Niente è come sembra

di Giulia_a
(/viewuser.php?uid=933265)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


-Non penso di essere pronta - dico tornando verso la porta.
-Charlotte , non fare la bambina - Nathan mi prende per le spalle e mi riposiziona nel punto di prima.
-E se lo fai tu ? Con che coraggio andiamo lì e distruggiamo tutta la sua vita - dico agitata.
-Charlotte , dobbiamo farlo insieme - ripete mio fratello deciso. Sapevo che sarebbe arrivato il momento, solo che non pensavo sarebbe arrivato così presto. Ora che tutta la base sa la verità , anche Luke merita di saperlo. Faccio vari respiri e blocco Nathan per l’ennesima volta quando prova ad entrare in camera di Luke.
-Non possiamo rimandare troppo a lungo - mi ripete liberandosi dalla mia presa. Lo seguo rassegnata , Nathan si è già seduto sul letto che occupavo io appena siamo arrivati in modo da essere davanti a mio fratello. Mi siedo a fianco a Luke , il quale è seduto a gambe incrociate sul letto e ci guarda con i suoi occhi innocenti.
-Dobbiamo parlarti di una cosa Luke - Nathan inizia a parlare facendo subito spaventare nostro fratello. Gli lancio subito un’occhiataccia , non doveva iniziare cosi !
-Ce ne andiamo ? - domanda lui preoccupato - perchè io qui mi trovo bene , ci sono un sacco di bambini con cui giocare.
-No , non ce le andiamo - lo rassicuro subito infuriandomi con Nathan in silenzio , mentre Luke si rilassa visibilmente.
-E’ solo che abbiamo scoperto che … - esito quando incontro i suoi occhi , così innocenti e ingenui , non meritano di sapere tutto quanto.
-Che io non sono il vero re - conclude Nathan per me. Il nostro fratellino passa lo sguardo da me a Nathan qualche volta sbattendo gli occhi - non capisco - dice alla fine.
-Il mio papà , non è il tuo papà. Io .. ne ho un altro, e la mamma di Charlotte, è un’altra.
-Cosa vuol dire ? - domanda con voce confusa. Al contrario di quello che pensavo non si è messo a piangere, non ha urlato spiegazioni; al contrario sta cercando di capire tutto per capire il modo migliore per affrontarlo. Il mio fratellino è più forte di quanto pensassimo.
-Vuol dire che Nathan non è il vero re , perchè il suo papà non è il vero re. Ma lo sono io , perchè il mio papà è come il tuo, il re. Ma la mamma di Nathan è la tua mamma - mi volto meglio verso di lui e gli prendo le mani con le lacrime agli occhi - ma questo non cambia niente , tu sei e resterai il nostro fratellino; e noi saremo sempre fratelli.
Aspettiamo che sia Luke a parlare per primo , aspettiamo in silenzio , mentre i suoi occhi passano da me a Nathan senza sosta.
-Quindi … anche se non abbiamo tutti gli stessi genitori siamo comunque fratelli ? - domanda per conferma dopo un lungo silenzio.
-Si - conferma Nathan per entrambi.
-Va bene - abbraccio il mio fratellino , come se non volessi lasciare mai più andare.
-Charlotte non respiro ! - mi dice corto il petto facendo ridere tutti , allento la presa e lo bacio sui capelli. 

Dopo essermi tolta quel peso posso continuare a concentrarmi sui ribelli . È evidente che ormai sono diventati una minaccia, e la cosa che odio più è come e quanto si siano insinuati nel palazzo . Il solo pensiero di come mi sentissi al sicuro tra quelle mura si fa strada nella mia mente, con i ribelli che osservavano ogni nostra mossa . L'unica cosa che mi viene difficile capire è come facciano a sapere la verità sul vero erede al trono .
Siamo al centro di controllo da qualche ora quando un soldato entra di corsa nella stanza urlando - maestà , c’è un ragazzo che la cerca.
