Sensazioni brevi

di athenawinchester
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Agnizione 


A un certo punto della mia vita, senza che avvenimenti particolari accadessero, ho sentito di mancare di qualcosa di importante. La mattina mi svegliavo con estrema fatica nonostante avessi dormito più delle ore necessarie, la giornata pareva non trascorrere mai ma una volta giunta la sera scoprivo di non aver fatto niente, e con un'immotivata stanchezza mi coricavo a letto angosciata per il giorno successivo, desiderando con tutte le mie forze di dormire per sempre.

Non volevo morire, non lo volevo davvero. Non so se fosse per autodifesa o solo per ingenuità, ma continuavo a pensare al futuro, o meglio a un futuro radioso, pieno di successi, viaggi, passioni, avventure. Ne ero convinta, quindi aspettavo impazientemente questo futuro pieno di promesse meravigliose, e nel frattempo non facevo niente.
Avevo smesso di studiare, di uscire, di parlare, e aspettavo con tutte le forze che il tempo passasse e si portasse via l'esistenza ordinaria di cui avevo parte. Volevo vivere così tanto che al contrario finii lentamente per morire, e tuttavia ne ero conscia, ma totalmente incapace di reagire, quasi che fossi stretta in una camicia di forza e nessuno se ne accorgesse.

In realtà credo che mi piacesse essere vittima dei capricci dell'universo, che questo facesse di me una sorta di eroina, e le disgrazie e i dolori degli altri non mi sembravano nulla, e ne ridevo, perché ero certa che questi non fossero nemmeno paragonabili ai miei. Mi sentivo dunque giustificata nel mio assorto vagare senza meta.

E piangevo sforzandomi, perché non riuscivo a versare una lacrima spontanea, e avevo bisogno di qualcuno ma non volevo nessuno, perché nessuno era in grado di comprendermi e, infondo, non volevo essere compresa.

Ero il fantasma di qualcuno di importante che era stato dimenticato, e che era disperatamente in cerca di agnizione.




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