lungo il viso affilato.
Udiva
il gorgoglio dell'acqua del lago lì vicino.
"Noi
siamo Pioggia" ribatté.
Takeshi
aderì con la schiena alla corteccia dell'albero, i capelli
umidi
leggermente scompigliati gli solleticavano il collo.
"Uh?
Beh, preferisco di gran lunga l'oceano. Quando piove non posso
giocare a baseball, e allenarsi è molto più
dura!" protestò.
Voltò
il capo a guardare Squalo, sorrise ampiamente.
"Invece
se vai a nuotare lo fai di proposito per bagnarti e stare
nell'acqua. È molto più facile" spiegò.
Squalo
richiuse l'occhio.
"Vooooi!
Io preferisco rilassarmi sotto la pioggia" borbottò.
Takeshi
ridacchiò, si passò le mani sulla maglia azzurra
sgualcita
sentendola umida e mugugnò.
"Per
questo abbiamo lasciato lì le spade e non stiamo
continuando?".
Si
sporse con la schiena all'indietro verso Squalo e chiuse gli occhi
sorridendo ampiamente.
"Pensavo
tu combattessi in ogni situazione!".
"Ca*zo.
Tu sei un dannatissimo giapponese e io un italiano, eppure so
più io l'importanza della meditazione!" sbraitò
Squalo. Una vena gli
pulsava sulla fronte pallida.
Takeshi
balzò giù dalla radice su cui era seduto
atterrando in piedi di
fronte a Squalo, si piegò in avanti guardandolo.
"Vuol
dire che stai meditando?" domandò.
Squalo
sbadigliò.
"Mer*a,
no, cercavo di dormire" rispose.
Takeshi
scoppiò a ridere, incrociò le braccia dietro la
testa; goccioline
di pioggia che scendevano dai rami gli colavano lungo il collo e gli
bagnavano
i capelli.
"Non
dovresti parlare di meditazione se non la stai facendo,
Squalo!" esclamò.
Si
chinò sulle ginocchia, osservò le ciocche umide
dell'altro, qualche
goccia d'acqua gli scivolava lungo il volto spigoloso.
"Sei
stanco di combattere, o hai avuto missioni assurde per
Xanxus?".
Squalo
digrignò i denti.
"È
la stessa ca*zo di cosa, se qualcuno con la fiamma della pioggia,
si rigenera sotto di essa" ribatté.
Takeshi
guardò verso l'alto osservando i rami gocciolare,
batté le palpebre
sporgendo le labbra e abbassò la testa.
"Ma
Squalo, se stai sotto la pioggia senza far niente, ti bagni e
riempi di fango!".
Si
rizzò, mise le mani sui fianchi allargando le gambe sul
terreno reso
morbido dall'acqua.
"E
poi io preferisco le piogge forti, come quelle estive. Mettono
allegria!".
Squalo
allungò le gambe, conficcando i tacchi degli stivali neri
che
indossava nel terreno umido. I capelli bagnati gli ricadevano ai lati
del viso.
Alzò la testa e riaprì gli occhi, guardando in
viso il giovane. Una goccia di
pioggia gli rigò a metà la fronte.
"Cosa
proponi di fare, dannato moccioso iperattivo?" ringhiò.
Takeshi
storse il labbro mugugnando, si grattò la guancia e sorrise
ampiamente. Si sporse, lo fissò e socchiuse gli occhi
marroni.
"Se
vuoi proprio bagnarti, facciamo il bagno al lago. I laghi sono i
posti più pericolosi di tutti. È anche un
allenamento!".
Squalo
corrugò la fronte e richiuse gli occhi.
"Idiota.
C'è differenza tra allenarsi e fare gli incoscienti"
sibilò.
Incrociò
le braccia al petto.
"VOIH!
Si vede sei solo un dannato ragazzino!" gridò e la sua
voce rimbombò tutt'intorno, coprendo il rumore della pioggia.
Takeshi
incassò il capo tra le spalle ridacchiando imbarazzato, si
grattò
la testa e agitò le mani di fronte a sé.
