La
pioggia
scese incontrollata lungo le strade di National City.
Non era comune per gli abitanti della città trovarsi sotto la
scarica d'acqua imponente che sembrava non voler smettere mai.
Grazie alla pioggia è come se tutto fosse ovattato, la città
sembrava addormentata, silenziosa, sicura.
Kara
si rilassò nel sentire il rumore dell'acqua che batteva sulla
sua finestra.
Si era trasferita da poco in quella casa e non si era ancora abituata
all'enorme porta finestra che dava sul soggiorno e le permetteva di
avere una visione completa di tutta la città.
Sospirò contenta quando due forti braccia le cinsero la vita e
si girò nell'abbraccio.
“Ehy”
disse. “Stai meglio?” baciò la donna a lei vicina
sul capo.
Il
sorriso di Lena fece capolino sul suo volto. “Diciamo, questa
piccola creatura
mi sta dando del filo da torcere.” Si portò una mano sul
grembo leggermente pronunciato. “Ha preso dalla madre, non
riesce a stare un attimo calmo”.
Kara sorrise, si chinò a baciare il pancione di Lena e pose
l'orecchio su di esso. “Sai, posso sentire il suo cuore
battere.” Sussurrò, come a non voler spezzare il
momento. “E' veloce.” Sorrise.
Una mano di Lena si intrecciò tra i capelli di Kara. Le fece
un leggero massaggio tra i capelli prima di allontanarsi da lei.
“Devo andare in bagno” Disse prima di correre verso il
bagno. Vomitò per l'ennesima volta quel giorno.
Kara si avvicinò alla sua amata spostandole i capelli dal
volto. “Ancora una settimana, Lena.” Una volta che la
ragazza finì annuì con il capo.
Passarono tre mesi da quel momento.
“Kara!”
Lena urlò conscia che Kara l'avrebbe sentita anche dall'altra
parte della città. Come previsto la super-eroina entrò
nella stanza agitata.
“E'
successo qualcosa? Stai bene? Il bambino sta bene?” Domandò
senza neanche respirare.
“Kara
tesoro, respira.” Sorrise Lena.
“Che
succede?” Kara si fermò al centro della stanza. Si
guardò intorno prima di correre in cucina a prendere un
bicchiere
d'acqua che porse alla moglie. “Per te.” Le disse
passandoglielo.
“Grazie.”
Lena si allungò leggermente. La pancia stava iniziando a
diventare scomoda e non riusciva più a muoversi con
tranquillità.
Bevve il suo bicchiere d'acqua contenta.
“Cosa
succede?” Domandò ancora la bionda. “Hai bisogno
di qualcosa?”
“Vorrei
un camu camu.” Le disse la bruna.
“Scusami?”
Kara si guardò spaesata.
“Un
camu camu, Kara. Quel frutto che mangiammo in luna di miele quando
andammo in Perù.” Lena sollevò il sopracciglio,
come se stesse dicendo la cosa più normale del mondo.
“E
io dove lo trovo un camu camu alle...” Guardò
l'orologio. “Otto di sera?” Domandò seriamente.
“Non
ne ho idea, Kara. Sei tu la super-eroina. Vola in Perù e
prendimelo.” Sollevò il sopracciglio nervosa. “O
vuoi che tuo figlio nasca con una voglia di Camu Camu da qualche
parte?” Le disse stizzita.
“No!”
Urlò la bionda prima di accorgersi che Lena stava per iniziare
a piangere. “No. Ti prego non piangere. Volo, faccio subito.
Due minuti e ti porto il tuo camu camu ma ti prego non piangere.”
Vide Lena trattenere le lacrime ed annuire alle sue parole.
Volò in direzione del Perù e tornò pochi minuti
dopo con il frutto richiesto dalla moglie.
“Per
la mia signora.” Le disse porgendoglielo.
Lena la guardò estasiata prima di lanciarsi verso il frutto.
“Mmh ti amo.” Le disse gustandoselo.
Kara sospirò “Ti amo anch'io”. Le diede un
bacio sul capo prima di sedersi accanto a lei.
“Vieni
qui.” Le disse aprendo le sue braccia e facendo accoccolare la
moglie. “Sei bellissima.” Poggiò una mano sul
ventre “Siete bellissimi. La mia famiglia.”
