Love beyond time

di Donna Stone
(/viewuser.php?uid=1009461)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Città di Valoris, giugno 1784.

 

«Che cosa stai scrivendo nonnina?» domandò Jamila svegliandosi di soprassalto.

«Scrivo una storia che non dovrai mai dimenticare» disse la vecchia guaritrice.

 

«Perché?» volle sapere la piccola.

 

«Perché quando sarai un po' più grande, dovrai metterti alla ricercare di una
persona che ha bisogno di te, e rimediare a un mio grande errore.
Questo diario ti aiuterà. E' la missione che ti affido, un pesante fardello da portare, piccola mia lo so...
e mi spiace tantissimo dovertelo chiedere, ma non c'è nessun altro
che può farlo per me» le rivelò Melva con lo sguardo triste.

 

«Diventerò un'eroina come quelle delle storie che mi racconti prima di dormire nonna?
Scriveranno anche di me?» chiese allora la bimba elettrizzata dalla prospettiva.

 

«No tesoro mio, nessun altro dovrà mai sapere di questa tua ricerca, le vite
di molte persone dipenderanno da te... è vitale che tu mantenga il segreto!» l'avvertì Melva,
accarezzando la testolina bruna della nipote. «Me la leggi ?» chiese la piccola incuriosita.

 

«Non è ancora finita!» rispose l'altra riprendendo a scrivere.

 

«Non fa niente, leggi quello che hai scritto finora, allora» propose la bimba.
«Pazienza mia piccola Jamila... tutto a tempo debito. Sei ancora troppo piccola per riuscire
a capire come possa, un amore non corrisposto, tramutarsi nell'odio
più feroce e spietato» l'ammonì Melva rimboccandole le coperte. La piuma riprese
a scorrere lenta sopra io foglio, e così, mentre la donna affidava i suoi ricordi a quelle pagine,
le immagini incominciarono a sfilare davanti ai suoi stanchi occhi, talmente vivide e strazianti,
da strapparle un lamento. Sapere di essere l'involontaria colpevole,
della triste tragedia toccata all'adorata amica Rowena,
era stato il suo personale calvario per più di quattro decadi,
e adesso che era giunta alla fine dei suoi giorni, Melva si apprestava ad affidarlo a sua nipote,
nella speranza che riuscisse laddove lei invece aveva fallito.

 

Non avrebbe mai immaginato che un semplice incontro potesse portare tanta sofferenza .
Non passava giorno in cui non si maledicesse per averli fatti conoscere.

 

Lei era la sua migliore amica, la persona più dolce che avesse mai conosciuto e lui,
il suo adorato fratello. Si sentiva così fortunata ad averli, che le sembrò naturale che si conoscessero.
Ma da quel momento Karim aveva cominciato a cambiare, per lui esisteva solo
Rowena e a nulla serviva ricordargli che lei presto avrebbe sposato un altro.
L'amore che provava per lei era tanto assoluto e profondo, da fargli credere che tutto fosse possibile.
L'amica dal canto suo era sempre molto cortese con lui, ma lo vedeva come un fratello, nulla più di quello.

 

Dopo quasi un anno, le sembrò che Karim si fosse rassegnato.
Finché un giorno, giunse in città uno straniero che portava la notizia che lo convinse
di poter finalmente coronare il suo sogno d'amore. Ma poi, le sue speranze naufragarono di nuovo.
Da quel momento, il fratello che Melva conosceva sparì, sostituito da una creatura oscura,
divorata dall'invidia e da un profondo risentimento. La sete di vendetta divenne la sua unica compagna.
A nulla valsero le sue suppliche, persino le minacce caddero a vuoto.

 

Adesso tutte le speranze erano riposte nella piccola Jamila, quel diario era il suo amaro lascito.
Doveva affrettarsi il tempo a disposizione stava per esaurirsi.
Presto sarebbero calatele tenebre e lei voleva essere pronta.

Diverse ore più tardi concluse il triste racconto. Si stese sul giaciglio e attese che
l'oscura signora giungesse anche per lei. Attendeva da tanto il momento in cui si
sarebbe ricongiunta alla sua amica, le era mancata infinitamente.

 

 

 

 

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3649445