-Un ragazzo ? - domando confusa.
-Si maestà - ripete una volta che si è ricomposto - un ragazzo chiede di lei . Chiede solo di lei.
Scambio uno sguardo con Jess e Lucas e mi alzo per seguire il soldato.
Appena scendo le scale non faccio in tempo a guardare chi sia che qualcuno mi salta addosso facendomi perdere l’equilibrio per un attimo. Mi sciolgo velocemente dalle braccia dello sconosciuto per guardarlo in faccia , incontro i suoi castani , i suoi riccioli neri , la sua pelle chiara. Per un momento sembra che il tempo si sia fermato , Max , Max è qui.
Il mio migliore amico , Max.
Vedo che mi sta parlando ma non capisco realmente cosa mi sta dicendo fino quando non torno alla realtà .
-Charlotte ! Charlotte !
-Sono qui , sono qui - mi riabbraccia ancora, come se avesse bisogno di accertarsi che sono veramente io e non il frutto della sua immaginazione. Cerco di rassicurarlo ma sotto le mie mani trema leggermente e il suo respiro è veloce.
I soldati mi guardano preoccupati e alcune persone si sono fermate a vedere la scena incuriosite , prendo il mio amico per le spalle e lo porto in infermeria da Jakie.
Solo quando è sdraiato sul letto bianco , tra le lenzuola candide e una flebo attaccata al braccio noto quanto è diverso dall’ultima volta che l’ho visto. Anche se era attraverso un computer me lo ricordo bene. I riccioli erano più corti , la pelle più abbronzata , gli occhi felici e spensierati. Mi sembrano passati anni , invece solo un paio di mesi. Se ripenso al ragazzo che conoscevo mi sembra che non sia rimasto quasi nulla, come se per tutto questo fosse stato sostituito da un’altra persona. I riccioli sono diventati più lunghi , la pelle è diventata spaventosamente pallida , il viso è scavato da enormi solchi sotto gli occhi . Sono stati gli occhi a spaventarmi di più : spenti , spaventati , impauriti.
Mi raggomitolo sulla sedia vicino al suo letto mentre la porta della stanza si apre. Matthew entra in silenzio e si avvicina alla sedia.
-Ei - mi saluta dolcemente mentre io lo guardo.
-Ei .
-Come sta? - domanda guardando il mio migliore amico nel letto.
-Jakie ha dovuto sedarlo perchè non la smetteva di muoversi , gli hanno fatto una flebo. Sto aspettando che si svegli.
-E tu come stai? - Matthew è stato poco al castello, per questo non ha potuto vedere veramente quanto fossi amica di Max e Jane, e apprezzo che sia così comprensivo in questo momento.
-Non lo so, mi sembra diverso. Non è lo stesso ragazzo che era partito per l’Italia qualche mese fa.
-Come credi sia arrivato qui ? - domanda piano. Nella sua voce intuisco che , anche se è comprensivo , non si dimentica i problemi che abbiamo .
-Non lo so - passo una mano sul viso e lo guardo sospirando - tu hai qualche idea ?
-Per quanto ne sappiano i ribelli sono in tutta Europa. L’ipotesi più probabile è che lo stato abbia espatriato tutti i turisti. Ma non so come sia arrivato qui . Lucas e Jess ci stanno lavorando.
Annuisco e torno a guardare il mio amico.
-Charlotte , potrei sembrarti insensibile e mi dispiace ma devi tornare alla sala di controllo , serve che tu approvi dei sopralluoghi - pronuncia le parole sottovoce, temendo che farlo in tono più alto possa non avere lo stesso effetto. Non smetto di guardare Max, e annuisco alzandomi dalla sedia. Matthew mi abbraccia circondandomi con il suo calore, facendomi sentire al sicuro. Mi prendo qualche istante per chiudere gli occhi e dimenticarmi momentaneamente di tutto. Mentre ritorno alla sala di controllo Matthew mi tiene la mano per tutto il tempo.

