Under the Same Sky ~ Spira

di whitemushroom
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Medaglie

“Una nave che scivola nell’aria … tipo quella di cui hai parlato prima”.
Paine si rende conto di avere tutti gli sguardi della squadra su di lei, compreso Nooj. A volte si chiede se i suoi compagni abbiano davvero tutti gli ingranaggi a posto. “Sì, sono serissima. Il mio sogno è volare”.
Come al solito la conversazione è partita da Baralai, come tutte le altre discussioni senza né capo né coda dove cerca di trovare un senso all’esistenza o una spiegazione all’origine di Sin e che finiscono irrimediabilmente con la sua retorica assillante che cozza con il pensiero spaccone e limitato di Gippal. Paine osserva la notte stellata, domandandosi cosa la abbia spinta a rispondere al quesito del suo pio compagno.
Quegli sguardi su di lei la fanno pentire.
Dovrebbe ricordare al gruppo di tornare sotto coperta e riposare: domani inizierà l’operazione Mi’hen, e con essa verranno assegnate le medaglie che sanciranno l’ingresso ufficiale alla Crimson Squad. Le chiacchiere sul futuro dovrebbero lasciarle volar via.
“Beh, saresti una perfetta pilota. Io potrei occuparmi di studiare le carte e decidere la rotta”.
Baralai si solleva, rivolgendole un’espressione che sulla sua faccia potrebbe essere considerata un sorriso; Paine lo squadra, cercando di capire dove il sacerdote voglia andare a parare, ma Gippal si intromette tra loro e la sfera, stranamente sobrio. “Ovviamente io sarò l’ingegnere della ciurma!”
“E tu, Nooj?”
La verità è che non ha mai immaginato molto il suo futuro. Ha sempre sognato diventare una grande reporter, girare il mondo, svegliare le coscienze della gente, e da quando si è unita a Yevon le sembra che questo pensiero in origine senza forma si stia trasformando in un piccolo sentiero nella sabbia, un cammino che potrebbe trasformarsi in una vera strada se riuscisse a raggiungere la notorietà della Crimson Squad. Eppure il quesito di Baralai, quello sul suo vero sogno, ha toccato qualche parte del suo cuore che credeva di aver dimenticato, il senso di poter diventare leggera come un gabbiano e volare sopra il mare, sopra i paesi, sopra Sin ed ogni cosa fino a sparire tra le nuvole.
Non ha mai visto nessuno al suo fianco nel proprio futuro. E adesso, alla vigilia del giorno più importante della sua carriera, le sembra d’improvviso di essere sempre stata sola.
Almeno fino ad ora.
Ed è sempre quel frammento del suo cuore a farla rispondere. “Sarebbe un meraviglioso capitano”.
Sì, loro quattro. Insieme. Gippal con la sua stupidità, Baralai con la sua espressione saccente e Nooj che si volta verso di loro con uno sguardo inamovibile e brontola: “Non credo di avere l’esperienza necessaria per comandare”.
“Rilassati Nooje!” esclama Gippal, avvicinandosi a lui e sospingendo anche gli altri verso un unico punto del ponte, tutti insieme, davanti alla luce della sferocamera che nonostante la nottata e la batteria quasi scarica continua a riprendere. “Tutto ciò che deve fare un capitano è rimanere in silenzio e sembrare qualcuno di importante. Sei tagliato per il ruolo, fidati!”
“Saresti perfetto”.
Ormai la nottata sta capitolando. Sono loro quattro, vicini come non lo sono mai stati, e Paine non ha la più pallida idea di cosa le stia dicendo il cervello mentre osservano ridacchiando le stelle e si stringono uno accanto all’altro per entrare meglio nella registrazione, quasi come se parte di loro temesse il domani, la sfida, la fine della loro strana avventura e volessero rimanere per sempre insieme in quel filmato che senza dubbio uscirà in qualità scarsissima. Persino Nooj compie un passo cigolante verso di loro. “Vi farò sgobbare come cani. Siete avvisati”.
Paine non ricordava di saper ancora ridere così bene.


Oggi avrei dovuto parlargli.
Quanti anni sono passati? Due? Tre? Venti?
Baralai è rimasto lo stesso, la stessa retorica, gli stessi gesti disegnati col pennello, la stessa espressione immobile con cui ha accolto Yuna al nuovo tempio di Yevon. Avrei dovuto dirgli qualcosa, eppure ho preferito dargli le spalle come la più schifosa dei vigliacchi.
Cosa siamo diventati, ragazzi?
Abbiamo sacrificato noi stessi per le medagli luminose della Crimson Squad, ed ecco ciò che è accaduto.
Non so cosa sia successo al nostro sogno. So solo che non mi importa più nulla della guerra o di Sin, voglio solo capire cosa sia accaduto quel giorno. Se vi è rimasto ancora qualche frammento di reporter dentro di me, sono certa che sia quello a supplicare la verità, a voler bruciare Yevon dalle fondamenta per riavere anche solo una scintilla di voi e di me.
Non avremmo mai dovuto partecipare all’operazione Mi’hen.
Non saremmo mai dovuti scendere in quella dannata caverna.


 


Paine, Nooj, Gippal, Baralai (Crimson Squad)
DESTINO SULLE ALI DEI GABBIANI

 

THE END




Ed anche questo gruppo di amici giunge finalmente a conclusione. Ammetto che ero partita con l'intenzione di narrare le loro vicissitudini durante gli eventi di FF X-2 e snocciolare la loro tragedia attraverso le drabble, ma in questo caso le parole non mi hanno aiutata affatto. Ho quindi deciso di dedicare loro piccoli eventi, semplici ed allegri, che raccontassero la loro vita prima dell'operazione Mi'hen, far vedere come personalità così diverse potessero stare insieme senza esplodere. Lascio un piccolo ringraziamento anche agli utenti Devilangel e Ash Visconti che mi aiutano a recensire delle storie su un fandom come questo che altrimenti sarebbe crollato nel dimenticatoio.
Piccola curiosità che voglio dividere con voi: stavo cercando su internet un'immagine che comprendesse TUTTI i membri della Crimson Squad, non solo i tre maschi che compaiono nel poster ufficiale. Quando mi sono imbattuta nell'immagine che potete vedere a fine storia stavo baciando per terra chiedendomi quale santo dovessi ringraziare per avermi fornito proprio l'immagine che cercavo (l'unica in tutto il web, giuro che non ne esistono altre) ... per poi scoprire che l'avevo fatta io almeno cinque anni fa e di cui avevo totalmente cancellato il ricordo. Ragazzi, so che non ve ne importa nulla, ma mi stavo abbracciando da sola per la lungimiranza!!!!!!!




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