Una Bottiglia d'Acqua

di elacinor
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Incrociamo magia ogni momento, ogni giorno della nostra vita, durante tutta la nostra esistenza. C’è chi non la percepisce, al contrario, la nostra protagonista, la sentiva, la viveva costantemente.
Era una cazzo di artista, e se già di per se questa poteva essere una sorta di fuga dalla realtà lei si spingeva oltre.
Eppure vedendola, lettore, non avresti pensato avesse qualcosa di peculiare.
Era una ragazza semplice, portava sempre con sé qualcosa con cui scrivere, e quando finiva i suoi fogli usava le sue braccia, le sue gambe, volantini trovati per strada, giornali…
Però quel giorno qualcosa non andava. Tu, caro lettore, l’avresti probabilmente definita una giornata normale, senza proprio nulla di peculiare, esattamente come la nostra protagonista (che però si scrive addosso, ma è perfettamente normale).
Eppure lei sentiva qualcosa, qualcosa di simile a quell’orribile sensazione di dimenticanza prima di una partenza, un fastidioso prurito alle mani mentre una di quelle dannate, fragilissime bottigliette pesava come un macigno sulle sue spalle. Forse si sarebbe rovesciata da un momento all’altro, avrebbe cancellato la sua ultima storia o il suo obbiettivo quotidiano, cazzo.


Si si  “cazzo” era tutto ciò che riusciva a pensare dopo che quel fottuto posticano l’aveva urtata mentre atterrava. E ora lo zaino conteneva solo frammenti di vetro tagliente e il liquido era riverso a terra. La nostra povera ragazza non ricordava più nulla.

Ma ovviamente prima di procedere vi servirà un chiarimento su cosa sia un posticano: è un messicano con tanto di sombrero, baffi, tacos e jalapeño, il quale dovrebbe stare immobile ai propri posti come un palo, svolgendo la funzione di sandwich-man. Ma a nostro malgrado, quello che sbattè per terra la nostra Maria (scusate se non avevamo ancora accennato al suo nome) era stato colpito da un prurito da formaggio che lo costrinse a ballare scompostamente per una decina di minuti. Al locale per il quale lavorava, tuttavia, andò bene, perché attirò molti clienti, che pensarono fosse una cosa orginale.
Forse, però, ci stiamo focalizzando troppo su dettagli inutili; torniamo alla nostra ragazza stesa per terra.
Si mise a sedere in mezzo alla strada, furente, confusa, scompigliata, con i palmi sbucciati e un compito che rischiava di non essere portato a termine. Cominciò a frugare nello zaino umido estraendone frantumi. Decisamente, il compito di oggi era annullato e lei non poteva rimediare, peggio, neanche sapeva ci fosse qualcosa a cui porre rimedio.
Ora, caro lettore arrivato fin qui, sopravvissuto alla confusione mentale e al non-sense generale, meriti una spiegazione che noi, però, non siamo impazienti (e forse neanche capaci) di darti.
Dovendo però fornirti informazioni, in questo caso specifico, riguardo la mancata consegna, la nostra politica aziendale ci obbliga a riferirti la vicenda come è stata riportata dall’opinione comune. Forse non sarai nemmeno conscio del fatto che una consegna non è stata effettua, questo è il punto, in caso di smarrimento qualsiasi dato verrà cancellato dalla mente del cliente; ma il tuo è un caso speciale.
Voglio aggiungere che soffriamo di una malattia, abbiamo conflitti di personalità e forse noi stessi ci siam cancellati parte della memoria, infatti non siamo nemmeno sicuri che i fatti siano andati così, né che quello fosse un posticano.
Insomma, l‘affiliazione di Acqua, delle sue sorelle e del giovane fratello alla nostra azienda è una cosa di famiglia, un compito che si è tramandato di generazione in generazione per secoli e che, volente o nolente (a volte è stato necessario richiamare agli ordini trasportatori scontenti) è sempre stato onorato. I trasportatori si occupano di donare pizzichi di gioia e magia giornaliera a chi, la magia e la gioia, non sa percepirle. Questo compito è di grande rilevanza, caro lettore, così grande che la sua non riuscita può sconvolgere gli equilibri del nostro ecosistema sia a livello assoluto che relativo, portando, a volte, a tanto drammatiche quanto imprevedibili conseguenze. Per questo consuetamente rimuoviamo i ricordi affini e provvediamo a rimediare il giorno seguente.
Ma tu sei gran Hustla, alto sovrano del regno introspettivo, protettore della magia stessa. Sei stato tu che diversi eoni fa ci fornisti indicazioni relative a situazioni simili a quella attuale, e ora noi ci muoviamo ai tuoi ordini. Capisci, spero, che DEVI ricordare la magia. Tra qualche minuto quando ti addormenterai ti faranno visita Maria e il posticano e tu non potrai sbattergli la porta in faccia, non potrai rifiutarti, tu DEVI lasciarli entrare e solo allora potrai capire quanto tu sia importante per questo mondo e quanto la droga… sia una cosa reale, che si muove tra tutti noi.   


Ma chi prendiamo per il culo, tu non sei nessuno, se non un povero stupido Hustla, non hai magia, non hai una gioia. Sei pure su sto sito a leggere di storie, cercando di fuggire dalla tristezza della tua quotidianità, sperando d’esser diverso, ma non è così, sei fatto della stessa sostanza della mediocrità che ti circonda. Accettalo.
O forse per capire meglio il messaggio segreto presente nel racconto avresti bisogno delle istruzioni, che però non ti abbiamo fornito.
(non stiamo incitando all'utilizzo di droghe, né leggere né pesanti, giuriamo eravamo sobri al momento della stesura)

 




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