You are the music in me.

di Fonissa
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Per Hazel, la goccia che fece trabboccare il vaso fu quella sera, quando Nico tornò a casa con gli occhi gonfi e arrossati e le guance rigate dalle lacrime. Appena lo vide, sconvolta dall'espressione del fratello, lo lasciò andare in camera sua senza porgli nemmeno una domanda. Ripresasi da quello shock, rilesse i messaggi che si erano scambiati solo poche ore prima:
Da: Nico
A:Hazel
Hazel, non torno per cena, la madre di Percy mi ha chiesto di restare per mangiare da loro. Sta andando tutto alla perfezione, poi ti racconto.
 
Da: Hazel
A:Nico
Oddio, sono felicissima! Magari dopo cena prova a parlargli di quello, fidati, non reagirà male.
 
Ora, osservando la sua risposta, Hazel temeva che fosse colpa sua e dei suoi consigli. Forse davvero Nico aveva trovato il coraggio di raccontare tutto a Percy, e quest'ultimo l'aveva presa peggio del previsto. Quest'idea si impossessò di lei facendole venire un gran mal di stomaco, proprio dove si sentiva un grande peso, come se avesse dentro un mattone. Salì velocemente le scale, rischiando anche di cadere sull'ultimo gradino, precipitandosi in camera di Nico. Lo trovò steso sul letto a pancia in giù, la faccia affondata nel cuscino, mentre ancora era scosso dai singhiozzi.
"Ehy... -sussurrò, andandosi a sedere vicino a lui, accarezzandogli la schiena imitando il gesto che faceva sempre Maria ogni volta che erano tristi- che è successo?"
Nico mugulò qualcosa di incomprensibile, facendo sospirare la sorella.
"E' colpa mia, vero? Non avrei mai dovuto suggerirti di dirglielo..."
Il ragazzo, all'improvviso, si mise a sedere, afferrando il braccio di Hazel.
"Non è colpa tua. Io... non gli ho detto niente."
Hazel non sapeva se essere più sollevata o preoccupata. Che cosa poteva aver mai causato tutto ciò?
"Nico... riesci a spiegarmi cosa è successo?"
Nico abbassò lo sguardo, togliendo la mano dal braccio della sorella. E, dopo qualche secondo, iniziò a parlare. Spiegò del pomeriggio passato insieme, dell'abbraccio, di come avevano cantato insieme, di ciò che si erano detti, della cena e, alla fine, del bacio tra Percy e Annabeth. In quel momento si sentì stupido, perchè diavolo, era ovvio che si baciassero, visto che erano fidanzati. In cosa sperava esattamente?
Ma era così impegnato a autocommiserarsi, che non notò l'espressione di Hazel, un misto di rabbia e incredulità. La situazione era andata avanti per troppo tempo, c'era bisogno di una svolta.
 
Il giorno dopo, a pranzo, il loro tavolo era stranamente silenzioso. Chiunque passasse di là poteva notare la tensione tra Annabeth e Reyna o l'imbarazzo tra Nico e Percy. A tutto ciò si aggiungeva lo sguardo di Hazel, che scrutava i quattro da quella mattina. Fu proprio questa ad alzarsi per prima, prendendo per un bracio Calypso e Piper e portandosele dietro nel giardino, sotto gli occhi spaeati degli altri. Aveva bisogno delle due ragazze per risolvere quel problema.
"E' successo qualcosa?" chiese Jason, a nessuno in particolare.
"Lascia perdere, fidati." gli sussurrò Frank, che ormai aveva capito le intenzioni di Hazel.
 
