Riesci a sentire la pioggia?

di Morwen_
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PROLOGO
Pioveva. 
Scendeva un forte acquazzone il giorno che seppellimmo Christopher. Le mie scarpe erano zuppe e sporche di fango, quelle stesse scarpe che avevo dovuto scegliere con tanta cura sotto lo sguardo attento e vigile di mia madre per non sfigurare al funerale. Erano rovinate ma non me ne importava nulla. Camminavo in silenzio nella strada fangosa del cimitero; ero davanti a tutta la processione. 
Mi ricordava un po' il funerale del nonno, l'unica differenza era che in quel momento sotto la pioggia nessuno era al mio fianco, nessuno mi stringeva la mano e mi sussurrava che sarebbe andato tutto bene, nessuno. Quello solitamente era il compito di Chris ma ora non c'era, il suo posto accanto al mio fianco era vuoto perché questo era il suo funerale. Non riuscivo a capacitarmi della situazione, non potevo accettare che fosse tutto reale. 
Era impossibile, inconcepibile per me. 
Trattenni i singhiozzi e mi asciugai le lacrime silenziose che mi scendevano sulle guance e che si confondevamo con la pioggia. Non avevo un ombrello, ma non mi importava.
Ricordo che sentivo delle voci alle mie spalle che commentavano il momento e si perdevano a pronunciare le solite frasi di circostanza, che di fondo altro non erano che inconsistenti. Ricordo che vedevo mamma e papà abbracciati, confortarsi a vicenda. Avevano un appoggio, un ancora. E la mia dov'era? Dov'era il mio appoggio? Era scomparso, o meglio stava per essere sepolto sotto metri di terra e la colpa non era altro che mia. 
Alzai gli occhi al cielo e la pioggia mi sferzò il viso. Sperai che lavasse via da me tutti i risentimenti e i sensi di colpa, insieme alle lacrime e al dolore, ma sapevo che sarebbe stato impossibile. Non mi sarei mai libera di quel peso. Lo sapevo. E me lo meritavo. Strinsi le dita a pugno fino ad affondarmi le unghie nella carne ma non me ne importava.
La processione si fermò. Ricordo che mi chiesero se volessi dire qualcosa per Christopher ma scossi la testa; non ero degna di farlo dopo tutto quello che era successo. Hannah invece lo fece, parlò. Lei non poteva non farlo. 
Poi pregammo. 
Ricordo che le parole mi uscirono a fatica, le lacrime e il mio sforzo di trattenere i singhiozzi mi impedivano di pronunciare qualsiasi parola. Ricordo che mi asciugai gli occhi e soffiai il naso per l'ennesima volta con un fazzoletto che ormai era da buttare. 
Ricordo che mi guardai intorno e vidi il dolore nei volti di ognuno dei presenti. Questo mi distrusse ancora di più. 
Ricordo che Emily era tra loro. Ma ricordo anche che tra quei volti non scorsi la figura di Adrian. Lui non era presente. E non me ne sarei mai dimenticata.
Spero che vi abbia incuriosito, fatemi sapere. Un bacio, Mor ❤

PROLOGO


P
ioveva. 

Scendeva un forte acquazzone il giorno che seppellimmo Christopher. Le mie scarpe erano zuppe e sporche di fango, quelle stesse scarpe che avevo dovuto scegliere con tanta cura sotto lo sguardo attento e vigile di mia madre per non sfigurare al funerale. Erano rovinate ma non me ne importava nulla. Camminavo in silenzio nella strada fangosa del cimitero; ero davanti a tutta la processione. 


Mi ricordava un po' il funerale del nonno, l'unica differenza era che in quel momento sotto la pioggia nessuno era al mio fianco, nessuno mi stringeva la mano e mi sussurrava che sarebbe andato tutto bene, nessuno. Quello solitamente era il compito di Chris ma ora non c'era, il suo posto accanto al mio fianco era vuoto perché questo era il suo funerale. Non riuscivo a capacitarmi della situazione, non potevo accettare che fosse tutto reale. 


Era impossibile, inconcepibile per me. 


Trattenni i singhiozzi e mi asciugai le lacrime silenziose che mi scendevano sulle guance e che si confondevamo con la pioggia. Non avevo un ombrello, ma non mi importava.


Ricordo che sentivo delle voci alle mie spalle che commentavano il momento e si perdevano a pronunciare le solite frasi di circostanza, che di fondo altro non erano che inconsistenti. Ricordo che vedevo mamma e papà abbracciati, confortarsi a vicenda. Avevano un appoggio, un ancora. E la mia dov'era? Dov'era il mio appoggio? Era scomparso, o meglio stava per essere sepolto sotto metri di terra e la colpa non era altro che mia. 


Alzai gli occhi al cielo e la pioggia mi sferzò il viso. Sperai che lavasse via da me tutti i risentimenti e i sensi di colpa, insieme alle lacrime e al dolore, ma sapevo che sarebbe stato impossibile. Non mi sarei mai libera di quel peso. Lo sapevo. E me lo meritavo. Strinsi le dita a pugno fino ad affondarmi le unghie nella carne ma non me ne importava.


La processione si fermò. Ricordo che mi chiesero se volessi dire qualcosa per Christopher ma scossi la testa; non ero degna di farlo dopo tutto quello che era successo. Hannah invece lo fece, parlò. Lei non poteva non farlo. 


Poi pregammo. 


Ricordo che le parole mi uscirono a fatica, le lacrime e il mio sforzo di trattenere i singhiozzi mi impedivano di pronunciare qualsiasi parola. Ricordo che mi asciugai gli occhi e soffiai il naso per l'ennesima volta con un fazzoletto che ormai era da buttare. 
Ricordo che mi guardai intorno e vidi il dolore nei volti di ognuno dei presenti. Questo mi distrusse ancora di più. 
Ricordo che Emily era tra loro. Ma ricordo anche che tra quei volti non scorsi la figura di Adrian. Lui non era presente. E non me ne sarei mai dimenticata.

 


Eccomi qui con il prologo di questa nuova storia. È tutto ancora molto introduttivo, ma spero che vi abbia incuriosito, fatemi sapere.

Un bacio, Mor ❤





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