Qualche tempo dopo.
Kara tornò a casa stanca come non mai. Quel giorno combatté
contro i Varnusiani una razza aliena del pianeta Vernaerce.
Non erano molto forti fisicamente, ma la loro intelligenza non aveva
eguali.
Esausta si infilò sotto la doccia per liberarsi dello stress
in eccesso.
Una
volta uscita dalla doccia vide Lena accucciata sul divano che
sonnecchiava.
“Ehy.”
Si avvicinò e le baciò il capo. “Vieni a letto,
non vi fa bene dormire così” Le disse prendendola in
braccio e portandola a letto. Lena mugugnò qualche parola
svegliandosi.
“Kara.”
Disse la donna. “Mi sei mancata.” Sussurrò nel
sonno.
“Anche
tu.” Sorrise la super-eroina poggiando la moglie sul letto e
coprendola con il lenzuolo.
Quando si poggiò sul letto Lena si avvicinò a lei
baciandola languidamente. Con il ventre sempre più pronunciato
i movimenti erano difficili. Kara cercò di farla sdraiare di
nuovo per farla stare comoda ma dovette fermarsi quando gli occhi di
Lena si riempirono di lacrime.
“Cosa?!”
Chiese sorpresa.
“Tu!”
Lena singhiozzò. “Non mi trovi più attraente?”
Le disse praticamente urlando. “Sono diventata troppo grassa?
Sono una balena?” Kara fissò la donna spaesata.
“Che
stai dicendo Lena? Sei bellissima.” Cercò di calmarla.
“Kara.
Non mentirmi. Sono enorme, non mi ami più vero?” “Ehy
ehy, no. Sei stupenda Lena. Perché dici così?” Le
chiese non capendo il perché dell'uscita della donna.
“Sono
due mesi.” Dovette fermarsi per soffiarsi il naso. “Sono
due mesi che non facciamo l'amore Kara! Due mesi che non mi tocchi.”
Lena la guardò piangendo.
Kara fu colpita da un'improvvisa realizzazione.
Erano
due mesi che non sfiorava sua moglie. Non che fosse diventata brutta
o cosa, semplicemente non voleva danneggiare il bambino. “No,
Lena...” Provò a spiegarle. Si avvicinò a lei
prendendo entrambe le mani
tra le sue e facendo loro dei piccoli massaggi. “Amore
guardami.” Le disse.
Quando Lena la guardò negli occhi con uno sguardo triste ed un
leggero broncio Kara sorrise.
“Sei
stupenda. Sei la donna più bella di questo pianeta. Non sei
grassa, non sei enorme. Sei perfetta. E porti in grembo mio figlio.
Nostro figlio.” Le baciò il naso. “Ai miei occhi
sei più che perfetta. Non pensare mai più che non ti
ami o che non ti trovi attraente.” Le disse.
Lena la guardò con gli occhi ancora intrisi di lacrime.
“E
allora perché non mi tocchi più?” Le chiese in un
sussurro.
Kara arrossì alla domanda.
“Ho
paura.” Le confidò.
“Paura?”
Il volto di Lena si fece interrogativo.
“Lena,
amore... con te non riesco a controllarmi. Ho paura di ferire la
piccola pagnotta che porti in grembo.” Disse arrossendo. “Ma
hai ragione. Sono stata una cattiva moglie e voglio farmi perdonare.”
Le asciugò una lacrima con il pollice. “Stanotte fatti
amare.” Le disse congiungendo le loro labbra.
Si
mise sopra
di lei cercando di non schiacciarla. La guardò negli occhi e
le sussurrò parole dolci.
“Ti
amo Lena Luthor-Danvers.” Le disse poggiando le labbra sul suo
collo.
L'amò per tutta la notte facendole capire che
ai suoi occhi era l'essere più perfetto della galassia.
La mattina successiva si svegliò col sorriso sulle labbra nel
vedere Lena stretta a lei.
Non l'avrebbe mai detto ma si sentiva finalmente completa.
Poggiò una mano sul ventre di sua moglie con una felicità
che non credeva fosse sua.
“Buongiorno”
Sussurrò alla donna non appena sentì il suo respiro
cambiare.
