capitolo 12
Guardo la mia immagine riflessa nello specchio, continuo a
ripetermi che questa è solo una normalissima cena e niente
di
più. Più continuo a guardarmi e più
sono convinta
che qualsiasi abito mi sta un orrore.
"Stai uscendo?", mi chiede Luhan affacciandosi alla porta.
"Ehm si"
"Con il tizio che ti piace giusto?" domanda ancora poggiando il gomito
sulla porta.
"Si, ma stai tranquillo è una normalissima cena, niente di
più e niente di meno", lo anticipo prima che possa
fraintendere
perché lo avevo già notato ghignare.
"Certo! Ti do un consiglio cara cugina, se vai vestita in questo modo
sono sicuro che ti porterà a letto in un istante" dice
indicando
il mio vestito.
Rimango un attimo a bocca aperta "Perfetto! Non so nemmeno quanti abiti
ho provato questa sera, sono un orrore e se non mi sbrigo
farò
anche in ritardo" sbuffo e mi siedo sul letto.
"Non provare a cambiarti" mi minaccia "Stai benissimo, sei davvero una
favola posso garantirtelo".
Gli scompiglio i capelli, so che gli da fastidio ma lo faccio
ugualmente. Si protrae indietro implorandomi di smettere. Ci alziamo
dal letto e mi accompagna alla porta. "Non farlo attendere molto mi
raccomando, o lo farai impazzire" dice schiudendo la porta.
"Luhan!" continua a ridere come se nulla fosse. "Un'ultima cosa: questa
sera non ti aspetto in piedi"
"Ma insomma, vuoi piantarla!" dico, tirandogli una piccola sberla sulla
spalla. Mi affretto ad uscire di casa, metto in moto la macchina e mi
dirigo verso la casa di JungKook. Proprio nel pomeriggio mi ha mandato
un messaggio con l'indirizzo di casa sua. Arrivo a destinazione, un
edificio di non so quanti piani mi appare dinanzi agli occhi, leggo
nome e cognome al citofono e suono. Alcuni minuti dopo la porta si
apre, entro e salgo alcuni scalini che mi portano dritta all'ascensore.
In poco tempo arrivo al quarto piano e, una volta che la porta
dell'ascensore si apre mi compare lui davanti alla porta del suo
appartamento ad osservarmi.
"Be' devo farti i miei complimenti, sei splendida!", dice. Cavolo! Mi
sto seriamente spaventando, lui che fa dei complimenti a me.
"Grazie", rispondo avvicinandomi. Si sposta per farmi entrare in casa
sua e richiude la porta alle sue spalle una volta dentro. Indossa i
suoi soliti vestiti eleganti che ama tanto. Elegante in qualsiasi
circostanza. Noto il suo appartamento moderno, abbastanza spazioso. I
mobili sono color grigio rovere, mentre i divani in tessuto di un
marroncino scuro. Vicino alla finestra la tavola è
apparecchiata: tovaglia beige, piatti del medesimo colore, bicchieri e
posate di cristallo.
Mi fa accomodare fino al divano. "Ti prendo qualcosa da bere?" domanda.
"Forse è meglio di no" mormoro, sento già l'ansia
assalirmi solo per il fatto di averlo così vicino.
"Oh avanti, non vorrai mica farmi bere da solo questa sera". Mi mordo a
sangue il labbro inferiore, immaginavo che sarebbe successo.
"Va bene! Ma solo un goccio" acconsento in controvoglia, torturandomi
le mani nervosamente. Scompare e riappare pochi secondi dopo con un
bicchiere di vino che mi porge.
"Hai davvero un bell'appartamento, mi piace", dico cercando di
togliermi quell'ansia di dosso.
"Grazie, ma non credo di rimanerci molto anche perche' sono in affitto"
dice posando il bicchiere sul tavolino.
"Tu invece? Hai intenzione di rimanere in quella casa?" domanda.
"La mia intenzione è quella di comprare un appartamento
più al centro, ma visti i prezzi alti non so quando
sarò
in grado di comprarla. Pensa che ne stavo scegliendo una quando stavo
con il mio ex, ma alla fine ci ho rinunciato"
"Capisco, con il tuo ex è chiusa definitivamente o vi
sentite qualche volta?" chiede tornando a sorseggiare il suo vino.
"No è chiusa definitivamente, e poi dovresti saperlo che non
torno mai indietro sulle scelte che faccio"
"Si questo è vero, ma certe volte uno ci ripensa" dice.
"Si ma non nel mio caso, sono convinta ancora adesso che Jimin non
è l'uomo adatto a me, siamo troppo diversi e abbiamo idee
diverse per il nostro futuro".
"Ah per questo posso capirti alla perfezione" dice.
"Vogliamo
accomodarci a tavola? È tutto pronto" dice alzandosi e
incamminandosi verso il tavolino, "Ho cucinato tutto io eh, niente cibo
da asporto" Una volta seduti, JungKook sembra non voler staccarmi gli
occhi di dosso, mi irrigidisco e lui se ne accorge. "Stai bene?"
