Breaking the Mist

di Eilan21
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Marissa giaceva sul proprio letto e, riprendendo lentamente i sensi, aprì con cautela un occhio. Dapprima vide tutto in una luce sfocata, ma pian piano riuscì a distinguere le persone che le stavano intorno. Tutti parlottavano tra loro in tono preoccupato; non le prestavano attenzione, credendola ancora svenuta.

Siobhan era lì, e c'era anche Damien, un po' in disparte. Era lui che aveva dato l'allarme? Siobhan parlava concitatamente con Yseult, mentre un'altra donna che indossava le vesti blu degli insegnanti ascoltava preoccupata, torcendosi un ricciolo castano tra le dita nervose. Qualche altro allievo era presente, stretto intorno a Damien, indubbiamente ansiosi di sapere di più su quella strana, bizzarra, nuova arrivata.

Marissa richiuse gli occhi, fingendo di essere ancora priva di sensi. Cosa dicevano su di lei che altrimenti non le avrebbero mai volontariamente rivelato?

Non è possibile, Siobhan. Una cosa del genere non ha senso!” stava dicendo Yseult.

Non era mai successa... non sarebbe mai dovuta succedere”, commentò Siobhan, alle cui parole fecero eco quelle tremanti della terza insegnante.

Come può il cristallo avere su di lei un simile effetto?” chiese, con voce timorosa. “Come spiegheremo l'accaduto a Lord Arnulf?”

Mantieni la calma, Brithdara”, ordinò secca Siobhan. “Per ora non gli diremo niente.”

Ma noi dobbiamo dirglielo, siamo vincolate a farlo! Lord Arnulf vuole sapere tutto degli allievi, tanto più se vi è coinvolta colei che possiede un potere innato.”

Siobhan si rivolse a Damien. “Tu! Cosa è successo esattamente? Sei sicuro di averci raccontato tutto nei minimi dettagli?”

Sul mio onore, signora”, rispose Damien, portandosi una mano al petto. “Tutto quello che vi ho raccontato risponde a verità. Marissa ha toccato l'Airknoril ed è svenuta seduta stante.”

Bene”, sospirò Yseult massaggiandosi le tempie. “Allora sei libero di andare adesso, Damien. E anche tutti voi. Tornate a lezione insieme a Britdhara. Della ragazza ci occuperemo noi, adesso.”

Un'espressione delusa si diffuse sui volti degli allievi, che speravano di spezzare la monotonia della loro vita accademica con questi nuovi sconcertanti fatti.

Ma ubbidirono, uscendo dalla stanza mentre commentavano tra loro il singolare avvenimento di cui erano stati quasi testimoni.

Siobhan fermò Brithdara sulla soglia. “Cancella il ricordo dalla loro mente non appena sarete tornati in aula”, le bisbigliò. “Aspetta”, aggiunse, con un ripensamento. “Non quello di Damien, però. Lui era presente e potrebbe ancora raccontarci qualche particolare che gli è sfuggito. Ordinagli di tenerlo per sé, però.”

Brithdara apparve seccata di dover prendere ordini da una donna più giovane di lei, nonostante le fosse superiore in grado. Ma con la docilità che le era propria si limitò a fare un cenno d'assenso col capo, prima di accodarsi ai suoi discepoli.

Siobhan tornò dentro, fermandosi a braccia conserte di fronte al letto di Marissa.

Davvero non hai intenzione di informare Arnulf?”, le chiese alle sue spalle Yseult.

Per ora no. Che rimanga tra noi, Yseult, ma non mi fido di quell'uomo. Sarà anche il discendente di Kieran Fielding, tuttavia questo non fa di lui un buon mago o una persona degna di sovrintendere all'Accademia. Ha ricevuto il suo titolo di “Prima Stella” solo per via del suo cognome, ed è sempre in virtù di quello se siede nel Consiglio dell'Alleanza.”

Perciò dovremo scoprire da noi cosa è successo qui, oggi...”

Noi e nessun'altro.”

Stavo pensando...” azzardò Yseult mordendosi il labbro. “Non può avere a che fare con il suo dono?”

Siobhan scosse la testa, con un sospiro. “Io ho toccato la pietra centinaia di volte, e non è mai accaduto nulla, Yseult. Non ha a che fare con la magia innata, ne sono più che certa.”

