Allora,
vorrei iniziare questo percorso con voi dicendo innanzi tutto che non scrivo da
moltissimo tempo, spero che la mia sintassi sia migliorata. Rido.
Vorrei
anche dire che sto cercando una beta che possa ricontrollare i miei
scritti, sia questo che quelli futuri.
Vorrei
ringraziarvi di aver aperto la fanfiction, nasce
tutto da questo piccolo fanmade :
Kihyun: Why didn’t you tell me you were a werewolf?!
Wonho: When we first met, I said I was a dog person.
Spero
che non venga fuori una storia solo angst ma anche molto comica e
divertente da leggere!
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Profumo
di fragole e ciliegie.
Il pelo
color fuliggine veniva accarezzato dal vento e
gli occhi color ebano brillavano, nel buio della notte appariva come
una scia di stelle che viaggiava sopra i alti grattacieli e gli
appartamenti della grande metropoli quale era Seoul.
L'animale
sbuffava di tanto in tanto mentre correva senza nessuna fatica, anzi,
pareva aumentare i passi veloci e leggeri ad ogni balzo che faceva
mentre si guardava intorno velocemente alla ricerca della scia che
qualche minuto prima gli aveva invaso le narici e fatto andare fuori di
testa: fragole e ciliegie, quel miscuglio poteva anche apparire
orribile all'olfatto umano o a molti esseri umani, ma all'animale era
piaciuto così tanto che non poté lasciarselo scappare così.
Il
proprietario di quell'odore tanto femminile e delicato, si muoveva
veloce, quasi fosse su un mezzo di trasporto ma lui era più
veloce.
Una
follata di vento e l'animale si fermò, l'odore sembrava svanito, anzi
no, lo sentiva ovunque come se il vento lo avesse fatto espandere
confondendo il lupo che strinse i denti
e ululò forte alla luna come se potesse, ella, aiutarlo in qualche
modo, probabilmente illuminando il suo cammino, ma non successe e
l'essere tornò nel proprio nascondiglio deluso e amareggiato.
Fu la
prima volta che si sentì tradito dal vento e dai propri sensi.
“ Così
delicato, così invitante, non ho mai provato nulla del genere.
La mia
fame è aumentata come non mai e mi sono sentito dipendente da qualcosa
che non conosco realmente.
Fu la
prima volta che sentì un odore così invitante.
Il
ritardo non faceva parte delle cose amate da Yoo Kihyun, più
guardava l'ora scorrere più gli veniva voglia di sbattere la testa
contro il bancone – e dire che lui
amava la propria testa, era la
cosa più bella che l'umanità potesse aver mai prodotto, diceva di sé –
del bar dove lavorava part-time dal Lunedì al Giovedì
Era in
ritardo di già ben venti minuti, il suo capo doveva arrivare entro
pochi secondi o avrebbe lasciato il bar incustodito per dirigersi in
università: non poteva mancare anche a quella lezione!
Non solo per il
fatto che Park Chanyeol, il suo
adorabile, simpaticissimo professore di musica era l'uomo più
affascinante e di cui era innamorato da tipo due anni a quella parte ma
perché avrebbe pensato che Kihyun non fosse più interessato alle
sue lezioni e Kihyun era veramente
interessato alle sue
lezioni ( e a lui ).
Non ci
pensò due volte a togliersi il grembiule, mettersi la giacca e lo zaino
sulle spalle, lasciando tutto al caso quando dopo altri due quarti
d'ora il suo capo non era arrivato, era corso via.
Quando
arrivò all'Università, era oramai troppo tardi e se ne rendeva conto ma
voleva parlare con il suo adorato professore, ma l'unica cosa che trovò
furono le cose dell'uomo accanto alla piccola cattedra e il telefono
sopra ad essa.
Sembrava
fosse svanito nel nulla, così uscendo si diresse verso la sala
professori con le braccia piene delle cose del proprio professore, non
si rese conto di quello che stava succedendo nella classe accanto
finché due voci, una a lui sconosciuta e una fin troppo nota, non
emisero quello che appariva essere un gemito seguito da un rantolo.
Aprì
leggermente la porta, trovando il proprio professore in atti poco
consoni stretto a Kim Miyoung, la
professoressa di storia dell'arte.
Sapeva
bene che il proprio professore non era gay e che era più che etero, lo
sapeva bene, l'aveva già visto uscire e scambiarsi effusioni, non
esplicite, non con Song Qian, la
segretaria del preside, ma mai prima di quel giorno era apparso così
vero.
La
giacca, la borsa, il cellulare e i mille fogli, caddero dalle sue
braccia schiantandosi a terra facendolo scappare il più velocemente
possibile da lì.
Non si
era minimamente reso conto che aveva passato almeno una ventina di
minuti a fissare la coppia che quando era arrivato vicino alla metro,
si trovò il sole che stava lentamente calando facendo spazio a un
paesaggio meraviglioso che si poteva godere solo se in campagna o in
montagna, purtroppo.
Si era
diretto verso la casa del proprio migliore amico con l'umore a terra e
la schiena ricurva che lo faceva sembrare più basso
di quanto già non fosse, aveva aspettato per un quarto d'ora il proprio
treno con l'aria affranta e mille sospiri che uscivano dalle labbra
piene.
Salito
sulla metro si era ritrovato stretto tra mille persone che non lo
facevano respirare, di alcuni riusciva anche a sentire la musica, di
tanto che erano vicini mentre di altri riusciva a sentire l'odore di
sudore, alcol, sesso e di alcuni del profumo, per essere il treno delle
sei poteva capitargli di peggio, pensò.
Era
sceso per ultimo, anche perché nessuno lo lasciava passare e alcuni lo
spingevano lontano dalle porte, facendolo ringhiare e iniziare a dare
spintoni; una volta uscito aveva fatto un bel respiro e si era sentito
colpire dal vento quasi fosse una mano contro le proprie guance
pallide, ora rosse così come il proprio naso.
Il
viaggio fino a casa di Minhyuk, il suo
migliore amico sin dalle elementari – se lo ricordava ancora la prima
volta che l'aveva conosciuto:
stava giocando a costruire castelli di sabbia e quello stronzetto ci era
saltato sopra perché così potevano costruirne uno assieme, da quel
giorno non si erano più staccati, o meglio Kihyun non si era più staccato,
dubitava che Minhyuk avesse bisogno di qualcuno come
lui – era stato abbastanza veloce, soprattutto perché aveva fretta di
buttarsi sul divano dell'amico e parlargli dei propri problemi come se
fosse il suo psicologo pagato.
" Tu, Lee Minhyuk, aprimi
la porta o ti faccio morire di fame per i prossimi due mesi. "
" Non potrest – aspetta, stronzo come sei,
potresti eccome. "
" Okay !
Apro, sto aprendo, guarda: il portone si è aperto, padrone. "
Era
sempre così che finiva, ma a Kihyun e a Minhyuk piaceva così, era la loro
amicizia e si volevano bene dandosi noia e trattandosi male. Faceva
parte del gioco.
Corse
fino al terzo piano, si fece aprire, buttò le scarpe vicino all'entrata
e si buttò sul divano prima di sciogliersi in mille lacrime sul cuscino
verde acido dell'altro, iniziando a parlare di cose senza senso e
ridere disperato.
Fu la
prima volta che si sentì morire per amore.
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