-E’ una follia !
-Non non è vero.
-Si, lo è ! E’ troppo rischioso.
Quando arriviamo Jess e Nathan stanno urlando, guardo Lucas e gli domando con lo sguardo cosa sta succedendo. Lui alza le spalle e mi raggiunge con la sedia a rotelle - Nathan ha proposto un sopralluogo che non piace a Jess.
-Posso sapere che succede ? - domando ad alta voce per farmi sentire. Jess e Nathan si guadano in cagnesco ma smettono di parlare. Raggiungo mio fratello e gli domando cos’è successo.
-Ho proposto una spedizione alle ambasciate per sapere se ci sono informazioni sui ribelli nel resto dell’Europa, ma Jess pensa sia una perdita di tempo - dice senza guardarmi.
-E’ una perdita di tempo ed è anche troppo rischioso. Metteremmo in pericolo soldati utili - dice furiosa. So che tutti si aspettano una mia risposta, ma decido di sedermi al tavolo e aspettare che i due si calmino.
-Non dici niente ? - domanda Nathan quando mi siedo.
-Mi sembra inutile parlare se siete arrabbiati - affermo sistemandomi sulla sedia - non possiamo litigare, abbiamo altro di cui occuparci - Nathan abbassa lo sguardo al mio rimprovero e si siede anche lui. Quando anche Jess si siede decido che è il caso di andare avanti - credo che spetti ai comandanti dell’esercito decidere se vale la pena mettere a disposizione soldati.
-Quindi passi la patata bollente a Matthew, non è carino ! - afferma Jess ancora furiosa.
-Non passo la patata a Matthew. Secondo me non è una brutta idea, potremmo avere informazioni nuove sui ribelli ma se lui pensa che sia troppo rischioso allora non faremo nulla - spiego facendo zittire Jess.
-Per me va bene, ma manderemo sono tre uomini , non daranno troppo nell’occhio e possono recuperare abbastanza informazioni - afferma Mathew dopo essersi consultato con Lucas. Trattengo un sorriso al pensiero che quei due stiano andando d’accordo senza volerlo, ma decido di farglielo notare dopo, quando saremo soli.
Per altre due ore passiamo in rassegna varie idee su vari sopralluoghi da fare per scoprire nuove informazioni sui ribelli. Essendo stati troppo tempo senza agire non sappiamo quando loro siano avanzati. Firmo varie carte per autorizzare tutte le spedizioni, a quanto pare la firma del comandante non serve a molto se c’è la regina. Senza andare a cena mi dirigo direttamente in infermeria a trovare Max. Lo trovo ancora a letto addormentato, mi siedo sulla sedia che ho usato prima e aspetto. 

Mi risveglio nel cuore della notte, dò un’occhiata a Max che sta ancora dormendo. Mi alzo senza fare rumore e ed esco dalla stanza. La base vista di notte sembra una città in piena estate. Sapete quando le persone vanno in vacanza e in città rimangono in pochi o nessuno, i negozi sono chiusi per ferie. Mi fermo al centro della via per assaporare la calma e il silenzio che ci sono in questo momento , di giorno una tranquillità del genere è inconcepibile. Tutti devono lavorare e hanno cose da fare, sembra che essere nella base non li distragga dal voler andare avanti nella propria vita. Probabilmente molti di loro non hanno mai visto cosa c’è al di fuori di qua. C’è un mondo, un mondo pieno di persone e opportunità che i ribelli vogliono distruggere. 

La mattina esco dalla sala comune con in mano una tazza di caffè, non avevo molta voglia di fare colazione e mi dirigo a trovare Max. Nel tragitto mi imbatto in un gruppo di persone che si sono ammucchiate, probabilmente per osservare qualcosa, mi avvicino anche io incuriosita.
Rimango sconvolta quando vedo l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere. Mi faccio largo tra la folla e lo raggiungo . Accanto a lui trovo una ragazza bionda, alta quasi quanto lui, attaccata al suo braccio come se fosse l’ultima cosa a cui aggrapparsi per sopravvivere.
