La sottile arte di apparire

di Cara93
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Il vento le sferza il viso affilato, le urla disperate rieccheggiano tra le montagne secolari. Il movimento degli arti spasmodico e impotente, le vesti le svolazzano attorno, impacciandola, inutili catene di stoffa. 

Ricorda, Lysa Arryn, l'eccitazione velata e la minaccia nella voce metre spiegava alla figlia maggiore di sua sorella la funzione della Porta della Luna. Ricorda il fremito mentre descriveva le ferite che i condannati riportavano una volta finita la caduta. 
"Chissà quali ferite riporterò io" pensava "di sicuro, non saranno mortali quanto quella che mi ha inflitto il mio amore". 

Aveva sentito la spinta, aveva sentito il terreno mancarle sotto i piedi. Non ci credeva, Lysa. Nonostante quello che sentiva intorno a sè, non credeva che quella sarebbe stata la sua fine. 

Era ritenuta "la Pazza della Valle", dagli altri Lord Protettori. Credevano che la morte del marito avesse danneggiato il fragile equilibrio mentale della donna. In un certo senso, l'aveva fatto. Anche se il suo equilibrio si era perduto molto prima del matrimonio. 

I suoi vassalli ritenevano la sua paranoia eccessiva. Loro non sapevano la verità: lei aveva ucciso Jon Arryn, nessuno avrebbe mai potuto sospettarlo. Se qualche insospettabile avesse fatto lo stesso al suo adorato bambino? No, lui è troppo delicato, troppo debole, non sa difendersi da solo. Per questo, lo teneva costantemente legato al seno. Così facendo, l'aveva reso più fragile di quanto già non fosse, ma, per fortuna, Lysa Arryn non avrebbe assistito alla disfatta del suo prezioso figlio. 

La chiamavano "l'Aquila della Valle", lo sapeva. Per il suo aspetto aquilino e per la voce gracchiante. Era sempre stata Lysa la Sgraziata. 
"Oh, povera Lysa, chissà che matrimonio terribile le toccherà"
"Oh, povera Lysa, sarà fortuna a trovare un uomo che la voglia" 
"Oh, povera Lysa, sempre nell'ombra della sorella" 

Per tutti, il matrimonio con Jon Arryn, mentore di re Robert e di Ned Stark era stato un colpo di fortuna per Lysa la Sgraziata. Lei avrebbe solo voluto urlare. Si sentiva in trappola, in quel matrimonio. Si sentiva morire. 

L'invidia nei confronti di Catelyn l'aveva portata a desiderare ciò che non avrebbe mai potuto avere. 
Una rara bellezza capace di sconvolgere un uomo. 
Un marito giovane e bello. 
L'amore incondizionato di chi le stava attorno. 
Lysa non aveva nulla di tutto ciò. Quello che aveva era una fortezza inespugnabile e, successivamente, un bambino malaticcio. 

L'amore per Petyr nacque il giorno del duello. Lysa aveva assistito a tutta la scena. Pensava che un uomo capace di sfidarne un altro, a discapito della propria inferiorità, dovesse essere ammirato ed amato incondizionatamente. Lei non sarebbe stata irroconoscente come la sorella. Lei l'avrebbe amato. 

Sognava che Petyr affrontasse suo marito con la stessa audacia, per lei. Sognava la sua vittoria e il corpo di Jon che scompariva oltre la Porta della Luna. 

I suoi sogni si realizzarono, alla fine. Petyr bussò alla sua porta. Non per duellare, ma era un dettaglio trascurabile. La voleva, lei voleva lui e avrebbe fatto di tutto, anche uccidere suo marito. 

Non poteva vivere in quella felicità, Lysa. I suoi demoni non l'avrebbero mai permesso. Sopraggiunse presto la gelosia. Verso suo figlio, che si stava avvicinando un po' troppo al futuro patrigno, per i suoi gusti. Verso le puttane dei suoi bordelli. Verso chiunque parlasse con lui. Ma, soprattutto, verso Sansa. 

La gelosia portò rabbia e sospetto, la portò ad allontanare suo figlio, certo, in modo impercettibile all'esterno, ma Lysa era arrivata ad odiare il giovane Lord della Valle. Nascondeva l'odio sotto una sottile patina d'amore malato. 
"Nonostante tutto" pensava, cadendo "è stata una fortuna, che Sansa sia arrivata, scombinando tutto. Se non avessi riversato tutte le colpe su di lei, ora sarebbe Robyn in questa situazione". 

Tutto degenerò con un bacio rubato. 

La vita di Lysa Arryn è sempre stata in bilico, sul filo tra ragione e follia. Una spinta e quell'equilibrio si era spezzato, molto prima della sua caduta.  




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