Quando si risveglierà?” chiese Yseult accennando col mento alla figura addormentata della ragazza.

E' meglio che non si sia ancora ripresa. La pietra potrebbe averle causato uno shock che ancora non conosciamo. Il suo corpo deve stare a riposo fin quando esso stesso lo riterrà opportuno.”


Marissa attese che le donne fossero uscite dalla stanza prima di aprire tentativamente gli occhi: era sola, così si mise a sedere sul letto, ancora stupita alla rivelazione che aveva appena ascoltato.

E così Siobhan era un'altra persona con il dono, proprio come lei! Chissà perché non glielo aveva rivelato? Ma ripensandoci la cosa non la stupì: le cose che Siobhan teneva per sé erano probabilmente sconfinate, quelle che decideva di elargire al prossimo potevano contarsi sulle dita di una sola mano.

Comunque questo non l'avvicinava di un passo al comprendere cosa fosse successo quel giorno. Ma se neppure le insegnanti ci capivano nulla, come sperava di farlo lei? Marissa si alzò, la testa ancora indolenzita. Mosse qualche passo fino alla finestra ad arco della stanza e l'aprì, desiderosa di un po' d'aria fresca. Letha si estendeva di fronte a lei, carezzata da una brezza leggera dal lieve odore melmoso del lago che la circondava. Poche nuvole si rincorrevano nel cielo limpido, simili a tante pecorelle dal manto immacolato. Marissa si sentì subito meglio.

Una strana ombra scura si stagliò d'improvviso in mezzo a tanto candore, niente più che un puntino stagliato contro l'azzurro del cielo. Era talmente piccola che Marissa dovette aguzzare lo sguardo per vederlo.

Probabilmente un uccello, pensò tra sé attribuendogli poca importanza.

Ma l'ombra diventava sempre più grande, e sempre più vicina. Sembrava che stesse puntando proprio nella sua direzione. Ma non era possibile... o forse sì? Marissa sgranò gli occhi, e strinse il bordo del davanzale, incapace di muoversi mentre la strana creatura alata si avvicinava sempre più. Nonostante tutto non sembrava minacciosa, e non era neppure molto grande. La ragazza aveva quasi trovato la forza di volontà necessaria a tirarsi indietro e sbarrare la finestra quando delle immagine in sequenza molto rapida esplosero nella sua mente, facendole serrare gli occhi e portarsi le mani alla testa.

Vide se stessa, da un punto di vista esterno. Vide se stessa alla finestra, con gli occhi sbarrati, mentre si avvicinava sempre più. Si vide fare un passo indietro e poi cadere preda della visione, portandosi le mani alle tempie. Infine, in quel suo nuovo corpo, attraversò la finestra in volo e cadde su se stessa.

L'impatto non fu terribile come aveva pensato, ma ebbe il potere di farla rientrare di colpo nel suo corpo, ammesso che ne fosse mai uscita.

Si ritrovò a terra, con quella strana creatura volante addosso. Un musetto peloso a pochi centimetri dal suo viso, due piccoli occhi neri come perle fissi nei suoi. La creatura rimase ferma per qualche attimo, poi prese a leccarla festosamente sul viso. Marissa era troppo sconcertata per chiedersi perché uno strano animale che non aveva mai visto le facesse le feste come se si conoscessero da una vita.

Alla fine trovò la forza di volontà di tendere le braccia e afferrare l'animale, allontanandolo da sé e poggiandolo delicatamente sul pavimento. Poi si alzò in piedi, chiedendosi se ora sarebbe volato via, ritornando da dove era venuto. Ma la creatura non si mosse. Continuava a fissarla con una sorta di aspettativa.

Cosa sei tu?” domandò Marissa fra sé e sé. Poi si chinò per esaminarlo meglio.

Sembrava un procione, in tutto e per tutto: il muso era quello, le piccole orecchie anche. Il morbido pelo grigio era inconfondibile, così come la grossa coda a righe nere – anche se questa era ricoperta di spesse squame anziché di pelo. L'animale se ne stava fermo, piantato sulle zampe posteriori, aspettando pazientemente che lei avesse terminato di guardarlo da ogni angolazione.

Anche le dimensioni erano quelle di un procione, ma il particolare sconcertante erano le robuste ali da drago, anch'esse ricoperte della stessa peluria, che gli spuntavano dalla schiena, mentre le zampe, come la coda, erano costituite da squame.

