Essere un Serpeverde

di violaserena
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ESSERE UN SERPEVERDE

 

Una luce smeraldina penetrava dalle finestre della sala comune dei Serpeverde.
Draco sedeva su una poltrona nera davanti a un camino finemente ornato.
Tiger e Goyle gli stavano parlando, ma lui non li ascoltava.
Era immerso nei suoi pensieri.
All’improvviso si alzò, spaventando i suoi due amici.
Con passo deciso si diresse verso la porta e salì le scale, raggiungendo i corridoi di Hogwarts.
«Stavo cercando proprio te» disse rivolgendosi a un ragazzo con gli occhiali e una cicatrice sulla fronte.
«Che c’è, Malfoy?».
«Voglio che tu mi chieda scusa, Potter».
Harry lo guardò accigliato.
«Scusa? E per che cosa?».
«Mi hai dato del codardo».
Il giovane mago dai capelli castani rise: «Ma tu sei un codardo, come la maggior parte dei Serpeverde».
«Apri bene le orecchie Potter, perché non lo ripeterò una seconda volta. Essere un Serpeverde non significa essere un codardo, essere un Serpeverde significa sapere quando essere coraggiosi e quando tenersi fuori dai guai. Mi rendo conto, però, che per voi Grifondoro deve essere difficile da capire».
«Forse se foste meno arroganti e rudi ci potremmo capire di più. Perché non provate a essere più gentili? Perché, Draco, non ci provi?».
«Odio quando le persone mi dicono cosa devo o non devo fare, odio quando cercano di cambiarmi. Io sono come sono e nessuno mi cambierà».
«Questo è proprio quello che direbbe un Serpeverde».
«Questo dimostra tutta la tua stupidità. Bada bene, non voglio dire che tu sia stupido, cioè lo sei, solo che non voglio dirlo».
«Come?».
Draco sbuffò.
«Sei stupido, Potter. Stupido».





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