"Su,
su. Non penserai davvero che un bagno al lago sia peggio che un
combattimento!".
"Come
tuo maestro, mi rifiuto. Se vuoi ammazzarti, vuol dire che la
tua vita non appartiene al tuo boss" ribatté Squalo,
grugnendo.
Takeshi
si mise in ginocchio e poggiò le mani sul terreno, sporse il
capo e
lo squadrò dall'alto in basso.
"Hai
paura dei laghi?".
Batté
le palpebre, scoppiò a ridere scuotendo la testa.
"Beh!
Da piccolo facevo sempre il bagno al lago, ma se il mio maestro
dice che è da incoscienti, non posso proprio andarci".
Si
mise seduto, incrociò le braccia annuendo.
"Però
non voglio stare senza fare nulla, quindi dovremmo trovare
qualcos'altro!".
Squalo
lo raggiunse con un calcio al viso, lasciandogli il segno rosso
della scarpa sulla fronte.
Takeshi
indietreggiò, si massaggiò il naso e
s'imbronciò.
"Squalo!"
protestò.
Sospirò,
ridacchiò e incrociò le gambe.
"Mi
dispiace. Credo di essermi abituato a parlare un sacco con
te!".
Squalo
riabbassò la gamba, guardando il viso di Takeshi anche
sporco di
fango. Si mordicchiò un labbro.
"Noi
due praticamente ci siamo visti solo alla sfida e tu sei spuntato
nella mia vita per diventare mio allievo" ribatté.
Le
sue iridi color perla brillarono di riflessi argentei.
"Voi!
Perciò quando abbiamo parlato?!" urlò.
Takeshi
aggrottò la fronte, aprì e chiuse la bocca un
paio di volte e
ridacchiò imbarazzato.
"Ah!
Intendevo con lo Squalo del futuro! Mi ha allenato una decina di
giorni per una sfida, e così...".
Si
mordicchiò il labbro e si grattò la testa
passando la mano tra le
ciocche bagnate.
"Beh,
per farla breve mi sono abituato a combattere con te e dirti
tutto".
Squalo
sciolse le braccia e appoggiò una mano su un fianco.
"V-o-i...
fammi capire, appena tornato dal futuro... tu sei venuto a
cercare 'me'?" domandò scandendo le parole.
Takeshi
batté le palpebre, lo guardò e sgranò
gli occhi arrossendo. Abbassò
lo sguardo facendolo scorrere tra le radici dell'albero che spuntavano
dal
terreno.
"Uh.
Detto così sembra un po' strano!".
Ridacchiò
e sollevò la testa, sorrise e annuì.
"Sono
passato a casa per avvisare mio padre e poi sono venuto subito
da te. Eri... beh, sei la persona che mi è stata
più vicina".
Squalo
si alzò in piedi, si slacciò l'impermeabile e lo
lasciò cadere per
terra. Si slacciò la cintura e si sfilò la
casacca blu che indossava. Sul petto
niveo, lasciato scoperto, scivolarono delle gocce di pioggia larghe un
pollice.
"Andiamo
a questo maledettissimo lago" brontolò.
Gocce
di pioggia scivolavano sul moncherino del suo braccio.
Takeshi
sollevò lentamente lo sguardo osservandogli il petto
asciutto e
muscoloso rigato dalle gocce d'acqua, si umettò le labbra e
sorrise incrociando
le braccia dietro la testa.
"Pensavo
fosse troppo pericoloso".
Si
grattò la guancia sporca di fango, sorrise appena.
"Avrei
dovuto pensare che non ti saresti ricordato del futuro, ma
visto che si tratta di te non ho potuto proprio evitare di cercarti"
confessò.
Squalo
lo afferrò per un braccio e se lo trascinò dietro.
"VOIH!
Andiamo prima che cambi idea!" sbraitò.
<
Non ho altro modo di ringraziare la seconda persona che in tutta la
mia vita sia mai venuta a cercarmi > pensò.
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