Un incontro inaspettato

di FlaviaMarchetti
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Era un giorno piovoso di dicembre, le gocce d'acqua cadevano al suolo con frequenza e irruenza, obbligando le persone che passeggiavano per le lussuose vie di Port Angeles ad entrare nei negozi per ripararsi. Tranquillamente, prima che iniziasse a piovere, con passo calmo e studiato, si aggirava tra le vie una giovane ragazza con le cuffie alle orecchie. Indossava un abitino bianco con scollo a cuore, impreziosito da brillantini sul corpetto, che si apriva in vita in una gonna a palloncino; le calze erano di lana a coprire le gambe dal freddo, la borsa a tracolla di Chanel viola si abbinava con gli stivaletti griffati dal tacco a spillo dello stesso colore, che facevano rumore ogni qual volta incontravano il terreno. I capelli castano erano lasciati sciolti sulle spalle in piccoli boccoli, messi a punto la mattina stessa dalla sua amata piastra. Probabilmente ancora non si era resa conto del maltempo perché canticchiava sottovoce osservando le vetrine luminose dei negozi, addobbate con lucine colorate per attirare l'attenzione dei passanti. Mancavano 2 settimane alla vigilia di Natale ed era lì proprio per fare acquisti, dal momento che non aveva comprato ancora niente perché troppo occupata nei giorni precedenti nel suo imminente trasferimento in una sfarzosa villa che le avevano regalato per il suo compleanno i suoi ricchi genitori. Ed ora era lì da un'ora e mezza, al freddo, e ancora non aveva trovato niente che la incuriosisse o la interessasse. Quando si accorse della pioggia si affrettó a prendere dalla sua preziosa borsa un ombrellino, maledicendo il tempo che aveva deciso di arrabiarsi l'unico giorno che aveva mille cose da sbrigare e doveva correre a destra e sinistra per riuscire in tutto. Pregò che i suoi capelli, trattati il giorno precedente dalla sua parrucchiera di fiducia, non perdessero volume e che i suoi favolosi abiti non si bagnassero. Con questa unica preoccupazione era decisa a trovare un luogo dove rifugiarsi e si diresse, quindi, al bar più vicino che si trovava in fondo alla strada. Dall'esterno sembrava un locale come tutti gli altri, tranquillo e accogliente, decise che poteva andar bene ed entrò. Appena varcata la soglia si guardò intorno, osservando con attenzione l'arredamento, e notò che il locale aveva un'aria vintage con i tavolini rotondi colorati, le sedie di legno bianche e il bancone in legno chiaro scolpito da figure artigianali. Le sembrava di essere in un altra epoca ed era una piacevole sorpresa trovare nel ventunesimo secolo un luogo così magico che era convinta non esistesse più. Sopra ogni tavolo erano disposti un piccolo vaso di cristallo, contenente ognuno 3 fiori dall'aspetto vivace e pimpante, e un libricino, dove era possibile osservare il menù. Sembrava un luogo dimenticato dal mondo aggiudicando l'assenza di persone li dentro, ad eccezione delle 2 bariste che si occupavano anche del servizio ai tavoli ma era contenta di trovarsi in un luogo così grazioso. Confortata da quell'atmosfera accogliente e calorosa, si tolse le cuffie, prese posto a uno dei piccoli tavoli presenti e si guardò intorno meravigliata. La cameriera, una giovane ragazza vestita da pin-up e con i capelli legati in una semplice coda, si avvicinò a lei e le chiese cosa desiderasse. Optò per una cioccolata calda visto il freddo. Quando la ragazza si allontanò ebbe modo di osservare il locale nei minimi particolari: il lampadario, anch'esso colorato, emanava una luce fioca, il pavimento era ricoperto di piastrelle rosse, porte e finestre erano in legno bianco e candele erano sparse qua e là rilasciando un odore dolce. Prese il cellulare dalla borsa con l'intenzione di scattare una foto per mantenere il ricordo di un posto tutt'altro che odierno. Proprio in quel momento scorse una ragazza sulla soglia della porta; indossava skinny jeans con un maglioncino a collo alto color ciliegia e ai piedi delle semplici converse bianche. I capelli erano raccolti in una treccia e sulla spalla destra teneva la tracolla della sua deliziosa borsetta bianca. Era fradicia (probabilmente non aveva tenuto conto delle condizioni metereologiche e non aveva niente con cui ripararsi) e aveva un aria sconsolata. Jenny, la ragazza fashion, si chiese il perché di quell'espressione triste e si scoprì determinata a volerlo sapere; sicuramente avrebbe potuto consolarla e magari anche