Improvvisamente Marissa fu colta da un'ispirazione. Se quell'animale era in qualche modo imparentato con i draghi forse era dotato d'intelligenza e poteva riuscire a comprenderla.

Mi capisci quando parlo?” chiese, con poca convinzione.

Ma la creatura annuì, in modo chiaro e distinto. Marissa sgranò tanto d'occhi.

Sei venuto qui per me?”, continuò.

Cenno affermativo.

Vuoi... vuoi farmi del male?”

Questa volta la creatura scosse il capo recisamente.

Marissa si sedette sul pavimento, a gambe incrociate, mettendosi all'altezza dell'animale.

Mi conosci?”

Cenno affermativo.

Ma io... non conosco te...” disse la ragazza, in tono di scusa.

L'animale fu felice di poterla contraddire con il solito cenno del capo.

Un momento... eri tu? Eri tu che mi hai salvata da quella creatura a Waford?”

Lui annuì, gonfiando il piccolo petto peloso dall'orgoglio.

E' da allora che ci conosciamo?”

Questa volta il cenno fu di diniego.

Da prima?”

Cenno affermativo.

Marissa non sapeva più cosa chiedere. O meglio avrebbe avuto milioni di domande, ma non sapeva da quale cominciare. Le sembrava tutto troppo assurdo, irreale. Mentre era assorta in queste considerazioni, sentì un peso sul proprio grembo e sussultò, abbassando lo sguardo.

Il piccolo animale alato si era accoccolato nell'incavo delle sue gambe incrociate, e sembrava felice di esserle così vicino, tanto che aveva chiuso gli occhi.

Marissa sorrise di tenerezza, ed allungò esitante la mano per carezzargli il pelo. Era incredibilmente morbido al tatto. L'animale ripiegò le ali, così che divennero quasi tutt'uno con il corpo.

Ci sarà tempo per altre domande”, disse Marissa. “Ora devo scoprire cosa sei e soprattutto trovare un modo per nasconderti agli altri, o ti faranno del male. Lo so perché al monastero nessun animale era al sicuro. Ma io non permetterò che ti accada nulla.”


***

Dorelynn correva a perdifiato nel folto della foresta, ignorando il tumultuoso battere del suo cuore e il fiatone che la perseguitava da ormai due miglia. Una leggera pioggia fastidiosa cadeva sulla sua testa e su quelle delle compagne che correvano lungo lo stesso percorso. Il suo fiato si condensava in piccole nuvolette di vapore, ma Dorelynn non percepiva né il freddo, né l'umidità che permeava la Foresta di Smeraldo. Ogni volta che pensava di cedere, trovava la forza di continuare a mettere un piede davanti all'altro, decisa ad arrivare fino in fondo al percorso e dimostrare il suo valore alle Zarall.

Ehi, principessa!” l'apostrofò sprezzante Galinthia, superandola in poche falcate. “Sei già stanca? Ti mancano i cuscini ricamati sui qui poggiare il tuo culo aristocratico?” E rise sonoramente, imitata dalle altre ragazze che erano a portata d'orecchio.

Dorelynn non raccolse la provocazione, sebbene fremesse per risponderle a tono. Sapeva di non piacere a Galinthia, in quelle settimane lei si era assicurata che non lo dimenticasse mai, neppure una volta. Il peggio era che anche le altre la seguivano a ruota, nello schernirla e nel tenerla a distanza. A volte si sentiva talmente avvilita e scoraggiata che avrebbe voluto mollare tutto e tornarsene a casa. Nelle serate dentro la tenda, in cui le altre allieve chiacchieravano e ridevano tra loro e lei era relegata in un angolino, emarginata da tutte, sognava ad occhi aperti la sua casa, il letto caldo e comodo che l'aspettava, sommerso dai cuscini di piume; sognava i lauti pasti a base di volatili al forno dalla pelle croccante e la carne tenera, i formaggi saporiti e l'incredibile varietà di frutta. Poi il sogno ad occhi aperti finiva, e la realtà tornava prepotente a imporsi su di lei, con il suo sacco a pelo striminzito, il terreno duro che le faceva dolere la schiena, i pasti frugali e, soprattutto, l'inimicizia delle sue compagne. La nostalgia era tanta che era stata tentata di scrivere a suo padre che aveva cambiato idea, e che era disposta a prendere in marito un uomo di sua scelta, fosse pure vecchio e viscido, pur di lasciare quel luogo immediatamente. Per fortuna non lo aveva mai fatto, perché se ne sarebbe immediatamente pentita.

