La nuova vita del professor Quasi

di The3rdLaw
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“Come sempre”
 
All’inizio vedere che la vernice in quel secchio è diventata sangue e scoprire quei profondi tagli che ha sulle braccia gli ha fatto impressione, ma ora si è abituato a quella vista, anzi pensa che doveva aspettarselo.
Si dà dell’idiota per essersi fatto distrarre: non gli importa con quale colore, vuole solo coprire quelle stupide scritte che hanno invaso la sua casa.
Finalmente si dà da fare: inizia a passare il pennello con estrema attenzione, irritandosi a ogni spazio bianco che lascia o ad alcuni punti che vengono più scuri degli altri. All’inizio cerca di usare la vernice solo per coprire le scritte, cercando di nasconderle con dei rettangoli rossi. Però, a lavoro finito, si rende conto che quella è un’idea alquanto stupida, e poi i rettangoli sono venuti tutti storti. A questo punto, l’unica cosa che può fare è dipingere tutta la casa di rosso. Riprende secchio e pennello e inizia a rimpiazzare tutto quel bianco immacolato con il rosso. Mentre lo fa, pensa divertito che avrebbe anche potuto usare il sangue che esce direttamente dalle sue braccia, senza usare gli altri due strumenti. Ride, perché nonostante ciò sta continuando a servirsi del pennello.
 
Ha finito. Ora tutte le pareti esterne sono rosse, senza nessuna traccia di quel bianco che era lì fino a qualche momento fa.
Ma c’è ancora qualcosa che non lo convince, oltre al fatto che la pittura non è proprio uniforme. Infatti, se si osserva molto attentamente, quei QUASI sono ancora visibili. Però non può passare la vernice di nuovo, o almeno non solo in quei punti.
Non gli va di spendere altro tempo fuori, quindi decide che quel lavoro va abbastanza bene e si accinge a entrare dentro.
Sta per aprire la porta… Ma non è affatto soddisfatto di quello che ha fatto fuori!
Si allontana di nuovo dalla porta, e vede che non solo non è soddisfatto dal suo lavoro, ma ne è davvero disgustato.
Forse con una seconda passata quel maledetto muro potrebbe diventare qualcosa di decente. Si rimbocca metaforicamente le maniche che già sono alzate e comincia di nuovo il lavoro.
Adesso va molto meglio di prima, ma quei QUASI sono ancora visibili.
Si costringe a non pensarci ed entra dentro, sperando di fare qualcosa di meglio lì. Sarebbe tornato dentro dopo.
 
Questa volta, però, ha un’idea.
Va in cucina per prendere il suo coltellaccio, ed è sorpreso nel vederlo per terra, anch’esso sporco di sangue, accanto alla cornetta del suo telefono fisso, tagliata da tutto il resto. Ma non c’è tempo per farsi domande, quindi lo prende e lo porta con sé nel soggiorno.
Si avvicina senza esitazione al muro e inizia a grattar via una delle scritte. Certo, ora non è più uniformemente liscio, ma lo considera comunque un miglioramento, finché la scritta non appare di nuovo, stavolta anche leggermente in rilievo.
Capendo che il nuovo metodo non funzionerà comunque, riprende secchio e pennello e torna a fare ciò che aveva già fatto alle pareti esterne.
Se fuori i QUASI sono diventati visibili solo se osservati attentamente, dentro sono ancora più evidenti.
Non solo quello su cui ha provato la sua idea, ma anche gli altri sono diventati in rilievo. Ancora non ha finito di dipingere tutte le pareti di rosso, che già sa che sarà un disastro. Invece di passare al resto della casa, continua a passare e a ripassare vernice su quelle scritte. Gli sembra che lo osservino con disprezzo, prendendolo in giro per la sua incapacità.
In un accesso di frustrazione, getta il secchio e il pennello per terra, e il sangue che aveva preso il posto della vernice bianca macchia il pavimento.
Non se ne cura, e si avvicina di nuovo a una parete. Passa un braccio sulla scritta: se non ha più altro, userà il suo stesso sangue. Ovviamente non serve a nulla.
Sente qualcosa di freddo bagnarli una guancia. Una lacrima. Ci mancava solo quello.
Appoggia la testa sul muro, lasciando che quel QUASI lo osservi dall’alto al basso e che lo veda come quel patetico fallimento che è. Intanto tocca una ferita del braccio destro con l’indice della sinistra, e usa quel sangue per scrivere qualcosa di suo su quella parte di muro sotto il QUASI che ancora non è stata pitturata.
Come sempre.
Resta del tempo così, non riuscendo a decidere se continuare quel disperato tentativo di coprire decentemente quelle scritte apparse senza motivo o se arrendersi e lasciare che quel fallimento lo osservi ogni volta che entrerà in casa. Ma ciò non succederebbe se uscisse e non rientrasse mai più…
 
Si allontana dal muro ed esce di casa senza guardarsi indietro. Quel disastro non esisterà se non lo vedrà nessuno. 




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