Niederhagen - Il Segreto Perduto

di pierjc
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EPILOGO
 
«Che cosa? Col poliziotto? Non posso crederci!» esclamò Ale.
«Già» rispose Leonardo, visibilmente deluso.
I due si trovavano al solito bar in cui si incontravano per fare colazione insieme.
«In un colpo solo ho perso la scoperta del secolo e l’amore della mia vita» proseguì.
«Quando li ho visti baciarsi. Mi è caduto il mondo addosso. Come devo fare? Sono innamorato di lei».
«Leo, purtroppo queste cose vanno così. Bisogna battere il ferro finché è caldo. Tu hai aspettato troppo e quel bestione te l’ha fatta sotto il naso».
«Accidenti a me! Non sono riuscito a prendere neanche un souvenir da quel bunker. È come se tutta questa storia non fosse mai esistita!».
«Non fartene una colpa. La ruota gira, magari la prossima volta riuscirai a scoprire l’isola dove si nascondono le star dichiarate morte!» commentò Pinto.
Quella frase era riuscita a far tornare, seppur per pochi istanti, il sorriso sul volto di Leonardo. Inzuppò il suo cornetto nel cappuccino e gli diede un morso. Era uno dei pochi piaceri ai quali non avrebbe mai saputo rinunciare. Non aveva vizi particolari. Non era un maniaco dei videogiochi come il suo amico.
«Consolati col fatto che un giorno potrai raccontare questa storia ai tuoi nipotini» aggiunse Ale.
«Avrei tanto voluto che potesse esserci un lieto fine però» rispose Leonardo.
«E cosa ti dice che è troppo tardi per averne uno?».
Il giovane era rimasto leggermente confuso da quelle parole. “Che cosa vorrà dire?”.
Senza aggiungere altro, Pinto si alzò e lasciò il suo amico.
«Pinto? Che succede? Dove vai?» gli domandò.
Ma, voltandosi, capì il perché di quelle parole.
Era Francesca. Si trovava lì, a pochi passi da lui. Lo guardò e sorrise. Leonardo le sorrise di ricambio.
«Posso sedermi?» chiese la bibliotecaria.
«Certo».
Il ragazzo non sapeva che dire. Non le aveva scritto nulla nei giorni successivi al loro ritorno. Ma quella era stata una piacevole sorpresa.
«Aspettavo una tua chiamata o qualcosa di simile» disse Francesca.
«Già. Ho avuto da fare, rimettere a posto alcune cose, riprendermi un po’ da quello che è successo».
«Sai, ero qui da un po’ e ho sentito la vostra conversazione».
Leonardo sbiancò in volto. “Ha sentito tutto?”. Che figura aveva fatto. Si sentiva infinitamente stupido. Se ne avesse avuto la possibilità sarebbe diventato invisibile e se la sarebbe squagliata.
«Ho una cosa da dirti» continuò la ragazza.
«Cosa?».
Lei gli si avvicinò e lo baciò. Fu il bacio più bello della loro vita. Fu liberatorio. Non c’era bisogno di parole. Quel gesto aveva chiarito tutti gli equivoci che c’erano stati. Avrebbero dovuto farlo molto tempo prima. Ma tutta quell’attesa aveva reso quel momento ancora più dolce.
Leonardo la guardò negli occhi e commentò: «Wow!».
Lei sorrise. Lui si fece più cupo: «E quel bacio con Roberto?».
«Mi ha baciata lui. Pensava che io corrispondessi i suoi sentimenti. Sono stata chiara con lui. Io amo te».
Dopo quell’affermazione si baciarono di nuovo. Pinto aveva avuto ragione. Non è mai troppo tardi per un finale a lieto fine.




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