Incubus
– Crawling in my skin
[Mi sveglio all’alba
solo per la speranza di sentire la sua voce…]
Il bambino aprì improvvisamente gli occhi.
La sera prima aveva lasciato la serranda alzata e ora il sole dipingeva
larghe chiazze di luce sul letto e sul viso tondo. Si
stropicciò gli occhi, infastidito, e si mise a sedere a
gambe incrociate sotto le coperte. Gli occhi erano limpidi come due
laghetti azzurri e i capelli biondi brillavano ai raggi solari.
– Mamma! – urlò il piccolo Naruto, nella
speranzosa innocenza dei suoi quattro anni – Mamma, sono
sveglio!
Dai corridoi non veniva nessuna risposta.
Attese per qualche minuto, invano. Quando si stufò, scese
dal letto e si diresse mestamente verso la cucina.
Ormai c’era abituato: da tanto tempo invocava qualcuno che
non arrivava mai.
There's
something inside me that pulls beneath the surface
Consuming / Confusing
[C’è qualcosa dentro di me che preme sotto la
superficie
Confondendo / Consumando]
Entrò nella stanza luminosa e disordinata. Sul lavandino
erano accatastate scatole su scatole di ramen pronto, il tavolo recava
macchie più o meno antiche di brodo e latte, mischiate a
briciole e a pezzetti di tanti cibi diversi. Il pavimento era
all’incirca nelle medesime condizioni.
– Mamma! – gridò ancora il bambino
– Questa mattina non voglio il ramen. Voglio mangiare il
latte con i biscotti.
Silenzio. Naruto sospirò, afferrò una sedia per
raggiungere lo scolapiatti sopra il lavandino, perché da
solo non ci arrivava; si allungò, si contorse, distese le
piccole dita per raggiungere la tazza azzurra che lo sovrastava, quasi
a prenderlo in giro. Non si arrese e, parecchi sbuffi e un rischiato
trauma cranico dopo, la sua mano stringeva forte la scodellina color
del cielo, gongolando di soddisfazione. Saltò dalla sedia,
spalancò il frigorifero e agguantò il cartone del
latte.
– Mamma! – chiamò ancora, fiducioso
– Posso mettere un po’ di zucchero nel latte?
Nessuna risposta. Il piccolo strinse leggermente le labbra,
aprì in silenzio lo sportello della bassa credenza vicino
alla porta e prese la scatola dello zucchero; la posò sul
tavolo, versò il latte, aggiunse lo zucchero, gliene cadde
un po’ troppo.
“Pazienza” si disse “Tanto la mamma non
mi ha visto”.
Il piatto dei biscotti era di fronte a lui. Tolse il coperchio e si
servì generosamente.
Nella cucina si sentiva solo il suo sgranocchiare dei biscotti, il
ruminare della sua bocca. Ogni cosa era immobile e la luce dorata
sembrava fissare tutto, come in un quadro: l’unico movimento,
l’unico accenno di vita era il bimbo, che si dimenava sulla
sedia, più per riempire quel vuoto che per
vivacità.
Mangiò appena tre biscotti; quando ebbe finito, si
arrampicò di nuovo e, senza nemmeno sciacquare la ciotola,
la ripose sullo scolapiatti e rimise a posto la scatola dello zucchero.
– Mamma! – esclamò, tutto orgoglioso
– Hai visto come ho riordinato bene?
La casetta era deserta.
Sconfortato, rimise a posto la sedia e, nel farlo, si
avvicinò alla finestra dai vetri sporchi: guardando di
fuori, vide una folla di persone che gremiva la via. Il loro vociare
allegro passava attraverso i muri e, con i loro vestiti variopinti,
sembravano un gregge di pecore multicolore. Nella calca, riconobbe una
bimba dai capelli rosa che aveva già visto. Sapeva che era
giorno di mercato e che nei giorni di mercato le famigliole uscivano
con i loro figli, mano nella mano: anche la bambina che conosceva era
aggrappata alla mano di una signora . Sul suo viso era stampato un
grande sorriso luminoso: pensò che non aveva mai visto
nessuno di più felice al mondo.
[“Dov’è
la mia, di mamma?”]
Naruto le osservò in silenzio, con una faccina grave come
gravi erano i suoi pensieri. Poggiò la mano sul pomello
della porta di casa.
– Mamma! – urlò ancora una volta,
disperato – Io esco!
Ma la mamma non rispose neanche in quel momento.
Il bambino uscì sbattendo la porta.
Discomfort,
endlessly has pulled itself upon me
Distracting / Reacting
[Il disagio si è sempre impossessato di me
Distraendo / Reagendo]
Per cena, consumò una scatola di ramen, unico commensale
seduto alla tavola. Non diceva più nemmeno
“Mamma!”, perché per quel giorno si era
arreso e aveva capito che la mamma non sarebbe arrivata. Il brodo del
ramen schizzava mille goccioline sul piano del tavolo, aggiungendo
macchie che non sarebbero state pulite da una mano femminile.
Ammonticchiò la confezione di ramen con le altre che erano
sul lavandino, sapendo che nessuno l’avrebbe sgridato
perché non le buttava via.
Andò in bagno, non aveva ancora spiccicato parola; sfregava
lo spazzolino coscienziosamente, mentre guardava l’immagine
riflessa dallo specchio.
Nessuno, dietro di lui, controllava che si lavasse bene i denti.
La pancia, intanto, brontolava e si rimescolava, come se qualcosa si
agitasse sul fondo del suo stomaco.
[“Sei solo!
Sei solo! Non hai altro che me” sembrava dire una voce
rovente.]