"Non sono l'unica a essersene accorta, vero?" chiese Calypso rivolta alle altre due.
"Hanno combinato qualche guaio?" domandò Piper a Hazel. Questa rispose annuendo.
"Ho fatto una promessa e non posso spiegarvi tutta la storia, ma diciamo c'è stato un momento altalenante tra Percy e Nico."
"Idem -esclamò Piper- non posso dire tutto, ma diciamo che in questo periodo il rapporto tra Reyna e Annabeth non è proprio rose e fiori."
"Insomma, sono io l'unica a non sapere niente?" disse Calypso frustata. Odiava che le si tenessero nascote le cose solo perchè era l'ultima arrivata. Hazel e Piper si guardarono, pensando entrambe la stessa cosa: era giusto infrangere una promessa per aiutare le persone care? Entrambe sembrarono rifletterci per qualche instante, per poi arrivre alla stessa conclusione.
"Quel che diciamo adesso, rimarrà segreto, intesi? -chiese Hazel, mentre le altre due annuivano- mio fratello Nico... non è attirato dalle ragazze, ecco."
"Nico è gay?!" esclamò Calypso. Piper le tappò la bocca subito dopo.
"Non urlare!" disse, per poi liberarla.
"Si, è gay. Non l'ha mai detto perchè ha paura diessere giudicato male, o che potreste escluderlo." riprese Hazel.
"Non lo faremo mai..." disse Calypso.
"Lo so, ma non sono riuscita a farglielo capire. Lo sapevamo solo io e Frank."
"E fammi indovinare: gli piace Percy."
Hazel sorrise. Era per questo che aveva deciso di convolgere Calypso. Aveva occhio per questo genere di cose, e aveva sempre dato consigli utili. A quel punto, prese la parola Piper:
"Io penso che Annabeth e Reyna si piacciano a vicenda e non se ne rendano conto. Annabeth si è resa conto di essere bisessuale e Reyna lo sa. E non penso sia un segreto che Reyna arrossisce ogni volta che Annabeth le è vicino..."
La cherokee era felice di poter finalmente parlare di ciò. Tutta quella situazione di promesse da mantenere, segreti e parole non dette ormai le stava pesando. Era brutto dover infrangere una promessa, ma in questo caso non avrebbero potuto fare altro.
"Però non possiamo intrommetterci troppo o accellerare le cose, altrimenti potrebbe non finire bene. Tutto ciò è molto delicato..." spiegò Calypso pensierosa.
"Che possiamo fare? Sono stanca di vedere mio fratello e i miei amici in questa assurda situazione."
"Calypso ha ragione, di certo non possiamo forzarli... ma forse almeno fargli aprire gli occhi -iniziò Piper, quando all'imrpovviso il suo sguardo si illuminò- Hazel, Percy si sta ancora allenando con voi, vero?"
"Allenando? A cosa?" chiese Calypso confusa. Hazel sbattè gli occhi un paio di volte.
"Tu lo sai?!"
"Annabeth me l'ha detto all'inizio."
"Si, ovvio che prova ancora con noi..."
"Mi dite di coa state parlando?!" esclamò la ragazza dai capelli color caramello, al massimo dell'irritazione.
"Ehm...Percy canta." rispose Hazel, mentre l'altra era troppo sconvolta per rispondere.
"Approfitta di questo! -esclamò Piper- fai stare Percy da voi il più possibile. Usa la scuola di qualche prova speciale o cazzate simili, canti da più tempo, ti crederà. E poi so che tu riesci a convincerlo facilmente. Il resto verrà da sè."
"Se son rose, fioriranno." aggiunse Calypso sorridendo. La riccia iniziò a pensarci. Suo padre non amava avere gente in casa, ma in fondo non c'era quasi mai,  avevano anche una stanza in più.
"Si potrebbe fare... ma non so se dopo quel che è successo, vorrà venire a casa mia."
"Pensaci bene: tu l'ha visto, ama il canto talmente tanto da poter mettere da parte questa tensione?"
Sembrò che davanti gli occhi dorati di Hazel passassero tutte le scene di Percy che cantava, da quando lo fece quasi per gioco quel giorno dell'aula di musica, all'ultima volta che avevano cantato insieme.
"Si, si può fare."
 
