- Titolo:
L’eroe
assassino
- Autore:
AtobeTezuka
- Fandom:
Originale
- Tipologia
+ numero di parole: FlashFiction
466 parole
- Personaggi:
Originali
- Pairing: //
- Genere:
Angst,
Introspettivo, Guerra
- Rating:
Giallo
- Avvertimenti:
//
- Introduzione:
Un
militare non ricorda esattamente cosa l’abbia spinto ad
intraprendere quella strada.
- Note
dell'autore (Se ce ne sono): //
- La
storia partecipa al contest Live fast, die young (and have a
good-looking corpse) indetto da My Pride sul forum di EFP
Storia partecipante al contest Situazioni XY di Biancarcano e harriet;-) sul forum di efp”.
- L’eroe
assassino
-
- Per
quale motivo avevo deciso di arruolarmi?
- Per
quale motivo avevo deciso di supportare il governo in queste assurde
guerre?
- Per
quei Paesi in continua lotta l’uno fra gli altri?
- Per
fermare lo sterminio di quelle popolazioni?
- Per
difendere il mio Paese?
-
- Non
ero più in grado di ricordare cosa mi avesse spinto a
intraprendere
questa ed ero certo che non avesse più la minima importanza.
-
- Avevo
ucciso degli uomini.
- Avevo
stroncato delle vite.
- Avevo
distrutto delle famiglie.
-
- Se
ci pensavo, probabilmente quei genitori non avevano altro desiderio
se non quello di riabbracciare i figli.
- Gli
avevano lasciati per proteggere la loro patria, per donare un futuro
ai loro pargoli, un avvenire senza guerre e senza paura: io avevo
distrutto i loro sogni, così come qualcuno stava
distruggendo il
mio, ma non ricordavo più quale fosse.
-
- Quel
proiettile nel mio ventre, credo avesse perforato qualche organo
interno, la milza forse? L’intestino? Non lo sapevo e nemmeno
m’interessava: volevo solo morire e mettere fine per sempre
allo
sterminio cui assistevo ogni singolo giorno, ma almeno loro avevo uno
scopo, io invece no.
- Era
quello che provavo tutte le vittime cadute sotto il mio fucile? La
consapevolezza di aver ucciso per difendere i propri cari, ma io non
avevo nessuno: ero un orfano senza casa, con un passato che volevo
dimenticare e senza una certezza per il futuro.
-
- La
mia vita stava giungendo al termine e man mano che arriva la mia
fine, i miei ricordi si facevano sempre più chiari
così come le mie
vecchie motivazioni.
- L’avevo
fatto solo ed elusivamente per i bambini: non volevo che diventassero
orfani, dovevano crescere in una famiglia calda e amorevole.
-
- Non
dovevano vivere nella mia stessa situazione.
- Non
dovevano conoscere la mia solitudine.
- Quante
famiglie affidatarie avevo cambiato dalla morte dei genitori?
- Quante
di loro mi avevano cacciato perché non ero il figlio che
volevano?
- Quante
mi avevano deluso?
- Nessuno
doveva passare una sorte come la mia.
- Nessuno
doveva crescere senza genitori.
- Non
dovevano vivere così!
-
- Alla
fine avevo tradito i miei ideali: per proteggere delle famiglie,
avevo distrutto delle altre.
- Che
doppio senso!
- L’unica
cosa che desideravo fare era piangere, ma non avevo nemmeno la forza
di versare una singola lacrima, anche perché nessuno avrebbe
rimpianto la mia morte, ma dentro di me sapevo di meritarmelo.
-
- Ero
un eroe perché avevo difeso delle famiglie.
- Ero
un assassino perché avevo stroncato delle famiglie.
- Ero
un eroe perché avevo avuto fede ai miei ideali.
- Ero
un assassino perché avevo tradito i miei ideali.
-
- Nessuno
avrebbe rimpianto la mia morte o pianto per me, ma dentro di me
sapevo che per le mie crudeli azioni, non meritavo nessuna fine
tranne questa ed era l’unica consapevolezza che avevo.
- E
in quell’istante, io Andrew Jay Smith, lasciai per sempre
quel
mondo fin troppo crudele.
-
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