Against
my will I stand beside my own reflection
It's haunting
[Contro la mia volontà io resto accanto alla mia immagine
riflessa
Mi sta ossessionando come se io non riuscissi...]
Naruto si infilò sotto le coperte e se le
rimboccò fin sotto il mento; la luce della luna penetrava
nella stanza, dandole un minimo di luce. Il bimbo, infatti, tremava:
aveva paura del buio, come tutti i bambini di quattro anni.
Però non aveva una mamma che lo proteggesse, come la maggior
parte dei bambini di quattro anni.
– Mamma? – gemette, vicino al pianto. Un fruscio
nella stanza accanto lo fece sussultare. Il vento premeva contro la
serranda, dando certi scossoni che facevano un rumore infernale. Il
piccolo si rannicchiò terrorizzato sotto le lenzuola,
stringendo convulsamente il bordo della trapuntina. Lacrime silenziose
solcavano le sue guance pallide, illuminate dalla luce della luna.
– Mamma – singhiozzò, tremante. Sembrava
che avesse le convulsioni.
– Mamma… ho paura…
Ma nessuno vegliava il suo sonno raccontando favole meravigliose. Dai
corridoi, non giunse una risposta nemmeno quella volta.
This lack of
self-control I fear is never ending
Controlling
/ I can't seem
To find
myself again
My walls are
closing in
(Without a
sense of confidence and I’m convinced that there's just too
much pressure to take)
I’ve
felt this way before
So insecure
[Temo che
questa assenza di autocontrollo sia senza fine
Controllando,
non mi sembra
Di ritrovare
me stesso
Le mie
pareti mi stanno intrappolando
(Senza
fiducia e sono convinto che ci sia troppa pressione da sopportare)
Mi sono
già sentito così
Così
insicuro]
Crawling in
my skin
These wounds
they will not heal
Fear is how I
fall
Confusing
what is real
[Strisciando
dentro la mia pelle
Queste piaghe
non guariranno
Sono caduto
per paura
Confondendo
ciò che è reale.]
***
_____________________________________
Note:
Waaaaa! *____* Prima! Non ci credo!
Questa fic non mi piaceva nemmeno molto... Mi era venuta in mente di
notte, mentre cercavo di addormentarmi pregando di non vedere Harry
Warden (NON guardate San Valentino di Sangue ^^'') o qualche altro
prodotto della mia fantasia malata (non che io sia una fifona, ma
mantengo sempre una certa paura retrospettiva ^^''...). Non credevo
assolutamente di vincere, soprattutto ora che ho letto anche le altre
storie delle altre partecipanti (tranne di bravesoul, che attendo
fiduciosamente ^^) e sono tutte validissime, anche con temi e trame
migliori delle mie. Davvero, sono esterrefatta.
Un sacco di complimenti a bravesoul, Saeko No Danna, uchihagirl e Only
Me e, naturalmente, anche al giudice, stuck93, che ha dato dei giudizi
veramente completi ^^! Ora farò più attenzione
alla grammatica, grazie di tutto!
Riporto anche il suo giudizio:
Prima Classificata: Incubus di DarkMartyx_93
Originalità
del testo: 9/10
Capiti ogni tanto che si trovino anche su siti stranieri storie
riguardanti la vita di Naruto prima del diploma, ma tu l'hai centrato
in un età bellissima, ma anche tragica nella sua situazione!
In pochi sanno scrivere sui dolori di un orfano di quattro anni.
Complimenti!
IC dei
personaggi: 4.5/5
Non si sa molto del carattere di Naruto a quei tempi, anche se aveva
quattro anni non penso che sia scontroso, nessuno bambino lo
è... comunque è ben caratterizzato. È
stato molto difficile darti un giudizio, perchè appunto si
sa poco del biondino a quell'età, è complicato
dire se è OOC o IC. Penso che potrebbe aver avuto un
carattere simile date le circostanze, in base al quel poco che si sa
direi che è abbastanza IC.
Attinenza al
tema 9,5/10
L'attinenza c'è, ma l'ho trovata di più nella
parte finale. La canzone c'è, anche se mancano dei pezzi, ma
ciò non ti penalizza affatto. Quel punto e mezzo che manca
è dovuto al fatto che a volte ho fatto davvero fatica a
capire cosa c'entrassero alcuni piccoli pezzi con la canzone... anche
se alla fine l'ho capito! Per il resto l'ho trovata molto attinente
alla traccia e alla canzone.
Trama: 9/10
Come ho già detto ho trovato già altre storie su
Naruto bambino, ma questa mi ha colpito molto. Non solo è
dolcissima e malinconica, ma segue un suo filo logico, anche se devo
ammettere, mi aspettavo qualcosa di più alla fine. Ma
vabbè, molto composta, tiene conto moltissimo del legame tra
Naruto e sua madre, un Naruto così piccolo e fragile che
soffre moltissimo.
Grammatica:
7,5/8
Pochissimi errori di battitura, un qualche verbo sbagliato ma nulla di
grave o sconvolgente a livello grammaticale, di sintassi o di
punteggiatura. L'uso eccessivo dei verbi ti avrebbe penalizzata , ma io
sono una che bada di più alla trama che alla forma, si vede
anche dal punteggio massimo piuttosto basso, quindi siccome mi avevi
avvisata all'inizio della tua scelta ho deciso di non toglierti punti!
^^
Totale: 39,5 su
43
Link del forum: Linkin
Park Meets Naruto [contest]
A breve metterò anche il bannerino ^^!
È stato un bellissimo contest, mi sono sentita
proprio a casa ^^!
Bacioni a tutti! E lode ai Linkin Park! * partono canti di adulazione *
Marti
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