-Sono perfettamente in grado di fare da solo grazie ! - il principe norvegese si allontana dai soldati che lo vogliono aiutare e avvolge il corpo della ragazza al suo fianco con fare protettivo. Quando mi vede si affretta a raggiungermi - principessa Charlotte, eccola! Finalmente l’abbiamo trovata. Dobbiamo parlare con vostro padre immediatamente.
Consapevole delle persone che ci guardano, guardo il principe e la ragazza - seguitemi se volete parlare - mi volto verso le persone radunate - voi andate, non c’è nulla da guardare.
Prima di andare via però dico ad un soldato di chiamare Matthew e Nathan.
Porto nella sala di controllo i due nuovi arrivati , stupendo Jess e Lucas quando entriamo.
-Chi sono loro ? - domanda sistemandosi subito sulla sedia.
-Sono il principe di Norvegia e ..
-Jannine mia moglie - il principe si affretta a presentare la ragazza al suo fianco.
-Eccoci perchè ci hai chiamato ? - Nathan e Matthew entrano nella sala, Matthew aggrotta subito la fronte e Nathan si avvicina al principe sorpreso.
-Noah ! - mio fratello abbraccia il principe sorprendendo tutti.
-Nathan !
Quando si allontanano dall’abbraccio mi sento in dovere di capire cosa sta succedendo , anche per gli altri - potrei sapere come mai vi conoscete cosi bene ?
-Charlotte tu hai i tuoi amici, io ho i miei - risponde solo mio fratello facendomi zittire.
-Noah questi sono Matthew, Jess e Lucas e Charlotte ma lei la conosci già - mi presenta come se fossi meno importante, credo si sia dimenticato che sono la regina ! Va bene, forse sono un po gelosa ma, come vi comportereste voi con un fratello cosi ?
-Vogliamo chiedere asilo politico a vostro padre - spiega subito Noah.
Io e Nathan ci guardiamo, ovviamente mio fratello mi guarda come per dire “ci pensi tu?” ; vorrei strangolarlo.
Dopo un profondo respiro mi avvicino a Noah - il re è morto. Io sono diventata la regina - dico con calma.
Noah rimane confuso per qualche istante , guardano me e mio fratello per capire meglio, questo però non sembra fermarlo da quello che ha in mente - quindi lo chiedo a te l’asilo politico - dice alla fine.
-Beh … - questa volta sono io che guardo Nathan per cercare aiuto.
-Certo che lo avrete - afferma lui - sedetevi qui, e dicevi come mai siete scappati.
Noah si preoccupa subito di far sedere sua moglie prima di lui, poi prende le mani della moglie riunisce le sue per dare sicurezza.
-I ribelli hanno invaso la Norvegia, prima si sono insinuati nelle campagne, poi hanno preso le città. Sono arrivati alla capitale e mio padre ha emanato uno stato d’assedio. Così l'esercito è sceso in campo ma la famiglia reale è stata spostata dal castello. Io e mia moglie non eravamo ancora sposati, così ha deciso di farlo subito, non volevo più aspettare. Poi c'è stato riferito che i ribelli avevano preso il castello reale, così siamo dovuti scappare. Abbiamo viaggiato attraverso il mare del Nord con una nave di merci,  ci siamo finti una coppia che scappava dalla guerra. Una volta arrivati in Inghilterra abbiamo cercato di arrivare al palazzo, ma ogni volta che arrivavo ad un paese questo era occupato dai ribelli.
-E come siete arrivati qui ?- domanda Lucas.
-Abbiamo seguito di carichi di merci, abbiamo pensato che così potevano portarci a qualcuno, quando siamo arrivati qui abbiamo ricercato il re. 

Di sicuro l'arrivo di un principe ha dato qualcosa di cui parlare, perché mentre Nathan spiega a Noah e a sua moglie come siamo organizzati tutti guardano solo loro.
