Valkyrie

di SuomalainenSisu
(/viewuser.php?uid=1006238)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


 

PROLOGO

 

Per lei era un privilegio trovarsi lì. Suo padre aveva acconsentito a farla tornare soltanto per quella notte per proteggere la bambina, ma dopo aver sentito il corno suonare aveva capito che nessun luogo era sicuro per loro.

Per questo aveva preso la neonata dalla culla e, ancora in camicia da notte, era scesa sotto le mura del castello. Lì stava aspettando il momento giusto per correre nella foresta e raggiungere Bifrost.

I minuti continuavano a passare lenti, lei non riusciva a muoversi, aveva paura che loro la vedessero, e che le prendessero la figlia prima di essere riuscita a metterla in salvo. Alla fine si decise, spiccò un balzo in avanti e, tenendo sempre stretta a sé la bambina, corse verso la foresta e nascosta dagli alberi, cercò di aumentare la velocità per raggiungere in tempo il ponte e salvare la sua vita e quella della neonata.

Era quasi arrivata, poteva scorgere nell'oscurità la luminescenza dei sette colori del Bifrost; sentì un ramoscello secco spezzarsi alla sua sinistra, subito dopo un coltello le si conficcò nel braccio e lei cadde, rotolando sull'erba “Maledetto” pensò “Maledetto, mi ha seguita!”. Estrasse la lama dal braccio e cercò di trascinarsi fino al ponte, ma qualcuno le sbarrò la strada. Una risata risuonò tra gli alberi e poi l'uomo davanti a lei parlò con voce glaciale «Credevi davvero di potermi sfuggire?» la giovane donna non rispose, l'uomo la prese per i capelli, tirandole indietro la testa in modo da poterla vedere in viso e ripeté alzando la voce «Credevi davvero di potermi sfuggire?» questa volta lei in tutta risposta gli sputò in faccia. L'uomo divenne furente, estrasse la spada dal fodero, la stava per calare sulla donna, ma si fermò con la lama sospesa a mezz'aria; riusciva a sentire il rumore degli zoccoli di cavallo, si voltò e si ritrovò davanti cinque uomini armati venuti in soccorso della giovane donna. L'uomo lanciò un'imprecazione, alzò di nuovo la spada, ma questa volta la usò per difendersi, lasciando cadere a terra la donna. La giovane ne approfittò per raggiungere il ponte, sollevò la bambina «Addio Gwenhwyfar» le sussurrò con le lacrime agli occhi e poi lasciò scivolare sul Bifrost, in modo che raggiungesse sana e salva la Terra di Mezzo; si voltò, l'uomo che la stava per uccidere si era riuscito a liberare degli eroi, e ora stava avanzando verso di lei. Il ponte stava sparendo, doveva agire in fretta. Piegò la testa di lato e rivolse un sorriso di scherno appena accennato all'uomo, chiuse gli occhi e si lasciò cadere all'indietro, scivolando sul ponte. L'ultima cosa che udì provenire da quel mondo di nuovo proibito per lei fu un “no” urlato con potenza e rabbia, e poi più nulla.

 

Ore dopo lo scontro, l'uomo camminava furioso nella sala del trono del suo castello. Se l'era fatta scappare, l'aveva sottovalutata ed era riuscita a scappare sotto il suo naso, non le importava tanto della donna, tanto il suo destino era segnato, sarebbe morta come una qualsiasi inutile mortale e non gli avrebbe più creato problemi; a lui interessava Gwenhwyfar, la bambina. Doveva catturarla prima del suo diciassettesimo compleanno, altrimenti ogni sforzo sarebbe stato vano, la profezia si sarebbe avverata e sarebbe stata la sua rovina, e questo lui non lo voleva.

Si fermò a contemplare il fuoco acceso nel camino, doveva mandare qualcuno per rintracciarla, qualcuno che la trovasse, la sorvegliasse e poi, al momento giusto, la portasse da lui. Le labbra gli si incurvarono di un sorriso maligno, sapeva esattamente a chi affidare questo delicato incarico, si girò verso la sentinella di guardia alle porte della sala «Mandatemi a chiamare l'eroe, ditegli che il suo signore lo vuole vedere immediatamente!» la guardia fece un piccolo inchino e poi sparì dietro i pesanti portoni, l'uomo si girò di nuovo verso il fuoco.

Non passò molto tempo che qualcuno dietro di lui parlò «Volevate vedermi mio signore?» l'uomo si voltò, una luce strana gli brillava negli occhi «Eroe, dovresti fare qualcosa per me...».





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3649092