Quando non sai come vestirti

di pierjc
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Marzo. Quel mese adorabile e burlone che cambia idea ogni mezz'ora.

Risulta sempre simpatico camminare per strada con un vestiario inadeguato al clima effettivo. Bisogna saper calibrare l'equipaggiamento al pari di ciò che potrebbe avvenire quando il sole sarà alto nel cielo. Cacciando fuori il naso all'alba mi verrebbe voglia di calarmi in un cappotto di lana termico che persino Di Caprio in "Revenant" reputerebbe eccessivo.
E probabilmente ha ragione.

Così, al pari di un comandante militare intento a scegliere con accuratezza cosa portarsi in battaglia, io apro l'armadio e cerco di rispettare il rapporto caldo/freddo, scegliendo indumenti convertibili rapidamente all'occorrenza.
Sono pronto ad uscire. Il mio pensiero ricorrente è "perché non mi sono messo quell'altra maglia, che era più calda?". Qualche altro passo e "effettivamente questo giubbetto è un po' troppo leggero". Poi vedo un omuncolo saltellare al ritmo di una corsetta mattutina. Lo vedo avvicinarsi sempre di più. E resto sconcertato. T-shirt e pantaloncino corto
Ok. O la mia percezione della temperatura è alterata in modo irreversibile oppure quel tipo è uno stoico eroe incompreso dei nostri giorni.

Arrivo alla fermata del pullman. C'è solo un altra persona ad aspettare con me. Mi giro e la guardo. Maniche corte. D'accordo, qui dev'esserci un errore di default. Il corridore di prima poteva anche essere giustificato dal fatto di riscaldarsi con la corsa. Ma sta tipa qui?
Io guardo lei e lei guarda me. Attimi degni di un libro di Moccia. Cerchiamo di capire chi dei due è quello fuoriluogo. Peccato che non ci sia qualche altra persona in grado di poter spostare l'ago della bilancia dall'una o dall'altra fazione. Così la chiudiamo pari e patta.

Mezzogiorno. Siberia. Questo tempo cambia umore peggio di una donna durante i suoi giorni. E qui ho un'illuminazione. E se Marzo fosse proprio il mese in cui l'anno ha le mestruazioni? Provo a fare questa battuta ad un mio collega. Mi guarda, accenna un sorriso e torna a pensare ai fatti suoi. Battuta pessima, cerchiamo di non riproporla. C'è comunque un minimo di rispettabilità da mantenere.




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