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di Luigi34
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L’azione che avrebbe dato avvio al terrore di Goun; iniziò con la terribile sorte un bambino spensierato che quel giorno, stava giocando ad acchiapparella con i suoi amici. Aveva nove anni, il suo nome era Jonathan Jason, quel fatidico giorno che avrebbe segnato la sua morte, indossava una maglietta a righe verticali che si alternavano tra un bianco e un blu, dei pantaloni di tuta bianchi e delle graziose scarpe azzurre e nere, che facevano pendant con il suo grazioso completino. Quel giorno si era avventurato un po’ troppo nella foresta che si trovava al lato della citta, stava facendo buio e Jonathan iniziò a preoccuparsi, gli alberi lasciavano trapassare solo alcuni dei fiochi raggi del sole, ormai morente all’orizzonte. “Forse sarà meglio tornare a casa, voglio mangiare le frittelle che ha preparato mamma stamattina.” Il ragazzo non poteva sapere che non sarebbe mai tornato alla sua amata casa. Si volto indietro e iniziò a tornare indietro seguendo il sentiero che lo avrebbe fatto uscire dal bosco, ora mai il sole era calato e il bosco cominciava a farsi sempre più inquietante;
Jonathan iniziò ad affrettare il passo. I rumori degli animali notturni iniziavano a farsi sentire, Jonathan così inizio a correre, era spaventato il suo corpo stava iniziando a sudare, ma il suo corpo era freddo, si stava spaventando - Ahhhhhh! - un grido perforo i timpani del bambino, che socchiuse gli occhi e sbatte la testa contro il ramo di un albero, era stordito dopo qualche secondo la sua testa smise di girare, apri gli occhi è si ritrovò un uomo grasso vestito come un gelataio a fianco, all’inizio si spaventò ma poi la sua faccia gli sembro straordinariamente simpatica, aveva un sorriso sgargiante degli occhi verdi proprio come i suoi. L’uomo si avvicinò a lui e gli porse la mano Jonathan voleva afferrargliela ma si ricordò delle parole del padre “Mi raccomando piccolo Jonathan, non accettare offerte dagli sconosciuti, anche se sembrano brave persone.” Ritirò la mano con uno scatto, l’uomo allargo ancora di più il suo sorriso, - Non temete piccolo Jonathan, io non voglio farti del male, dai dammi la mano così ti porto a prendere, un gelato, tutti i tuoi amici sono già alla mia gelateria dai. - il bambino si senti rassicurato dalle parole dell’uomo “ se ci sono anche i miei amici posso fidarmi.” Pensò, gli porse la mano ancora un po’ insicuro, l’uomo l’afferrò con molta forza la mano del ragazzo - Mi sta facendo male. - Jonathan alzò lo sguardo, e vide la faccia della creatura;
 non rideva più, il suo volto adesso ere coperto da una maschera bianca, i suoi occhi erano diventati neri come la pece, i suoi denti, erano diventati zanne, sembrava che nel suo corpo non ci fosse nulla di umano, era diventato alto indossava uno smoking nero e un cappello nero, dalle sue mani uscivano degli artigli lunghi almeno una trentina di centimetri. Prima conficco un artiglio nella spalla del povero malcapitato; il dolore provato da povero ragazzo era agonizzante tanto che a un certo punto sentì di svenire poi afferrò la testa di Jonathan e disse - Ora, raggiungerai gli altri bambini!! - Jonathan era paralizzato dalla paura, voleva divincolarsi ma non riusciva a muovere nessuno dei suoi arti;
  la bocca dell’uomo si spalanco disumanamente le sue labbra si sgretolarono ai lati della sua disumana voragine, mangiò prima gli arti inferiori, il bambino caccio un urlo disumano di dolore e di terrore e dopo aver mangiato il corpo del ragazzo lascio cadere la testa di Jonathan, che l’indomani sarebbe stata rinvenuta nel parco.
Quel giorno fu ricordato cari mie lettori, come l’inizio del terrore di Goun.            
         




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