aiutarla. Mentre la nuova arrivata adocchiava un tavolino sulla sinistra vicino al suo, la cameriera che teneva in mano la sua ordinazione uscì dalla cucina; Jenny già pregustava il sapore della cioccolata liquida nella sua bocca, ma vide il suo desiderio infrangersi quando la cameriera vestita anni '50 e l'altra si scontrarono e il contenuto del vassoio si rovesciò a terra. La ragazza dal discutibile gusto in fatto di moda (come poteva indossare dei ridicoli jeans? Non aveva nient'altro da mettere sotto quel maglione come una bella gonna nera in pelle o dei pantaloni di velluto?) si accorse chi era il destinatario della bevanda e la guardò mortificata. La ragazza chic, invece di arrabiarsi, la invitò a sedersi con lei al suo tavolo. Colta di sorpresa da quel gesto inaspettato si avviò incerta nella sua direzione e fece un debole sorriso. Quando fu seduta la ragazza scrutò la figura che aveva di fronte e lo stesso fece l'altra. Per rompere il ghiaccio Jenny cominciò a conversare del più e del meno e le pose semplici domande del tipo il suo nome, l'età, il paese d'origine...Alessia, l'altra, inizialmente esitante e sorpresa dalla sua affabilità, rispose con sempre più naturalezza e iniziarono così un vero e proprio dialogo in cui era anche lei a porle domande. Intanto la cameriera, dopo essersi scusata per l'accaduto, era corsa in cucina ed ora teneva di nuovo in mano la tazza fumante. Quando le fu consegnata la bevanda tanto desiderata, Jenny decise di ordinare la cena visto che ormai erano le otte passate e pregò Alessia di unirsi a lei. Quella ragazza conosciuta solo da mezz'ora l'aveva incuriosita e sembrava davvero cordiale, parlando con lei aveva capito che era una persona timida, sensibile, altruista, generosa e sempre disposta ad aiutare gli altri. Forse sarebbero potute diventare amiche dal momento che Jenny era il suo opposto ovvero era socievole, solare, espansiva, simpatica e fashion. Si completavano, avrebbero formato davvero un bel duo. Jenny si accorse che, nonostante Alessia fosse allegra, un peso l'opprimeva perché non era riuscita a scacciare l'aria malinconica che la circondava, nonostante i suoi sorrisini. Allora decise di comportarsi da amica e chiederle cosa la preoccupasse; anche se esitante perché stava praticamente raccontando la sua vita a una perfetta sconosciuta incontrata in un bar deserto in una giornata nera, Alessia sentiva di potersi fidare. Le raccontò così di esser stata praticamente sbattuta fuori casa quella mattina dalla proprietaria del piccolo appartamento in cui alloggiava perché non era riuscita a pagare le ultime 2 rate dell'affitto (non che non volesse ma la sua misera paga da dipendente in una gelateria non le permetteva di sopravvivere agiatamente); ora non sapeva dove stare, doveva trovare una sistemazione in fretta ma non aveva nessuna idea in mente e si era arresa al fatto che probabilmente non avrebbe avuto un tetto sopra la testa quella notte. Mentre sentiva il racconto della sfortunata giornata di Alessia, a Jenny si accese una lampadina in testa: visto che lei abitava in una mega villa da sola dove c'era abbondante spazio per contenere non solo lei e non aveva mai nessuna compagnia lì dentro, si offrì di invitarla a stare da lei. Alessia, anche se non lo dava a vedere, sprizzava gioia da tutti i pori a quella prospettiva, era super felice che Jenny l'avesse ospitata ma era sorpresa che si fidasse cosi tanto di lei da mettersi a disposizione. Era piena di gratitudine nei suoi confronti e non sapeva come ringraziarla. L'abbracciò forte e le regalò uno dei 2 braccialetti identici che aveva al polso per dimostrarle la sua amicizia. Entrambe contente di essersi trovate, decisero che era ora di lasciare quel bar e così, dopo aver pagato il conto, uscirono dal locale e andarono a fare compere. Dopo 2 ore in giro per negozi a ridere e scherzare, mentre si stavano dirigendo verso le rispettive macchine per raggiungere casa di Jenny, non poterono non pensare la stessa cosa : quella era una giornata iniziata male ma finita stupendamente perché non solo avevano comprato tutti i regali a loro necessari in pochissimo ma avevano anche trovato reciprocamente un' amica che occupava da ora un posto speciale nel loro cuore. Con l'umore leggero e un sorriso ben stampato in volto si dichiararono migliori amiche e, stringendosi le mani, iniziarono la loro avventura insieme.




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