Un
dimante per ogni lacrima
I
Le Fou seguì ancora
la piccola luce che appariva e spariva davanti a lui.
Lo avrebbe portato da
Gaston. Ne era certo.
Sapeva di avere a che fare
con la magia, ma in quel momento non gli interessava se fosse magia
bianca o nera dopo tutto quello che aveva visto al castello.
Gli importava solo che
quella scintilla dorata mantenesse la promessa di riportarlo da
Gaston.
Lo stava facendo allontanare
dal castello e presto lo condusse su un sentiero che scendeva verso
il fiume.
Le Fou non sapeva cosa
pensare.
Un momento era sicuro che
Gaston se la fosse data a gambe dopo essersi reso conto di aver
provocato una sommossa contro il loro signore, un momento dopo invece
lo immaginava ferito che si trascinava via lontano dagli artigli
della bestia.
Quando Gaston lo aveva
abbandonato durante la battaglia del castello lui aveva sentito il
suo cuore spezzarsi come l'ingranaio di un orologio troppo vecchio,
ma poi... era Gaston! Era stato innamorato di lui per anni ed era
stato arrabbiato solo per poche ore, e non poteva semplicemente
dimenticare tutto quello che avevano passato insieme.
E quindi lo aveva cercato
tra la folla che c'era al castello, tra oggetti che si
ritrasformavano in persone, ricordi cancellati che tornavano e
famiglie che si ritrovavano.
Non lo vedeva da nessuna
parte, poi il suo sguardo aveva incrociato quello di Agatha, e allora
la scintilla di luce era apparsa davanti ai suoi occhi proprio mentre
pensava a lui più intensamente.
Continuò ad avanzare
tra gli alberi e sulle rocce.
Una volta quello doveva
essere stato il letto di un torrente o di un ruscello che portava
acqua al fiume durante i momenti di disgelo, per questo i sassi erano
esposti ma levigati.
Il sentiero e la scintilla
lo portarono proprio giù al fiume.
-E adesso? Lui dov'è?
Ti avverto che se non...-
La piccola luce svolazzò
un paio di volte attorno alla sua testa, prendendosi gioco di lui e
dei suoi patetici tentativi di acchiapparla, poi però si tuffò
in acqua e lo guidò controcorrente in direzione di una secca
vicino alla riva.
Quando vide il corpo,
cominciò a correre.
No, non poteva essere
Gaston! Quella cosa fradicia ed abbandonata sul greto dalla corrente
non doveva essere Gaston!
Non voleva credere che di
Gaston, del suo eroe, del suo amore, fosse rimasto solo un
corpo spezzato sulla riva di un fiume.
La giubba rossa però
non lasciava dubbi.
Le Fou sentì il cuore
che si accartocciava nel petto.
Credeva di avere abbandonato
Gaston nel momento esatto in cui Gaston aveva abbandonato lui, ed
invece a vederlo in quelle condizioni l'ultima cosa che Le Fou
pensava era portargli rancore.
Lui non aveva mai voluto che
Gaston finisse male!
Avrebbero potuto risolvere
la cosa con una scazzottata (che Gaston avrebbe sicuramente vinto)
perché quello era un conto personale tra lui e il troglodita
di cui aveva avuto la sfortuna di innamorarsi da quando aveva
diciassette anni.
Corse verso Gaston
inciampando nell'acqua e quando lo raggiunse cadde in ginocchio
accanto a lui.
Gaston era bagnato fradicio,
con il viso tanto pallido da sembrare grigio; le sue vesti erano
strappate ed ogni strappo era scuro di sangue che nell'acqua di
allargava come un alone.
Le Fou si chinò su di
lui per cercare il respiro sulle sue labbra, poi il battito del cuore
sotto la giubba rossa da soldato.
Niente.
Il silenzio lo risucchiava
in un vuoto orribile, in cui lui vagava alla spasmodica ricerca di un
suono.
Non c'era niente. Nessun
segno di vita.