Non tutto andava male però: c'era Regina, la loro insegnante, che riponeva in lei molte speranze, la incoraggiava e la spronava continuamente. Non in modo troppo evidente, che non fosse palese alle altre e fonte di ulteriori gelosie, ma era chiaro che credeva in Dorelynn e nel suo potenziale. E poi c'era Damien, con cui si teneva in contatto mentale, e le cui conversazioni la facevano sentire meno sola, come se ancora un pezzo di casa fosse lì con lei. A Damien non raccontava di come le altre ragazze la trattavano, in parte perché non desiderava turbarlo, in parte perché non voleva ammettere con lui che la vita che aveva scelto non era tutta rose e fiori. Damien invece le raccontava pressoché ogni cosa dell'Accademia, incluso il fatto che non aveva ancora iniziato a prenderla troppo sul serio. Dorelynn lo esortava a farlo, lo spronava, a volte quasi lo supplicava di applicarsi almeno una volta nella sua vita. Ma lui sembrava sordo alle preghiere della sorella.

Una volta terminato il lungo percorso a piedi, le allieve sarebbero dovute salire su un albero dalla corteccia squamata, servendosi di una spessa liana.

Dorelynn l'afferrò con entrambe le mani, ancora il fiato corto a causa della lunga corsa. Era l'ultima, le altre erano già salite o in procinto di farlo.

Inspirò profondamente, poi si aggrappò alla liana e cominciò a salire. Tutti i suoi muscoli erano tesi nello sforzo; strinse i denti, salendo una mano dopo l'altra, le gambe intrecciate saldamente alla liana.

- Sorella! La chiamò Damien proprio in quel momento.

- Dannazione, Damien, questo non è il momento!

- Perché no?

- Sto scalando un albero, ecco perché.

- Vuoi che interrompa il collegamento?

Dorelynn sbuffò d'impazienza, cercando di calmarsi. Se era arrabbiata con Galinthia e le altre non aveva senso prendersela con Damien che non ne aveva colpa. Parlare con lui non le costava comunque fatica fisica, e forse l'avrebbe aiutata a distrarsi dai pensieri negativi che le affollavano la mente. Liberare la mente da ciò che si stava facendo con il corpo, era un insegnamento che Regina le ripeteva spesso.

- No... non interromperlo. Scusami se sono stata brusca. Come stai?

- Sto bene, e tu? Ti sento arrabbiata...

Dannazione, non riusciva a nascondergli nulla!

- Non sono arrabbiata con te, ma con la fatica che sto facendo per completare questo percorso. E, come al solito, sono l'ultima. Come sono andate le lezioni oggi?

- Ci ho prestato poca attenzione, sinceramente.

- Come al solito! Rise lei, rassegnata.

- No, ascolta, Lynnie... questa volta ho un buon motivo oltre alla mia ben nota pigrizia...

- Mmmh, sembra una cosa seria. Di che si tratta? Non farmi preoccupare!

- Oggi è arrivata una nuova ragazza, qui in Accademia.

- Non riesci proprio a stare lontano dalle donne, eh? È più forte di te!

- Smettila! Non intendevo in quel senso, non è per questo che mi sono interessato a lei. E poi lo sai che all'Accademia ci impongono un incantesimo che impedisce a noi allievi di toccarci con quelle intenzioni.

- Allora cos'ha di speciale questa ragazza?

- E' una di quelle che possiedono il dono innato.

- Davvero? Credevo che non ne esistessero praticamente più.

- Ma non è tutto qui. È successa un'altra cosa davvero incredibile di cui sono stato testimone...

Damien le raccontò dell'incidente di Marissa con l'Airknoril e di come quella fosse stata per lui la prima cosa eccitante che gli era capitata da quando era arrivato a Letha. Dorelynn fu contenta nel realizzare che finalmente qualcosa appassionava davvero quel suo scapestrato fratello. Fu ancora più contenta che distrarre la mente aveva funzionato: non aveva pressoché percepito la fatica della scalata, né della ridiscesa dall'albero. Ed ora aveva ripreso a correre con molta più scioltezza e meno affanno.