Lena aprì gli occhi assonnata. “Buongiorno.”
Rispose cercando di girarsi per baciare sua moglie.
“Non
sforzarti.” Le disse subito Kara sollevandosi per incontrare la
bocca della sua amata.
“Come
stanno oggi le mie due persone preferite?” Chiese poggiando il
capo su quello di Lena iniziando a strofinare
il ventre della donna. Sentì un piccolo rigonfiamento e
sorrise.
“Lena!”
Disse agitata. Volse lo sguardo verso la moglie e vide il suo volto
contratto in una smorfia di dolore. “Ehy, tutto bene?”
Chiese subito preoccupata.
Lena inspirò profondamente. “Si” Esalò. “Si
è svegliato agitato.” Le disse poggiando la sua mano su
quella della moglie.
Kara si sporse per baciare la donna. “Resisti ancora un mese
amore mio.” Le sussurrò.
Lena si sistemò meglio tra le braccia di Kara. “Tra un
mese saremo mamme.” Le disse con le lacrime agli occhi.
“Tra
un mese saremo mamme” Ripeté Kara sorridendo. La baciò
profondamente. “Grazie Lena.” Le disse in un sussurro.
Lena la guardò interrogativa. “Per cosa?” Chiese
infatti poco dopo.
Kara sorrise, le poggiò una mano sul viso. “Per avermi
reso la donna più felice di questo pianeta.” Le sussurrò
sulle labbra prima di congiungerle insieme.
Lena ricambiò il bacio sorridendo. “Ti amo.” Le
disse.
Continuarono a baciarsi pigramente finché lo stomaco di Kara
non iniziò a ringhiare.
“La
mamma ha fame.” Sorrise Lena alzandosi.
“Tanta
fame.” Affermò Kara seguendola.
Giunte in cucina le donne si affaccendarono nel preparare la
colazione.
“Kara,
tesoro, puoi mescolare
le uova con la farina?” Domandò Lena mentre preparava la
tavola per la colazione.
Kara annuì e con la lingua da fuori iniziò a mescolare
gli ingredienti.
Quando tutto fu pronto si sedettero per fare colazione insieme.
Parecchie notti più tardi Lena si svegliò di
soprassalto colpita da un dolore acuto al ventre.
Gemette portando una mano alla pancia in maniera protettiva.
“Kara!”
Disse tra i dolori smuovendo la donna.
Kara aprì gli occhi terrorizzata. “Cosa? Lena stai
bene?” Le disse vedendo la moglie contorcere il viso.
“E'
il momento.” Disse Lena dolorante. “Portami
all'ospedale.” Esalò cercando di respirare.
Kara si fece prendere dal panico. Si alzò in fretta e furia e
prese i borsoni da viaggio di Lena. Ancora in pigiama prese sua
moglie e la portò verso la loro macchina. Non voleva volare,
aveva paura di far del male al bambino. Una volta giunta in macchina
fece accomodare Lena sul sedile del passeggero.
Appena
fu alla guida mise una mano tra quelle di Lena. “Stringi se ti
fa troppo male.” Le disse.
La donna annuì continuando a respirare pesantemente. “Aaaaah”
Urlò Lena all'ennesima contrazione.
“Manca
poco, amore. Ti prego resisti.”
Quando giunsero in ospedale Kara portò Lena nel pronto
soccorso tra le braccia. “Ho bisogno di un medico!” Urlò.
“Mia moglie sta per partorire.”
Stava
per entrare nel panico quando un'infermiera si avvicinò con
una sedia a rotelle. Fece accomodare Lena sulla sedia e si apprestò
a seguirla.
Quando Lena entrò nella sala parto Kara la guardò.
“Sono qui, amore. Resisti.” Le urlò.
Lena
le mimò un 'ti amo' prima che le porte si chiudessero.
Una volta sola Kara prese il suo telefono e chiamò Alex.
“E'
il momento. Si, si. Siamo in ospedale. Si. Avvisi tu tutti? Grazie
Alex, ti voglio bene.”
Chiuse il telefono e si poggiò al muro esausta.
Sintonizzò il suo super udito e sentì Lena urlare
disperata.
Perché non era entrata con lei?
Si avvicinò alla prima infermiera agitata. “Senta, mia
moglie è in sala parto. Devo entrare.” Disse urlando.
