Wake Me Up

di giucri89
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Capitolo 4
 
 
Sì, è un avvertimento, vattene o verrai ferito.
Nel momento in cui oltrepassi la linea,
è un avvertimento, smettila, smettila, basta.
Guarda solo me, non guardare altrove.
Sono al tuo fianco, guarda solo me.
Gli occhi la cercano di qua e di la,
ovunque. Si stanno avvicinando.
Non sono me stesso adesso,
ho bisogno di stare attento.
Perché è il momento di perdere il controllo.
Mine-GOT7
 
 
ChoSo non riesce a credere a ciò che vede. Il sunbae KiKwang è davanti ai suoi occhi. Era partito ormai tre mesi fa, per ultimare un importante lavoro all’estero. Non lo vedeva da tanto. Avrebbe voluto stringerlo a sé più forte che poteva. Avrebbe voluto dirgli apertamente quanto le era mancato, ma purtroppo non poteva farlo. Erano amici, si conoscevano da tanto, ma nulla di più. ChoSo non gli aveva mai confessato i suoi sentimenti per la paura di un rifiuto che avrebbe potuto spazzare via tanti anni di amicizia e ricordi preziosi. Sapeva benissimo che lei non era il genere di donna che piaceva al suo sunbae. Lei non era una bambola perfetta da esibire, era semplicemente ChoSo, e per tal motivo non avrebbe mai detto nulla dell’amore che provava nei suoi confronti, avrebbe continuato a far finta di niente come sempre. «Sunbae, quando sei tornato?» chiese ChoSo. «Proprio ieri sera, il capo Kim, mi ha aggiornato della situazione difficile in cui ha dovuto mandarti. Adesso puoi stare tranquilla ci sono qui io con te» disse, sorridente come sempre. Cho KiKwang, lavora alla PROD da quattro anni, è stato lui stesso a raccomandare ChoSo al suo capo. È un ragazzo bello e intelligente, ma anche incurante del pericolo, infatti, adora fotografare animali o luoghi pericolosi. ChoSo è davvero felice di poter avere il  sunbae al suo fianco in un momento del genere. Lui sapeva benissimo del suo odio nei confronti degli idol, e avrebbe fatto di tutto per metterla a suo agio e aiutarla ad ultimare presto questo lavoro. «Sono davvero felice di vederti sunbae». Il sunbae le scompigliò i capelli, brutta abitudine che aveva sin dai tempi del liceo, in segno di affetto e sorrise. «Allora vogliamo entrare? Mi racconterai del lavoro strada facendo» e le fece cenno di passare avanti. “Un vero galantuomo, come sempre, non ha nulla a che vedere con quello scorbutico di JaeBum”, pensò ChoSo. «Etciù», si sentì provenire da dietro. «Scusate, mi dispiace interrompere la vostra rimpatriata, ma siete proprio davanti l’ingresso dell’edificio e io dovrei entrare, se non vi dispiace, potreste spostarvi un po’? Grazie», disse JaeBum facendosi largo tra i due. ChoSo lo guardò malissimo, ma perché doveva sempre rovinargli l’umore anche quando succedevano cose belle? Tsk. «Lo conosci?» chiese ingenuamente KiKwang. «Purtroppo sì, e tra poco lo conoscerai anche tu. È il leader scorbutico del gruppo di cui ci stiamo occupando» disse sconsolata. «Mmh, un tipo particolare» si limitò a dire il sunbae.
Le 9 in punto. Tutti sono riuniti nuovamente in sala conferenze. ChoSo dopo aver presentato il sunbae KiKwang e aver ignorato le occhiatacce di JaeBum, prese ad illustrare il piano che aveva in mente per la realizzazione del photo book. «Ho prenotato un albergo, per quattro giorni, nella zona cui vi accennavo ieri. La partenza è prevista per dopodomani. Dopo aver concluso con le foto all’aperto ci concentreremo sulle foto al chiuso, quest’ultime potremmo farle direttamente alla PROD. Avete dubbi in proposito? Avete bisogno di chiarimenti?», alla domanda di ChoSo una mano si alza, inutile dire che quella mano appartenesse al caro leader. «Quattro giorni non sono un po’ troppi per fare “quattro” foto? Cioè la maggior parte le faremo al chiuso, quindi, non mi piace proprio perdere tempo inutilmente», era ovvio che fosse semplicemente un’altra provocazione nei confronti di ChoSo e quest’ultima, infatti, si era ben preparata alle possibili domande dell’intransigente JaeBum. «Se vogliamo, anzi se dobbiamo fare un buon lavoro ci serve il tempo necessario. Ma non solo, il vostro presidente Park JinYoung mi ha espressamente chiesto di lasciarvi una mezza giornata libera per divertitivi e rilassarvi prima del comeback, quindi, se hai qualche problema in proposito puoi andare a lamentarti ai piani alti, grazie», fu la risposta secca di ChoSo. Nella stanza calò il silenzio, i membri rimasero sorpresi dal modo in cui ChoSo riuscì a zittire JaeBum, loro, in tutto questo tempo, non ce l’avevano mai fatta, inutile dire quanto ormai stimavano quella piccoletta che teneva testa al loro leader senza la minima paura. Il sunbae KiKwang non si stupì più di tanto, sapeva benissimo com’era fatta, una piccoletta dalla idee chiare, la definiva lui e sorrise compiaciuto. Dopo vari aspetti tecnici comunicati, la riunione fu considerata conclusa. Tutti furono congedati e andarono a prepararsi per la partenza imminente.
 