-No, non puoi andartene
così! Tu sei il più forte, Gaston, tu... tu sei... sei
Gaston! Non puoi lasciarmi solo. Andiamo, svegliati!-
Ma lui non si mosse. Le Fou
sapeva che non si sarebbe mosso più, adesso che aveva il
silenzio nel petto ed il respiro congelato tra le labbra livide di
freddo.
I capelli si erano sciolti e
gli si erano incollati al viso in striature nere.
Una volta i suoi capelli
erano stati così belli. Le Fou avrebbe dato chissà
cosa, un tempo, per accarezzarli, ma non in quel modo.
Era sbagliato che lui gli
togliesse le ciocche dal viso quando erano appiccicate dalla stessa
acqua che lo aveva annegato.
Avrebbe dovuto poterlo
accarezzare nella luce del primo mattino, nel letto che avevano
diviso, anche se per una volta sola.
E adesso era davvero
impossibile. Quell'unica volta sarebbe rimasta un sogno infranto come
una bolla di cristallo.
La sofferenza gli esplodeva
dentro come i colpi della carabina di Gaston quando andavano a caccia
insieme.
Le Fou pianse tutto il
dolore del suo cuore ingenuo mentre gli stringeva la mano.
"Scusa... scusami,
Gaston, lo so che non dovrei piangere. Lo so che ti darebbe fastidio
vedermi frignare come una donnicciola. Dovrei essere forte come te.
Ma io non sono te. Mi dispiace, io non sono Gaston, sono solo Le Fou.
Il povero, ingenuo, imbranato Le Fou"
-Stai soffrendo molto-
Le Fou alzò di scatto
la testa ed era... Agatha? Ma no, impossibile: era così bella!
Stava davanti a lui sulla
riva del fiume ed aveva il viso semi coperto dal cappuccio.
-Tu... Agatha...-
-Sì, è uno dei
miei molti nomi. Più spesso mi chiamano Incantatrice-
Agatha lasciò cadere
il cappucio ed il mantello logoro, ed apparve in tutta la sua
bellezza con abiti degni di una principessa.
Le Fou si spostò in
modo da mettersi tra lei e Gaston, perché dopo aver saputo
cosa aveva fatto al principe non osava immaginare cosa avrebbe fatto
a Gaston; anche il Capitano era un egocentrico egoista e presuntuoso,
quindi...
Poi ricordò che
Gaston era morto e che era inutile proteggerlo, e allora ricominciò
a singhiozzare.
-Straordinario. Tu piangi
per lui-
-Come potrei non piangere?
Lui era la mia vita-
-Lo vedo. Nessuno lo ama
come te. Vuoi salvarlo?-
-Non posso salvarlo. Non
più. È stata colpa mia che l'ho lasciato solo-
-Non è troppo tardi.
Io posso ancora salvargli la vita, ma tutto ha un prezzo-
Le Fou scattò in
piedi, gli occhi sgranati ed il respiro corto per l'emozione.
-Davvero puoi? Ti prego,
fallo! Io non possiedo molto denaro, ma ti ripagherò in
qualunque modo. Dimmi qual'è il prezzo-
L'Incantatrice tese le mani
e tra esse apparve una coppa d'oro piena fino all'orlo di diamanti.
-Le riconosci? Sono tutte le
lacrime che hai versato per lui. Un diamante per ogni lacrima. Puoi
riaverle indietro e lasciare a me la sua vita oppure puoi riscattarla
lasciando a me queste-
-Tienile! Io voglio lui.
Ora, ti prego, salvalo-
-Molto bene-
L'Incantatrice si avvicinò
a Gaston. La coppa non era più tra le sue mani ma era sospesa
in aria dal suo potere magico.
-Aspetta, Agatha! Senti,
scusa, ma... ecco, so che spesso Gaston non è stato molto
gentile con te-
L'Incantatrice lo guardò
con un sopracciglio alzato.
-Va bene, lo ammetto: è
stato villano ed offensivo- aggiunse in fretta Le Fou -Il suo
comportamento è stato terribile ed io mi scuso al suo posto.
