Un
diamante per ogni lacrima
II
Il suo ultimo ricordo era la
vertigine della caduta e poi un dolore lancinante in tutto il corpo.
Poi il nulla.
Il suo ultimo pensiero era
stato "Sto morendo".
E invece ora sentiva
qualcosa.
Aveva la sensazione di avere
un corpo, sebbene tutto indolenzito, e se aveva un corpo allora
doveva essere vivo.
Tentò di aprire gli
occhi ma riuscì solo a sollevare di poco le palpebre per
vedere che sopra di lui c'era la volta azzurra del cielo.
Era vivo.
Il sollievo era tale da
gonfiargli il petto di qualcosa che non riusciva a comprendere.
Ricadde nell'incoscienza ma
stavolta era più tranquillo: qualcosa gli diceva che non
sarebbe morto.
Quando si svegliò la
seconda volta andava molto meglio: il sole era sparito dietro gli
alberi ed accanto a lui c'era una figura fin troppo familiare.
-Le Fou? Cosa...? Dove...?
Credevo di essere morto. E invece mi sono svegliato. Le Fou, tutto
questo è vero? Sono vivo?-
Almeno poteva guardarlo: le
palpebre non pesavano più come macigni.
-Certo che sei vivo, Gaston.
Te lo garantisco io-
-Come è possibile?-
-È una storia sai...
ma non è il momento adesso. Dobbiamo andarcene-
-Perché?-
-Sarebbe più saggio
che tu non ti rifacessi vedere al villaggio tanto presto. Dunque
vediamo: hai cercato di uccidere Maurice, poi volevi farlo
rinchiudere in manicomio, poi hai rinchiuso anche Belle, la ragazza
che volevi sposare, ed infine hai trascinato l'intero villaggio in un
attacco suicida contro un castello incantato. Ed hai cercato di
uccidere la bestia, che però non è una bestia, anzi,
guarda un po'? Era il principe padrone di queste terre-
Gaston lo guardava ad occhi
sempre più sgranati perché tutto ciò che Le Fou
gli aveva detto gli sembrava uno scherzo folle.
Si tirò su a sedere
per trovarsi alla sua stessa altezza.
-Allora non è stato
un sogno?-
-No-
-Quella bestia era vera?-
-Vera come te. Senza offesa-
-E non era una bestia ma il
signore di queste terre?-
-Eh, già. E tu hai
fomentato una rivolta contro di lui. Tecnicamente credo che questo ti
costerebbe l'impiccaggione-
Gaston si portò una
mano alla gola come se già sentisse il cappio di corda che lo
stringeva.
-Le Fou, vecchio mio... tu
non mi denuncerai, non è vero?-
Lui lo guardò
corrucciato.
-Forse dovrei farlo. Te lo
meriteresti. Al castello tu mi hai usato come scudo contro un
appendiabiti che picchiava piuttosto forte, e poi, non so se ti
ricordi, ma mi hai lasciato sotto un clavicembalo. Hai presente di
cosa parlo, giusto?-
-Al momento non...-
-Oh, per favore! Neanche io
sono così stupido-
Gaston rimase zitto. Era
confuso.
Le Fou non gli aveva mai
risposto in quel modo, e qual che era peggio lui non riusciva a
rispondere come avrebbe fatto di solito.
Non riusciva a pensare a
nulla per ribattere e allora si limitò a guardarlo minaccioso,
scoprendo con sorpresa che Le Fou sosteneva il suo sguardo a testa
alta.
Solo il giorno prima un suo
sguardo del genere sarebbe bastato per fare scattare Le Fou come un
cavallo a cui avessero fatto schioccare la frusta sui fianchi, invece
in quel momento non riusciva ad imporsi.
-Comunque sia, Gaston, per
tua fortuna un clavicembalo è meno pericoloso della forca,
quindi ti aiuterò ancora una volta-
Gaston sentì il fuoco
dell'offesa bruciarlo da dentro.
Come osava? Nessuno doveva
permettersi di usare quel tono di condiscendenza con Gaston!
-Chi ti credi di essere?