«Kyyyyyaaaah! Non è giusto, non è giusto, non è giusto», si sentì urlare dall’altra parte del telefono. «Ti giuro SoMi-ya che se ancora continui a gridare così, ti chiudo il telefono in faccia» rispose brusca ChoSo, che ormai si stava pentendo di aver risposto a quella chiamata. «Anche io voglio andare in vacanza con il mio piccolo YuGyeom, ti prego portami con te!». Vacanza? La sua amica era decisamente impazzita. Quella sarà una lunga e dolorosa tortura, altroché vacanza. «SoMi-ya, ti ho già detto che vado per lavoro, non certo per divertirmi, e sai quanto vorrei non farlo questo lavoro, quindi, finiscila di fare così» rispose pensando di aver finalmente messo fine al discorso, ma SoMi era decisa a non arrendersi proprio. «Almeno dimmi dove andate no? Che ti costa? Non lo dirò a nessuno, giuro!», i giuramenti della sua amica erano famosi per non essere mantenuti, quindi, ChoSo cercò di rimanere cauta. «Perché? Non dirmi che vuoi farti trovare lì quando arriveremo… così per casualità». «Ma noooo, come puoi pensare una cosa del genere, sai che non lo farei mai. Allora dov’è che andate di bello?». Alla fine ChoSo si arrese «Siccome serviva della terra rossa per il concept del photo book, mi è subito venuto in mente quel posto, al sud-est del paese, quel posto dove siamo andati in gita al secondo anno delle superiori, ricordi?», la risposta non tardò ad arrivare «Sì, lo ricordo benissimo. Complimenti ottima scelta. Adesso, comunque, devo lasciarti, ho alcune cose da fare. Ci sentiamo. Bye bye». Tuuu tuuu tuuu. “Che strana ragazza, perché mai avrà riagganciato così presto? Spero davvero non abbia nulla in mente”, pensò timorosa ChoSo.
 
«Yah! MinYoung-ah, ho una bellissima idea! Non avevi detto che da domani sei in ferie? Perché non andiamo a divertirci noi due da sole?» chiese SoMi al telefono all’amica MinYoung. «SoMi-ya, mi hai detto che ti annoiavi ad andare da qualche parte da sola con me e adesso quest’idea, come mai? La cosa mi puzza un po’», ovviamente anche MinYoung conosceva molto bene SoMi, «No, sono sincera, andiamo a divertirci, ho già in mente un posto, penserò a tutto io, tranquilla», ma alla fine ci cascava sempre. «Partiremo dopodomani. Porta dei vestiti carini, mi raccomando. Bye bye!». “È tutto così strano. Si tratta comunque di una vacanza, quindi, perché rifiutare? Cosa poteva combinare di così disastroso?”, pensò MinYoung.
 