"Così così, sono solo un po' nervosa, tutto
ciò mi innervosisce" ammetto.
"Mi dispiace, non voglio metterti a disagio, davvero". La cena procede
tranquilla, ogni tanto JungKook tira fuori degli argomenti su cui
parlare altre volte ci ritroviamo entrambi in silenzio, ancora non
riesco a capire il senso di questa serata insieme.
"JungKook" pronuncio il suo nome richiamando la sua attenzione. Solleva
lo sguardo dal piatto, e quando ricevo la sua attenzione capisco che
è pronto per ascoltarmi. "Non capisco ancora il senso di
questa
cena".
I lati della sua bocca si sollevano in su creando un perfetto sorriso
che fa accelerare il mio cuore. "Te l'ho detto. È per
scusarmi
e... anche per passare un po' di tempo insieme a te" dice. Mi sento
avvampare peggio da un fuoco ardente e le mani mi sudano più
del
solito, persino i suoi occhi fissi sui miei non mi aiutano a stare
meglio.
Tira indietro la sedia per alzarsi e per venire nella mia direzione
mentre la mia mente inizia a farsi già mille problemi. Si
avvicina pericolosamente accarezzandomi il volto.
"JungKook"
"Sei bellissima". Lo richiamo, ma non mi ascolta affatto, con gesti
lievi continua a sfiorarmi.
"JungKook" lo richiamo di nuovo. "Smettila!" dico.
"Non ho la minima
intenzione di smettere". Non
so nemmeno come e con quale velocità mi ritrovo lui
avvinghiato,
e le sue labbra che combaciano perfettamente con le mie. Sbatto
più volte le ciglia, credo sia un sogno ma se JungKook lo
vedo
così vicino vuol dire che è la realtà.
Mi avvicina
ancora di più a sè, e quando sento la sua mano
intrufolarsi sotto il vestito indietreggio.
"JungKook finiscila!" dico, alzandomi. Se non posso andarmene l'unica
soluzione è di allontanarmi, ma a quanto pare il mio
tentativo di
fuggire il più lontano possibile non riesce visto che
JungKook
mi segue.
"Devi solo rilassarti"
"Rilassarmi, rilassarmi! Bé non ci riesco, sarò
rilassata
una volta a casa". Mi afferra per le spalle trascinandomi con
sé
fino al divano. "Bene, ora poggia la schiena allo schienale e respira"
dice avvicinandosi.
"Oh per favore Jungkook" blatero. Il mio obiettivo è di
fuggire
nuovamente da lui, ma questa volta mi blocca ancor prima di alzarmi. Mi
ritrovo alcuni minuti dopo sdraiata sul divano con un JungKook che mi
sta baciando con più foga di prima. Inizia a baciarmi sul
collo,
mordendolo appena con i denti. Poi si avvicina all'orecchio. Credo di
aver davvero il senso della ragione da quando mi sono ritrovata le
labbra di JungKook. Torna a far scorrere le sue dita sulla mie pelle
precisamente sotto il vestito, e tenta di sfilarmelo di dosso.
"Mmh" mugugno "Non farlo".
"Perché no? Voglio toccare e guardare il tuo corpo"
sussurra.
Qualche minuto dopo sfila l'indumento mostrando il mio reggiseno nero.
Mi maledico mentalmente per essermi arresa così velocemente
e
per non aver fatto resistenza. Le sue labbra raggiungono l'addome,
baciando ogni centimetro. Porto le mie mani sulla sua camicia e mi
ritrovo alle prese con i bottoni della sua camicia che sfilo di
seguito.
"Credo...che dovremmo spostarci da qualche altra parte della casa"
"Non ci penso nemmeno JungKook" protesto decisa. Sorride beffardo, si
alza e mi prende in braccio.
"Per l'amor del cielo mettimi giù JungKook" borbotto
imprecando verso di lui mentre mi porta nella sua camera.
Una volta in camera mi posa sul letto sdraiandosi di fianco a me. Mi
tira a sè facendomi mettere sopra di lui, mi afferra la nuca
baciandomi ancora. L'altra mano viaggia sul mio fondoschiena. Le sue labbra sono rosse e
gonfie a causa dei troppi baci. Ribalta le posizioni e si accanisce tra le clavicole e il
collo dando dei baci famelici.
"Voglio andare a casa JungKook" dico. Riprendo la mia
lucidità per non andare oltre.
"Non credi sia troppo tardi ora Miyon?". Tento di alzarmi ma JungKook
mi afferra per le spalle sbattendomi sul letto. "Non pensarci piccola"
sussurra vicino al mio orecchio "Dobbiamo riprendere ciò che
abbiamo sospeso un minuto fa". Riprende ad afferrarmi il viso e torna a
baciarmi nuovamente, sparisce anche il resto degli indumenti lanciati
da qualche parte della stanza. Questa volta senza fare resistenza mi
lascio trasportare da lui. Una voce all'interno mi dice di
contraccambiarlo, l'altra mi dice che quello che sto facendo
è sbagliato, spero solo di non pentirmene.
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