Brevi racconti

di domenicosktl
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Alphonsine

Ho la strana sensazione di essere osservata. Così, prendo la mia borsa da sotto la sedia ed esco dalla caffetteria, con apparente tranquillità.
Varco la porta e mi ritrovo in un bosco di pini di un'alta montagna. Tutto ciò non ha assolutamente senso. Agitata, cerco il mio telefono in borsa per avvertire la mia famiglia ma al suo posto mi ritrovo in mano un bicchiere di caffè: lo bevo. La spiaggia rocciosa che mi ritrovo davanti mi provoca un moto interiore che all'inizio sembra paura ma mi rendo conto che sono solo tristezza e nostalgia. 
Inizio a correre e tutti i paesaggi iniziano a fondersi l'un l'altro e la velocità inizia ad aumentare progressivamente, sempre più, finché tutto non diventa bianco... o nero; non lo so. 
Dopo qualche secondo tutto rallenta e poi si ferma. Mi ritrovo di fronte ad un grosso cubo nero... o bianco; non lo so. Sul cubo si intravede una porta, probabilmente di legno.
Alphonsine. Alphonsine.
Cerco qualcosa intorno a me per far breccia al guscio d'uovo che mi si materializza intorno e mi circonda come un cielo ma non trovo niente che possa fendere questo velo, se non la mia borsa persa nella frenetica corsa e riapparsa dal nulla. La apro e trovo un biglietto bianco... o nero; non lo so. Si legge "Alphonsine". Sono forse io? 
Alphonsine. Alphonsine.
"Non c'è più nulla da fare"
"Dottore, può staccare la spina"
Avverto suoni che ricordano pianto e rassegnazione.
Io nel frattempo apro la porta e mi perdo nel cubo.
Sono morta.

Alphonsine





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