Zero is start

di mikietta
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Ran

Stasera Conan è andato dal Dottor Agasa per provare un nuovo gioco inventato da lui stesso. E’ incredibile come un attimo prima quel bambino appaia come il più maturo degli adulti, così brillante e perspicace, e un attimo dopo diventi niente di più che un normalissimo ragazzino di 7 anni, intento a giocare ai videogiochi e a leggere le avventure del suo eroe preferito.

Un urlo proveniente dall’agenzia al piano di sotto mi fa sobbalzare.

“Raaaaan!”

“Papà che succede?!”

“Non sai chi mi ha appena telefonato per girare un documentario sulla scuola giapponese”

“Chi?”

“Ma la mia Yoko!!”

“E cosa c’entra un detective con la scuola giapponese?”

“Probabilmente avrà chiamato me perché non ha trovato nessuno in grado di superarmi in quanto a fascino e charme. Sono fatto per la televisione l’ho sempre saputo. Chissà magari potrei anche girare un film insieme a lei, e allora diventerei straricco e potrei…”

Lascio mio padre alle sue fantasie, e vado in camera a dormire. Stasera sono troppo stanca per ascoltare le sue fesserie. Chissà cosa penserebbe la mamma…

Shinichi

Ai era davvero spaventata per quello che le ho riferito riguardo a Gin e Vodka. Se davvero sono sulle nostre tracce non impiegheranno molto a trovarci. Basta un’impronta digitale, un capello ed ecco che ce li ritroveremmo ad aspettarci all’uscita da scuola, dal Dottor Agasa… O in agenzia. Rabbrividisco al pensiero che possano fare del male ai miei amici e soprattutto a lei. Il castello di menzogne che mi sono costruito attorno non sarebbe valso a niente, e se dovesse accaderle qualcosa, a quel punto, non mi importerebbe neanche quale potrebbe essere la mia fine. Meglio morire piuttosto che stare una vita senza Ran.

Uscendo dal Dottor Agasa mi volto verso casa mia. Le luci sono spente. Dopo che Akai ha rivelato a Josie e ai suoi colleghi di essere ancora vivo e che l’identità di Subaru Okiya non era altro che una copertura, ha preferito tornare a vivere da un’altra parte sotto la protezione dell’FBI, per evitare di espormi ulteriormente a pericoli nel caso in cui l’Organizzazione avesse scoperto che è ancora vivo.

Proprio in quel momento mi arriva una telefonata: Akai.

“Ehi Shuichi”

“Conan, devo parlarti. Ci sono importanti novità riguardo l’Organizzazione”

“Di che si tratta?”

“Non posso parlare al telefono, ci vediamo domani al centro commerciale nel quartiere di Ginza”

“Ci sarò”

 

Alle 16:00 sono nel luogo prefissato. Tra i tavolini di un bar noto un profilo familiare: Akai, o meglio, il suo alter ego Subaru.

“Subaru”

“Ciao Conan, non ci vediamo da un pezzo”

“Parlami di cos’hai scoperto”

“Bene, arriviamo subito al punto. Ieri passeggiando in centro ho notato una Porsche nera che si aggirava nei pressi di una scuola elementare…”

“Stavo per riferirtelo io stesso. Anche io li ho visti e ne ho tratto le stesse conclusioni a cui sicuramente sarai arrivato anche tu: sanno che siamo diventati dei bambini e adesso ci stanno dando la caccia in tutte le scuole della città”

“Vedo che sei già informato allora. Però questo non è tutto”

“Cosa vuoi dire?”

“Conosci Yoko Okino?”

“Si certo, Goro praticamente la adora”

“Beh, l’ho vista salire su quella Porsche nera proprio davanti alla scuola di cui ti parlavo”

“Yoko Okino? Sei sicuro fosse proprio la Porsche di Gin?”

“Sai bene che di quel modello ormai ne girano poche. Era senz’altro la sua.”

“Non posso crederci. Quindi anche lei è coinvolta nell’organizzazione”

“A meno che non sia un’infiltrata come Amuro o Reina Mizunashi”

“Reina Mizunashi! Adesso che ci penso fu proprio Yoko a presentare Reina a Goro per risolvere un caso che la riguardava”

“Dici sul serio?”

“Già. E a quanto pare non è stata solo una coincidenza”.

 

Torno a casa dall’incontro con Akai e non riesco a togliermi dalla mente quel nome: Yoko Okino. Possibile che la bella attrice così apparentemente innocente, possa essere coinvolta nell’Organizzazione? Mentre rifletto su questa nuova scoperta, entro in agenzia e sento Goro chiacchierare per conto suo su un certo documentario per cui è stato ingaggiato. Lo lascio fare, faccio per salire verso la mia camera quando lo sento pronunciare quel nome: Yoko.

“Che c’entra Yoko Okino?”

“Ah Conan non sai l’ultima. Yoko Okino mi ha ingaggiato per girare insieme a lei un documentario sulla scuola giapponese. Ti rendi conto? Potrò stare ore ed ore accanto alla mia Yoko!”

Yoko Okino, la scuola giapponese… non sarà che..?

 

“Ehi Goro ma di quali scuole parla questo documentario?”

“Asili e scuole elementari soprattutto. Vogliono far conoscere il modello di educazione giapponese in tutto il mondo. Una bella idea no? Soprattutto se a condurre il tutto saremo io e la mia Yoko!”

Non ci sono dubbi, questo documentario è una copertura per poter girovagare nelle scuole della città senza dare nell’occhio. Per poter trovare noi. Mi chiedo solo perché proprio Goro, in fondo cosa c’entra un detective con la scuola giapponese. Inoltre potrebbe agire molto più indisturbata se fosse da sola.

In quel momento la risposta mi investe come un treno in corsa, lampante come un raggio di luce in piena notte. Ha ingaggiato Goro per poter arrivare a me.





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