Bianco e Nero

di Ater_Hailie
(/viewuser.php?uid=865236)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Non esiste solo il bianco o solo il nero. La menzogna è pubblica, il segreto no.
E' una cosa che rimase molto presente nella mia vita, queste piccole sciocchezze che tutti dovrebbero sapere, ma che tutti tentano di nascondere.
Tante, troppe parole per definire un qualcosa che è davanti al nostro volto senza rivelare la sua vera essenza. Era questo quello che succedeva alle persone come me.
Ma non è importante conoscere totalmente ogni singola sfaccettatura di quell'io innominabile, l'importante è evitare i giudizi inutili su qualcosa che ancora non si conosce, ma è proprio questo che ci rende umani, senza nessuna reale distinzione. E nemmeno io ne ero escluso, cosa insignificante, ma certa.
Si può urlare con tutta la voce che si ha in gola sillabe ricche di significato, ma sarebbe tutto inutile se nessuno fosse lì, ad ascoltarle e a capirle. Questo mondo è un grande abisso, dove l'egoismo e il proprio tornaconto sono gli unici valori davvero accettati.
Che fredda e insignificante vita che stiamo conducendo, che pietosa vista abbiamo della vita altrui.
E' forse il momento di provare a cambiare la situazione, ma non sono come quegli stupidi sognatori che tentano l'impossibile solo per vedere un briciolo di ideali perfetti, mentre l'unica cosa perfetta è la menzogna che spopola: preferisco condurre la mia vita con i miei ripugnanti valori che sembrano esser di tutti. Basta il silenzio, basta tenere quel pensiero che si sfoga solitariamente nell'oscurità, lontano da quello che poteva apparire la libertà, ma che in realtà era solo una rovina.
Ah, che città, sembra molto di più una gabbia per scimmie ben addestrate.
E chi esce dagli schemi, esce tecnicamente da questa giostra malsana, divenendo così un solo e unico individuo isolato dal resto della comunità per via del suo infondato coraggio o per la sua vana speranza di bene.
Si può vivere in due modi.
Il primo è assecondare quel movimento, quella ruota della vita in cui nulla è come le favole, ma dove i cattivi vincono e i buoni restano fottuti, divenendo così parte integrante di quel male che non è solo nero, ma anche bianco. E il secondo, come si può benissimo immaginare, consiste solo nell’uscire dagli schemi, divenire un qualcosa di ben diverso, rinnegare una vita fatta solo da una felicità apparente dedicata agli eccessi e alle superficialità.
Io? Solo bianco, solo nero.... No. Cazzate.
Si può vivere in questi due modi, o si vive in una maniera che non sembra nemmeno avvicinarsi al vero significato di vita. Basta rimanere freddi internamente, lasciando alla superficie ciò che il male vuole, tenendo il "Bene" (Perché così non si può realmente definire) per sé stessi e per coloro che forse meritano di vivere più profondamente. Negazione della felicità, negazione della propria appartenenza, un destino peggiore della normalità, più desolato della solitudine.
Menzogne. Vite fondate sulle falsità e sulle finzioni dettate solo dal proprio egoismo, costruite e rimarcate con il passare del tempo, virtù dimenticate e ripetute solo dai propri sguardi.
E' questa un'esistenza, è questa la mia esistenza, ma non l'unica.
Perché, in fondo, quasi mentendo attentamente a me stesso, rivelo un aspetto più umano di qualsiasi altro: la speranza. E spero, in fondo a quei crateri, per una specie di soluzione di quelle nebbie oscure che vogliono inghiottire tutto ciò che è una specie di minaccia, quegli ideali creati e poi divenuti distruttori.
E' una stupidità, sono stupido. E come tale, peggio che mai, rinnego questo strano sentimento, tentando inutilmente di rendermi senza speranza. Credo in una salvezza, credo in una forma al di sopra di ogni concetto che si era concretizzato in quelle menti, credo in qualcuno che viveva la mia stessa situazione. Oppressi dalla stessa aria di cui necessitiamo, creatori dei nostri stessi dolori, noi siamo distruzione.
Ignoranza. Egoismo. Invidia. Falsità.
Che virtù potrebbero mai sopravvivere se queste son quelle che ci formano?
Non esiste una salvezza per ciò, per questo non credevo nella mia insensata speranza.
Parole in ogni dove, ma la verità sembrava morta. E di sicuro quella mia lingua non l'aiuta a resuscitare.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3649824