Il giorno della partenza arrivò. La JYP aveva noleggiato un autobus per tutti, membri del gruppo, staff, troupe fotografica, ecc. L’atmosfera era abbastanza piacevole, pensò stranamente ChoSo, seduta felicemente al fianco del suo adorato sunbae. JaeBum, anche questo era abbastanza strano, stava sdraiato negli ultimi posti dell’autobus, sembrava stesse dormendo, forse era meglio così, pensò ChoSo, almeno non dava problemi.
Finalmente arrivati a destinazione, tutti si organizzarono per sfruttare a pieno ogni singolo minuto. In quel via vai, ChoSo non credette ai propri occhi. Due figure si stavano avvicinando verso di lei, le avrebbe riconosciute fra mille, Somi, MinYoung, ma cosa ci fanno qui?! No, no, quella mente malefica di SoMi non può aver organizzato tutto questo. «ChoSo-yaaaa! Oh che coincidenza! Anche tu da queste parti?», aveva anche il coraggio di sventolare la mano felice. Stavolta l’avrebbe strozzata sul serio! Corse verso le sue amiche, le trascinò con sé dietro un muretto. «Si può sapere che ci fate qui?», cercò di mantenere il tono della voce più basso possibile, «Mi meraviglio di te MinYoung-ah! Perché non l’hai fermata, eh?». «Hey, io non ne sapevo proprio nulla, mi ha detto solamente che, siccome ero in ferie, mi avrebbe organizzato un viaggio di relax, quindi non prendertela come me», si difese MinYoung. Intanto SoMi era scappata dal controllo di ChoSo. «Dov’è andata adesso? Vuole farmi perdere il lavoro?». ChoSo si sentiva impazzire, non bastava JaeBum nella sua vita a farle saltare i nervi, ci si metteva pure SoMi. «Aiutami a cercarla prima che combini qualcosa di grave» ordinò all’amica, che ormai aveva visto andare in frantumi il suo viaggio di relax, ah le amiche, cosa non si faceva per loro. Intanto SoMi stava per raggiungere la sua preda, quando fu bloccata all’improvviso da ChoSo «Lasciami andare dal mio piccolo YuGyeom», aveva anche il coraggio di farfugliare cose del genere. «Ora tu la smetti, te ne vai in giro lontano da qui con MinYoung-ah e quando stacco da lavoro vi raggiungo, ma solo per tenerti d’occhio, capito?» disse ChoSo con un tono decisamente poco amichevole. KiKwang si trovò a passare di lì proprio in quel momento, e lui conosceva molto bene le amiche di ChoSo, in fondo avevano frequentato lo stesso liceo. «Oh, SoMi, MinYoung, siete proprio voi? È da tanto che non ci vediamo, vero? Che ci fate qui?» domandò ingenuamente. ChoSo era di spalle, al suono della voce del sunbae saltò in aria, «Sun-sunbae, non preoccuparti di loro, adesso vanno via, sono solo di passaggio, vero?», domandò retorica alle amiche. SoMi si voltò dall’altra parte arrabbiata, MinYoung cercò di reggere il gioco a ChoSo «Ah sunbae, è da tanto che non ci si vede vero, ahahah, ma noi come dice ChoSo siamo qui solo di passaggio, una pura coincidenza, ahahah, stavamo proprio per andare dopo aver salutato la nostra amica», ChoSo faceva dei cenni di consenso con la testa. «Cosa? Andate di già? Restate! E poi stasera quando io e ChoSo finiremo potremmo bere una birra tutti insieme. No che qui ci siano dei posti in cui andare, siamo in mezzo al nulla, ma potremmo prenderla al supermercato aperto 24 ore su 24 che ho visto mentre eravamo sull’autobus, e poi potremmo berla qui con questo bel panorama, che dite?», questa gentilezza del suo sunbae alcune volte era davvero fuori luogo e inutile, pensò ChoSo. «Sììììì, io dico sì! Sunbae sei il migliore!» urlò festante SoMi. ChoSo si avvicinò all’orecchio di SoMi «Ti giuro che se ti avvicini ad uno solo di LORO ti uccido con le mie mani, capito?». SoMi si girò dall’altra parte ignorando completamente l’amica.
 
«Chi sono quelle ragazze con la nostra fotografa?» chiese quel curioso di Bam Bam. «Non lo so, ma sembrano conoscersi. Come avrà fatto ad incontrare degli amici in un posto così deserto?», si chiese YoungJae. «Sembrano simpatiche» esordì Jackson. «Ma come fai a dire che sono simpatiche se neanche le conosci?», lo rimproverò scherzosamente JinYoung. «Lascialo stare lo sai che per lui tutte le ragazze sono “simpatiche”» disse ridendo Mark. «Hyuuuung voglio uscire con una ragazza», se ne uscì YuGyeom. Tutti scoppiarono a ridere ascoltando il desiderio del piccolo maknae. «Credo che ora potreste smetterla di parlare di cose inutili e concentravi un po’ di più», il solito guastafeste di JaeBum aveva appena richiamato tutti all’ordine. Nessuno rispose, e iniziarono a prepararsi per le prime foto.
Quando JaeBum fu vicino a ChoSo le lanciò queste parole «Cos’è? Adesso ti porti le amichette al lavoro? È questa la tua professionalità?». Lo sapeva che lui avrebbe avuto sicuramente qualcosa da ridire, ci avrebbe messo la mano sul fuoco senza pensarci due volte. “Stupido pallone gonfiato! Non cederò alla tua provocazione. Tsk”, e si allontanò da lui facendo finta di non aver sentito.
 