- Allora perché non cerchi di scoprirne di più? Parlane con Marissa, probabilmente lei è confusa e disorientata per quel che le è successo. Avrà bisogno di un amico.

- Ho finito ora le lezioni e sto andando da lei, fintanto che gli altri si godono l'ora di pausa in cortile e in biblioteca. Tu hai finito il percorso?

- Quasi, disse lei stringendo i denti. Sono all'ultimo miglio. Sto per passare davanti a Regina. Sono ultima, come al solito, ma Regina non sembra dispiaciuta. Dorelynn notò l'occhiata incoraggiante della Zarall che le scaldò il cuore, impedendole di notare quelle critiche delle compagne giunte già al traguardo da un pezzo.

- Tieni duro, sorellina. Sono fiero di te.

- Grazie. Fammi sapere cosa scopri su Marissa. Tienimi aggiornata zuccone... ciao!


***

Damien interruppe il collegamento mentale con la sorella quasi sulla soglia del dormitorio. Era stato talmente preso dalla conversazione che non si era accorto che Marissa era balzata in piedi nel vederlo entrare nella stanza, cercando freneticamente di nascondere qualcosa dentro la sua cassapanca.

I due ragazzi si fissarono per qualche secondo, impietriti.

Cos'hai lì?” bisbigliò Damien, guardando il coperchio della cassapanca che sobbalzò leggermente.

Niente!” disse prontamente Marissa.

Il 'niente' non si muove di certo.”

Non posso dirtelo... fermo!” gridò, vedendo che Damien si avvicinava a grandi passi al mobile. Senza badarle tirò su il coperchio, e quasi lanciò un urlo nel trovarsi davanti lo strano animale. “Cosa diavolo è quello?”

Non lo so”, ammise Marissa. “E' entrato dalla finestra e non vuole separarsi da me.”

Non... vuole?”

Non riesco a farlo andare via, ed ho paura che se lo scopriranno gli faranno del male.”

Perché dovrebbero?”

Marissa lo fissò sbigottita. “Al monastero vigeva la regola che, qualunque animale fosse stato trovato tra i suoi confini, sarebbe stato ucciso.”

Che regola idiota!”, commentò Damien sprezzante. “All'Accademia se un mago e un animale magico legano è considerato un fatto positivo. Significa che tra loro esiste un'intesa magica. Due allievi che sono più avanti di noi ne hanno, ma non così... strano. Non ho mai visto niente del genere. Direi che sembra una specie di drago, se non sapessi che tutti i draghi sono emigrati a Valchir insieme agli elfi secoli fa.”

E allora cosa faccio? Lo mostro a Siobhan?”

Non c'è fretta, prima scopriamo cosa accidenti è questo affare. Ti accompagno in biblioteca. E se il coso qui vuole seguirti, lascialo fare.”


La biblioteca era un'ampia sala sorretta da quattro massicci pilastri di legno. Marissa vi posò una mano, ammirata e, alzando lo sguardo, si accorse che non si trattava di semplice legno lavorato... quelli erano veri alberi, con tanto di chioma e radici che affondavano nel pavimento. Le pareti della biblioteca erano piene fino al soffitto di pergamene e tomi polverosi. C'erano solo un altro paio di allievi oltre a loro, intenti a consultare dei volumi presso altrettanti tavoli di legno, le cui gambe sembravano fondersi con il pavimento pure di legno.

La creatura volante seguiva Marissa a breve distanza, e suscitò occhiate meravigliate nei presenti.

Il bibliotecario, un uomo anziano e stempiato con un paio di pince-nez sul naso, si avvicinò a loro.

Cos'è quello?” chiese indicando il nuovo amico di Marissa.

Non lo sappiamo, mastro Gilbert. Siamo qui apposta per scoprirlo. Potete darmi un volume con la classificazione di tutte le specie di draghi?”

Certo”, mormorò il vecchietto dando loro le spalle e arrampicandosi su un'alta scala a pioli. Si mise a cercare tra i libri con perizia, borbottando qualcosa tra sé e sé.

E lei è la nuova allieva?” domandò dall'alto, senza abbassare lo sguardo.

Sì... mastro Gilbert”, azzardò timidamente Marissa. “Mi chiamo Marissa...”