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Capitolo più corto e più leggero, per staccare un po' da quello precedente.
Probabilmente si è notato, ma io adoro l'amicizia tra Percy e Hazel aw.
Cosa ne pensate di questi aiuti da parte delle ragazze? Aiuteranno davvero o faranno di peggio?
Per Hazel, la goccia che fece trabboccare il vaso fu quella sera, quando Nico tornò a casa con gli occhi gonfi e arrossati e le guance rigate dalle lacrime. Appena lo vide, sconvolta dall'espressione del fratello, lo lasciò andare in camera sua senza porgli nemmeno una domanda. Ripresasi da quello shock, rilesse i messaggi che si erano scambiati solo poche ore prima:
Da: Nico
A:Hazel
Hazel, non torno per cena, la madre di Percy mi ha chiesto di restare per mangiare da loro. Sta andando tutto alla perfezione, poi ti racconto.
 
Da: Hazel
A:Nico
Oddio, sono felicissima! Magari dopo cena prova a parlargli di quello, fidati, non reagirà male.
 
Ora, osservando la sua risposta, Hazel temeva che fosse colpa sua e dei suoi consigli. Forse davvero Nico aveva trovato il coraggio di raccontare tutto a Percy, e quest'ultimo l'aveva presa peggio del previsto. Quest'idea si impossessò di lei facendole venire un gran mal di stomaco, proprio dove si sentiva un grande peso, come se avesse dentro un mattone. Salì velocemente le scale, rischiando anche di cadere sull'ultimo gradino, precipitandosi in camera di Nico. Lo trovò steso sul letto a pancia in giù, la faccia affondata nel cuscino, mentre ancora era scosso dai singhiozzi.
"Ehy... -sussurrò, andandosi a sedere vicino a lui, accarezzandogli la schiena imitando il gesto che faceva sempre Maria ogni volta che erano tristi- che è successo?"
Nico mugulò qualcosa di incomprensibile, facendo sospirare la sorella.
"E' colpa mia, vero? Non avrei mai dovuto suggerirti di dirglielo..."
Il ragazzo, all'improvviso, si mise a sedere, afferrando il braccio di Hazel.
"Non è colpa tua. Io... non gli ho detto niente."
Hazel non sapeva se essere più sollevata o preoccupata. Che cosa poteva aver mai causato tutto ciò?
"Nico... riesci a spiegarmi cosa è successo?"
Nico abbassò lo sguardo, togliendo la mano dal braccio della sorella. E, dopo qualche secondo, iniziò a parlare. Spiegò del pomeriggio passato insieme, dell'abbraccio, di come avevano cantato insieme, di ciò che si erano detti, della cena e, alla fine, del bacio tra Percy e Annabeth. In quel momento si sentì stupido, perchè diavolo, era ovvio che si baciassero, visto che erano fidanzati. In cosa sperava esattamente?
Ma era così impegnato a autocommiserarsi, che non notò l'espressione di Hazel, un misto di rabbia e incredulità. La situazione era andata avanti per troppo tempo, c'era bisogno di una svolta.
 
Il giorno dopo, a pranzo, il loro tavolo era stranamente silenzioso. Chiunque passasse di là poteva notare la tensione tra Annabeth e Reyna o l'imbarazzo tra Nico e Percy. A tutto ciò si aggiungeva lo sguardo di Hazel, che scrutava i quattro da quella mattina. Fu proprio questa ad alzarsi per prima, prendendo per un bracio Calypso e Piper e portandosele dietro nel giardino, sotto gli occhi spaeati degli altri. Aveva bisogno delle due ragazze per risolvere quel problema.
"E' successo qualcosa?" chiese Jason, a nessuno in particolare.
"Lascia perdere, fidati." gli sussurrò Frank, che ormai aveva capito le intenzioni di Hazel.
 