Pensi che io abbia bisogno della tua pietà? Posso farcela
anche da solo-
Provò a rimettersi in
piedi ma appena fu sulle gambe le vertigini stavano per farlo
crollare di nuovo a terra.
Strizzò gli occhi,
mentre tutto il mondo girava e lui non riusciva a trovare nessun
punto fermo per orientarsi.
No, quello no! Aveva una
paura folle di quel malessere!
Stava barcollando come un
ubriaco ma era toppo spaventato per preoccuparsene.
La sua mano afferrò
qualcosa e lui si aggrappò istintivamente a quell'appiglio con
tutto il corpo; quella cosa lo riaccompagnò gentilmente a
sedere per terra perché non cadesse, ma poi non lo lasciò.
Una volta, da ragazzo, era
caduto in un fiume, e per non farsi trascinare sott'acqua dalla
corrente si era aggrappato ad un tronco galleggiante.
La sensazione era la stessa,
come se gli unici punti fermi del mondo fossero lui ed il suo
appiglio, ma stavolta non era un tronco; si era aggrappato a Le Fou,
che gli teneva un braccio attorno alle spalle nonostante la
differenza di altezza.
-Perché lo fai? Sei
offeso con me. Vattene via-
Ringhiò ancora ad
occhi chiusi, odiandosi per essere così debole.
Aveva appena cacciato Le Fou
ma già se ne pentiva, perché senza di lui sarebbe stato
solo.
Il pensiero gli faceva
provare un terrore cieco, la stessa paura primitiva che attanagliava
la preda che si sente spiata dal cacciatore senza riuscire a vederlo.
Lo stesso terrore che lo
aveva preso quando la bestia lo aveva tenuto sospeso nel vuoto sulla
torre e lui per la prima volta nella vita si era sentito vulnerabile
ed in pericolo.
-No, Gaston. Sono offeso ma
non ti lascerò-
-Perché?!-
La risposta gli giunse con
una voce bassa, che lui riuscì a sentire solo perché
era vicinissimo a Le Fou.
-Perché sono davvero
uno stupido come dice il mio nome e nonostante quello che hai fatto
io ci tengo a te-
A quelle parole la rabbia
sparì come d'incanto.
La bestia, il castello,
Belle... non esisteva più nulla. Solo l'abbraccio di un amico.
-Ma tu devi promettermi una
cosa- aggiunse in fretta Le Fou.
Non era mai stato così.
Le Fou non era mai stato così sicuro di sé, e questo lo
confondeva.
Dove era finito l'amico
fedele pronto a dargli ragione su tutto?
-Che cosa vuoi?-
-Devi imparare a
rispettarmi-
Lui aggrottò le
sopracciglia.
Perché mai Le Fou
pensava che lui non lo rispettasse? Non aveva sempre riservato gli
scherzi più crudeli proprio per lui?
-Non capisco che vuoi dire-
-Te lo spiegherò
quando capiterà l'occasione. Accetti questa condizione?-
-Bé... Sì,
accetto-
Le Fou si alzò in
piedi e gli tese la mano.
Non era mai capitato prima.
Di solito era Le Fou che
finiva a terra e Gaston che lo agguantava dalla collottola e lo
tirava in piedi con un sorriso di scherno.
Gaston si rialzò
ignorando l'aiuto che gli veniva offerto, ma stavolta si sollevò
più lentamente per evitare nuove vertigini.
-Va bene. Se non possiamo
tornare a Villeneuve, che facciamo adesso?-
-Andiamo al capanno di
caccia in mezzo al bosco. Tutti ti credono morto e nessuno si
preoccuperà se io scompaio. Resteremo lì un paio di
giorni per riposare e fare calmare le acque, e poi ci metteremo in
viaggio per lasciare queste terre-
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Nel Cerchio della
Strega
Secondo capitolo. E già
litigano!
Grazie a tutte le persone
che seguono la storia, tra recensioni, preferite, ricordate e
seguite.
Non credevo che sarebbe
stata accolta così bene, perciò grazie, ed una rosa a
tutti.
Lady Shamain
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