E tu ragazzo?” disse rivolto a Damien. “Non ti si vede spesso qui in biblioteca. Come vanno i tuoi studi? Hai finalmente deciso di prenderli sul serio? Tuo padre non sarebbe molto contento di te se ti facessi espellere. E, credimi, non saresti il prima a ottenere questo risultato.”

Marissa scoccò un'occhiata di disapprovazione a Damien, che fece finta di nulla.

Sì, mastro Gilbert”, rispose con noncuranza, “avete trovato il libro?”

Ne ho trovati tre che possono fare al caso vostro”, rispose il bibliotecario scendendo la scala con passi cauti. Marissa si chiese come quel canuto ometto potesse ancora compiere simili acrobazie.

Mastro Gilbert mise i pesanti tomi sul tavolo e li lasciò a consultarli. “Fatemi sapere se scoprite qualcosa. Non ho mai visto una simile creatura, sebbene il suo aspetto sia in qualche modo dragonesco...”

Damien affidò il primo volume a Marissa e cominciò a sfogliare l'altro.

Questo non c'è utile”, disse Marissa dopo diversi minuti che lo guardava. “Parla solo dell'origine dei draghi e delle loro razze più diffuse.”

Aspetta”, disse Damien. “Forse ho trovato qualcosa. Eccolo qui... Famiglie dei draghi e loro sottorazze... ecco, non è questo?”

Marissa osservò la figura in bianco e nero che lui le indicava. L'animale era identico a quello che stava accoccolato sul tavolo davanti a loro, seguendoli con occhi attenti.

Sembra proprio lui... cosa dice la didascalia?”

Famiglia: dragoide. Sottofamiglia: procionydae. Genere: Dracoon. Animale di piccole dimensioni, onnivoro, appartenente alla famiglia dei draghi, dal pelo folto striato di nero... eccetera, eccetera... è lui! È un Dracoon!”

Il Dracoon sorrise, felice che finalmente il suo nome fosse stato pronunciato ad alta voce. Era stanco di sentirsi chiamare “animale”, “creatura”, o peggio ancora “coso”.

E va bene, abbiamo scoperto cos'è”, concesse Marissa, “ma ancora non sappiamo come io possa vedere ciò che vede lui, come possa entrare nella sua testa e lui nella mia. Come spieghi questo? Come fa a sapere sempre dove mi trovo? Come fa a conoscermi?”

Credo che di tutti i tuoi dubbi dovremo parlare con Siobhan”, sospirò Damien, rassegnato.






Nota dell'autrice: Ciao a tutti! Vi è piaciuto il capitolo? Cosa ne pensate? Finalmente è stata svelata l'identità del volatile misterioso che è legato a Marissa, ma ancora gli enigmi su di lui sono molti, e sono gli stessi espressi da Marissa stessa a fine capitolo. Siobhan riuscirà a trovare una spiegazione a tutto ciò che sta succedendo? Che ne pensate di Dracoon? Penso che tutti voi lo sappiate, ma giusto per specificare Raccon in inglese significa procione, perciò come intuibile il nome del nostro amico è Dragon+Raccon=Dracoon.

Volevo inoltre lasciarvi il link a una mappa che ho abbozzato, e mi scuso se è veramente rozza ma era solo per darvi una panoramica del mondo in cui ci muoviamo con la storia. Non vi preoccupate se i nomi in piccolo non si leggono, non sono importanti. Le cose importanti le ho evidenziate, così che possiate capire meglio la dislocazione geografica dei luoghi che ci interessano.
Mappa di Euhalon

E in particolare c'è:

Letha

Conne (città natale di Damien)

Galarand (la città degli elfi)

La foresta di smeraldo (dove vivono le Zarall)

Il fiume Lleney (fiume che segna il confine con la foresta di Argoer)

Argoer (foresta in cui si trova il monastero)

Se qualcosa non dovesse capirsi (e sarà facile che accada, perché sono una pessima editor^^) chiedetemi pure senza problemi e cercherò di spiegarlo e/o sistemare la mappa in maniera più decente.

Ora che ho terminato l'altra mia storia, e che questa è rimasta la mia sola long in corso, spero di aggiornare più spesso. Anche così però non potrò far prima di tre settimane di attesa. Mi dispiace farvi aspettare, ma non posso far altro.

Grazie a tutti i recensori, vecchi e nuovi... e a tutti voi che leggete!

Alla prossima,

Eilan







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