L'infermiera la guardò e con un cenno del capo le disse di
seguirla.
Le fece indossare un camice sterile prima di farla entrare.
Kara corse dalla moglie stingendole la mano.
“Respira
amore.” Le disse.
“IO
TI ODIO” Urlò praticamente Lena all'ennesima spinta.
“Perché non sei rimasta tu incinta?” Le chiese con
il viso rosso dallo sforzo. Urlò di nuovo.
“Forza
signora Luthor, un altro piccolo sforzo.” Le disse il medico.
“E'
DANVERS-LUTHOR.” Gridò spingendo ancora.
“Veramente
è Luthor-Danvers” Si azzardò a dire Kara prima di
essere fulminata dallo sguardo di Lena.
Dopo qualche minuto di pura agonia un pianto si espanse per la sala
operatoria.
“Complimenti
signore, è un bel maschietto di tre chili e mezzo” Disse
loro l'infermiera dando il bambino a Lena che lo prese come se fosse
la cosa più fragile del mondo.
“E'
bellissimo.” Disse Lena guardando verso Kara. Si sorprese nel
vederla con il volto rigato di lacrime.
Kara si inginocchiò vicino a lei piangendo. “E'
perfetto.” Disse.
Si allungò verso la moglie baciandola con trasporto. “Ti
amo.”
Lena ricambiò quel bacio un po' salato sorridendo.
“Benvenuto
al mondo, piccolo Lucas.”
Diverse ore dopo nella stanza di Lena si iniziò a formare un
via vai di persone.
C'era Alex che scalpitava per vedere il suo primo nipotino, Eliza che
piangeva abbracciando Kara, James che scattava foto alle due donne
che si guardavano con amore e Winn che progettava di far diventare il
ragazzo un ottimo informatico.
Quando J'onn entrò nella stanza non poté che sorridere
alla scena. Si avvicinò alle due neo-mamme congratulandosi con
entrambe.
Quando le acque si calmarono fu James a prendere la parola. Disse a
tutti di mettersi in posa per una foto.
Qualche tempo dopo James recapitò la foto alle due donne.
Sorrise nel vederle affaccendate tra pannolini e biberon.
“Supergirl
è in difficoltà?” Chiese ridacchiando alla scena.
Kara lo guardò esasperata. “E' più difficile di
quel che credi” Disse.
James non poté che annuire alle parole della ragazza. Si
avvicinò a lei e le porse la foto. Quando Kara la aprì
non poté che rimanere meravigliata.
“Spero
non ti dispiaccia, l'ho voluta rendere come un dipinto”
Le disse.
Kara lo abbracciò contenta. “Grazie, James. È
perfetta.”
Passò qualche minuto ad osservare la foto.
“Sembri
felice, Kara.” Le disse il ragazzo.
Lo sguardo di Kara andò direttamente verso sua moglie che in
quel momento stava dando il latte al suo piccolo ometto e sorrise.
“Si.”
Disse innamorata. “Non potevo avere di meglio.”
Benissimo
Se siete arrivati sin qui vuol dire che siete vivi. Se cercate
insulina o adrenalina per favore andate alla second porta a sinistra.
Bon
che dire. Ciao a tutti sono Anna. Ho fatto questa storia per il
contest di facebook “The Easter Egg Word War” della
pagina LongLiveToTheFemslash
(EFP&Wattpad)
e le parole che mi sono capitate erano :pioggia,
sopra, creatura, dipinto, strofinare, mescolare, bicchiere, mani
Inizialmente avevo intenzione di scrivere una rossa ma
sinceramente non so, mi è balenata subito l'idea del piccolo
Lucas (attenti alla L per continuare la tradizione Luthor) e quindi
eccovi la storia.
Vorrei ringraziare pubblicamente quella santa
donna di Cwtch
che
ha betato la mia storia pur essendo estremamente dolciosa. (Tanti
cuoricini per te donna!) -stranamente non è morta di infarto o
diabete- Ps. È quella che ha scritto Sanvers a Napoli. Solo
per questo dovete passare da lei e mandarle il vostro amore (Lo odia
quindi fatelo)
Uhm non so come concludere...
quindi... ciao :D
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