Il cuore della pantera

di kamy
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Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=QJzSmEbKUmw.

Cap.10 Una vita da favola

T’Challa sfiorò la mano di Natasha con la propria, la pelle scura di lui faceva contrasto con quella chiara di lei.

La regina era accomodata sul davanzale della finestra. Il vento faceva filtrare dei granelli di sabbia e alcuni s’impigliarono nei capelli vermigli della russa. La luce del sole le faceva splendere le ciocche di riflessi aranciati.

Le labbra della giovane tremavano appena.

“I nostri figli crescono sani e forti, come dei veri guerrieri. Vorrei si applicassero allo stesso modo allo studio” sussurrò T’Challa. Il viso del re era contrato e teneva la fronte aggrottata. “Sentimi, sembro mio padre. Anche lui quando ero piccolo mi rimproverava per gli stessi motivi”. Aggiunse.

Natasha gli sorrise e piegò di lato il capo.

“Perché ti preoccupi per loro, gli vuoi bene, ma non devi temere. So cosa vuol dire essere privati della propria infanzia, lasciagli godere la loro” disse. Prese la mano del marito nella propria e strinse delicatamente.

“Amano giocare insieme e sono due fratelli molto uniti. Dopo Thor e Loki, posso dire che non sempre tra i fratellastri o i fratelli adottivi, questo avviene. Siamo fortunati… hanno preso il tuo buon cuore”.

T’Challa si sporse e le posò un bacio sulla guancia. Le sue labbra erano bollenti a contatto con la pelle nivea e fredda della moglie.

“Tu sottovaluti la nobiltà e la dolcezza del tuo forte cuore, mia sovrana” ribatté.

Le gote di Natasha si tinsero di rosa.

“E tu hai sempre delle parole dolci da spendere per me” ribatté Natasha. Piegò le sue labbra piene in un sorriso.

T’Challa si allontanò da lei e le lasciò andare la mano, sorridendo a sua volta.

“Mai abbastanza. Ora vado a controllare i ragazzi” disse. Si voltò e alzò lo sguardo.

< Mowgli non fa altro che ripetere che attende con ansia il giorno in cui il suo fratellino sarà re. Sì, siamo stati molto fortunati > pensò. Il mantello nero sulle sue spalle scure ondeggiava ad ogni suo passo.

Natasha lo osservò percorrere la loro camera da letto ed uscire. Giocherellò con un monile d’avorio a forma di freccia che portava al collo e si voltò, osservando il suo regno fuori dalla finestra.

“Vivo in una favola, io, la vedova nera che è sempre stata intrappolata in un incubo danzante” sussurrò. Chiuse gli occhi e accentuò il sorriso, mentre una lacrima le rigava il viso, brillando illuminata dalla luce del sole.





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