-Sicuramente ha dato qualcosa di cui parlare - commenta Melissa sedendosi accanto a me.
-Almeno si distraggono - dico iniziando il mio pranzo.
-Allora come sta max?
-Dopo vado a controllare, ma era ancora sconvolto. Mi chiedo cosa abbia dovuto passare - rispondo rimanendo soprappensiero sull'ultima parte.
-Sicuramente qualcosa di brutto - commenta la mia amica.
Qualcosa, o meglio dire qualcuno, mi dà un bacio sulla fronte; so già chi è, Matthew, gli sorrido quando lo vedo sedersi accanto a me.
Sto per parlare quando qualcuno irrompe nella sala urlando.  Tutti si voltano vedere chi sia, Max indossa un camice bianco, inseguito da alcuni infermiere tra qui Jackie. Appena mi individua mi corre incontro, andando a scontrarsi con alcune persone sulla sua strada. Gli vado incontro per alcuni bassi, e quando ci troviamo l’uno davanti all’altra mi preoccupo per lui.
-Max… - faccio un passo verso di lui, ma il mio amico indietreggia come inorridito da me.
-Avresti dovuto dirmelo- mormora ferito.
-Cosa?- domando, cerco nei suoi occhi un inizio che mi aiuti a capirlo, ma vedo solo che il mio migliore amico non c'è più.
-Jane - dice in un sussurro facendo indietreggiare - avresti… dovevi dirmelo! - urla le parole facendo spaventare tutti.
Cerco di trattenere le emozioni, faccio un paio di respiri profondi prima di parlare - Max, andiamo a parlare in un altro posto.
-No - il suo urlo disperato mi fa male, una pugnalata al petto sarebbe sicuramente meno dolorosa.
-Max
-Jane . Dov'è Jane ? Sono qui tutti che lei?
-Max non è il posto…
-Smetti di fare così!- chiude gli occhi, si porta le mani alla testa come se fosse troppo per lui - smetti di fare la regina, smetti di fare la diplomatica per un momento e dimmi dov'è Jane ! - stizzita osservo il suo sguardo disperato , perso.
-Non lo so- dico con le lacrime agli occhi. Ammettere che la nostra amica potrebbe essere dispersa o morta è troppo per entrambi. Ma mentre io cerco di mantenere un contegno, Max non nasconde niente. Si lascia cadere in ginocchio in preda dei singhiozzi e dal dolore. Le infermiere lo aiutano ad alzarsi e lo portano via. Non oppone resistenza, è troppo distrutto distrutto dal suo dolore per pensare ad altro. 

Mi risveglio quando sento il materasso muoversi sotto il peso del corpo di Matthew . Mi giro verso di lui, due occhi azzurre mi guardano preoccupati e posso dire di conoscerlo abbastanza bene da sapere che vuole parlarmi. Attendo il silenzio che lui mi dica qualcosa ma non fa nulla.
-Dì qualcosa - sussurro .
-Possiamo farlo domani - risponde dolcemente . Dopo che Max è andato via dalla sala comune me ne sono andata anche io, la stanza era carica di troppe emozioni, di troppe persone . Sono uscita e sono andata nel mio alloggio, mi sono buttata sul letto e mi sono sfogata . Quando ti sbattono in faccia la verità fa male, ammettere che la tua migliore amica , la persona che avresti difeso a qualunque costo potrebbe essere morta è peggio di una pugnalata al petto. In confronto fa il solletico. Non c'è l'ho con Max , lui ne aveva tutto il diritto di chiedere di lei .
Il pensiero di Jane mi aveva sfiorata qualche volta, ma non ci avevo dato troppo peso . Ho pensato che poteva essersi salvata, ma vedendo quello che è successo negli ultimi giorni ... non pensavo che la situazione fosse degenerata così tanto .
Matthew mi circonda con le sue braccia, rimaniamo così fino a quando non ci addormentiamo tutti e due . 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3650473