"Non sono l'unica a essersene accorta, vero?" chiese Calypso rivolta alle altre due.
"Hanno combinato qualche guaio?" domandò Piper a Hazel. Questa rispose annuendo.
"Ho fatto una promessa e non posso spiegarvi tutta la storia, ma diciamo c'è stato un momento altalenante tra Percy e Nico."
"Idem -esclamò Piper- non posso dire tutto, ma diciamo che in questo periodo il rapporto tra Reyna e Annabeth non è proprio rose e fiori."
"Insomma, sono io l'unica a non sapere niente?" disse Calypso frustata. Odiava che le si tenessero nascote le cose solo perchè era l'ultima arrivata. Hazel e Piper si guardarono, pensando entrambe la stessa cosa: era giusto infrangere una promessa per aiutare le persone care? Entrambe sembrarono rifletterci per qualche instante, per poi arrivre alla stessa conclusione.
"Quel che diciamo adesso, rimarrà segreto, intesi? -chiese Hazel, mentre le altre due annuivano- mio fratello Nico... non è attirato dalle ragazze, ecco."
"Nico è gay?!" esclamò Calypso. Piper le tappò la bocca subito dopo.
"Non urlare!" disse, per poi liberarla.
"Si, è gay. Non l'ha mai detto perchè ha paura diessere giudicato male, o che potreste escluderlo." riprese Hazel.
"Non lo faremo mai..." disse Calypso.
"Lo so, ma non sono riuscita a farglielo capire. Lo sapevamo solo io e Frank."
"E fammi indovinare: gli piace Percy."
Hazel sorrise. Era per questo che aveva deciso di convolgere Calypso. Aveva occhio per questo genere di cose, e aveva sempre dato consigli utili. A quel punto, prese la parola Piper:
"Io penso che Annabeth e Reyna si piacciano a vicenda e non se ne rendano conto. Annabeth si è resa conto di essere bisessuale e Reyna lo sa. E non penso sia un segreto che Reyna arrossisce ogni volta che Annabeth le è vicino..."
La cherokee era felice di poter finalmente parlare di ciò. Tutta quella situazione di promesse da mantenere, segreti e parole non dette ormai le stava pesando. Era brutto dover infrangere una promessa, ma in questo caso non avrebbero potuto fare altro.
"Però non possiamo intrommetterci troppo o accellerare le cose, altrimenti potrebbe non finire bene. Tutto ciò è molto delicato..." spiegò Calypso pensierosa.
"Che possiamo fare? Sono stanca di vedere mio fratello e i miei amici in questa assurda situazione."
"Calypso ha ragione, di certo non possiamo forzarli... ma forse almeno fargli aprire gli occhi -iniziò Piper, quando all'imrpovviso il suo sguardo si illuminò- Hazel, Percy si sta ancora allenando con voi, vero?"
"Allenando? A cosa?" chiese Calypso confusa. Hazel sbattè gli occhi un paio di volte.
"Tu lo sai?!"
"Annabeth me l'ha detto all'inizio."
"Si, ovvio che prova ancora con noi..."
"Mi dite di coa state parlando?!" esclamò la ragazza dai capelli color caramello, al massimo dell'irritazione.
"Ehm...Percy canta." rispose Hazel, mentre l'altra era troppo sconvolta per rispondere.
"Approfitta di questo! -esclamò Piper- fai stare Percy da voi il più possibile. Usa la scuola di qualche prova speciale o cazzate simili, canti da più tempo, ti crederà. E poi so che tu riesci a convincerlo facilmente. Il resto verrà da sè."
"Se son rose, fioriranno." aggiunse Calypso sorridendo. La riccia iniziò a pensarci. Suo padre non amava avere gente in casa, ma in fondo non c'era quasi mai,  avevano anche una stanza in più.
"Si potrebbe fare... ma non so se dopo quel che è successo, vorrà venire a casa mia."
"Pensaci bene: tu l'ha visto, ama il canto talmente tanto da poter mettere da parte questa tensione?"
Sembrò che davanti gli occhi dorati di Hazel passassero tutte le scene di Percy che cantava, da quando lo fece quasi per gioco quel giorno dell'aula di musica, all'ultima volta che avevano cantato insieme.
"Si, si può fare."
 
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Capitolo più corto e più leggero, per staccare un po' da quello precedente.
Probabilmente si è notato, ma io adoro l'amicizia tra Percy e Hazel aw.
Cosa ne pensate di questi aiuti da parte delle ragazze? Aiuteranno davvero o faranno di peggio?




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