Anzi per tutti e due, visto che non l'ho mai fermato-
-Perché mi dici
questo?-
-Perché temo che tu
lo trasformi in una bestia o in qualche altra creatura come hai fatto
con il principe Adam. Per favore, non farlo. Lui è testardo e
maleducato e tante altre cose, ma in guerra ha visto cose terribili.
Ha già sofferto-
Il viso dell'Incantatrice si
aprì in un sorriso e la donna alzò una mano per
accarezzargli il viso.
Il contatto lo calmò.
Era gentile, confortante, e Le Fou fu certo che l'Incantatrice non
avrebbe fatto alcun male a Gaston.
-Ragazzo mio. Anche se
avessi voluto fargli un sortilegio, come potrei adesso che ho visto i
tuoi occhi? Ma ora dobbiamo sbrigarci, il suo tempo scorre veloce-
Agatha fece salire la coppa
in alto e lasciò che i diamanti cadessero su Gaston in una
cascata di luce.
Non appena l'ultima pietra
fu caduta, la magia avvolse il Capitano di una luce dorata; le ferite
sul suo corpo si richiusero, il freddo lasciò le sue membra,
il respiro tornò a sollevargli il petto.
L'Incantatrice alzò
una mano ed il corpo di Gaston fu sollevato dall'acqua ed adagiato
gentilmente all'asciutto sulla riva.
Per un attimo Le Fou lo
tenne tra le braccia, prima che il peso dell'uomo ancora incosciente
gli facesse piegare le ginocchia.
Di nuovo Le Fou cercò
il cuore, e stavolta lo trovò che batteva contro le costole
forte come era sempre stato.
-È vivo... grazie!
Oh, grazie!-
Stavolta le lacrime che gli
pizzicavano gli occhi erano di gioia e sollievo.
Agatha gli sorrise, poi si
chinò su di lui per accarezzargli di nuovo il viso.
-Non devi ringraziarmi. Il
tuo amore vale la pena di fare un incantesimo in più. Ora però
ascoltami: la mia magia non è onnipotente; tu hai comprato una
seconda occasione per la sua vita con il tuo dolore, ma adesso lui
dovrà imparare a vivere in un modo giusto. È da molto
che lo osservo, e se tu non avessi sofferto tanto per lui, non avrei
avuto alcun motivo per salvarlo. Ora tocca a lui imparare ad
apprezzare il valore della vita-
-Ma questo vorrebbe dire
cambiarlo. Gaston non si farà cambiare. Come posso fare?-
-Da tutto quello che è
successo di recente deve avere imparato qualcosa, soprattutto da
quando ha visto la morte in faccia. Vedrai che con il tuo aiuto ci
riuscirà-
Le Fou guardò di
nuovo Gaston.
Adesso gli sembrava solo
addormentato come lo aveva visto tante volte alla taverna dopo
qualche birra di troppo.
Sorrise. Finché
Gaston era vivo c'era una speranza.
-Lo aiuterò in ogni
modo possibile. Ti ringrazio, Incantatrice-
-Sei stato tu a fare la
scelta giusta. Se tu avessi rivoluto indietro i diamanti, ti
sarebbero rimaste solo lacrime-
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Nel Cerchio della
Strega
Sono tornata, stavolta con
qualcosa di più serio (chi ha letto "Nobody bites like
Gaston" comprenderà).
Diciamo che sono una fan
delle seconde opportunità, e siccome Agatha/L'Incantatrice era
lì al castello ho scelto il topic di lei che salva Gaston.
Con un aiuto di Le Fou,
ovviamente.
Io ho amato il personaggio
di Le Fou ed il suo rapporto con Gaston durante tutto il film.
Al di là di tutte le
polemiche sul fatto che la Disney abbia inserito il primo personaggio
omosessuale in un film, a me Gaston e Le Fou sono piaciuti
tantissimo.
La battuta "Pensa a
cose belle... pensa alla guerra, alle esplosioni, alle vedove..."
merita da sola tutto il film.
Piuttosto, dato che è
una fanfiction, mi sono divertita ad inserire citazioni dalla canzone
principale "La bella e la Bestia", quella che tutti
conosciamo.
Lady Shamain
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