Finalmente la prima giornata di lavoro era finita. I primi membri ad essere fotografati furono Mark e YoungJae. ChoSo rimase abbastanza soddisfatta. Erano dei professionisti, non fu difficile fare delle belle foto. Questo rincuorò ChoSo, forse questo lavoro non era poi così male.
Così come aveva promesso il sunbae, alle 21 si ritrovarono tutti e quattro a bere. Il sunbae aveva comprato la birra e ora si stavano godendo il panorama parlando del più e del meno. Il paesaggio era incontaminato, era sfuggito dalla mano distruttrice dell’uomo e le stelle, le stelle erano fantastiche quella sera, in città non si poteva certo godere di un simile spettacolo. KiKwang raccontò del suo ultimo lavoro all’estero e SoMi e MinYoung lo aggiornarono delle novità riguardanti la loro vita. ChoSo non parlò molto, era catturata dalla figura del sunbae al chiaro di luna che di tanto in tanto sfoggiava i suoi meravigliosi sorrisi. Ovviamente SoMi e MinYoung si accorsero della situazione e decisero di lasciare ChoSo e KiKwang da soli con la scusa che erano troppo stanche e dovevano andare a riposare. Sapevano della cotta di ChoSo per il sunbae, così mentre stavano per andarsene lanciarono dei messaggi d’incoraggiamento verso l’amica. ChoSo e il suo amato sunbae restarono da soli. «Mi ha fatto davvero piacere rivedere SoMi e MinYoung, voi tre eravate inseparabili al liceo», «É vero» disse ChoSo, che iniziava a sentirsi in imbarazzo. «Non siamo mai riusciti a portarle al nostro club di fotografia però, ricordi? Non so quante volte ci abbiamo provato», continuò KiKwang, ChoSo annuì solamente. «A proposito di club di fotografia, ricordo ancora il primo giorno che ci siamo conosciuti. Entrasti proprio nell’aula del club con una tale furia, dicendo che volevi diventare a tutti i costi una fotografa professionista. Che ridere! Una ragazza così minuta con una grinta da leone. Ah, se ci penso mi viene ancora da ridere». Adesso si che ChoSo si stava imbarazzando sul serio. «Sunbae ti prego non ricordare queste cose per favore! Ah, che vergogna», e si coprì il volto con le mani. «Sai sono stato mollato», disse KiKwang tutto ad un tratto. «Forse non era quella giusta. Ormai ho perso il conto di quante volte sono stato mollato», disse sorridendo amaramente. «Sunbae…» riuscì solamente a pronunciare ChoSo, aveva notato che il sunbae aveva già bevuto un bel po’ di lattine di birra, era forse ubriaco? «Ogni volta è sempre per lo stesso motivo. Il lavoro che svolgo, è forse così difficile da sopportare per una donna? È vero, lo ammetto, che devo spesso assentarmi, ma è il lavoro che ho scelto, il lavoro che amo. E allora in questi giorni ho iniziato a pensare, non sarebbe meglio avere una fidanzata che lavora nel mio stesso settore? Forse potrebbe capirmi meglio…». Dove voleva andare a parare il sunbae? Il cuore di ChoSo non faceva altro che battere sempre più veloce, temeva sarebbe scoppiato da un momento all’altro. Cosa doveva fare in quel momento?
 
“Accidenti! Non riesco proprio a dormire. E qui non c’è neanche una sala prove. Che faccio adesso? Non mi resta altro che continuare a passeggiare, quando finalmente mi verrà sonno tornerò in albergo”. JaeBum quella notte non riusciva proprio a trovare riposo. Non aveva litigato con ChoSo, nonostante lui l’avesse provocata, si sentiva strano, forse deluso? Ultimamente si sentiva sempre strano, sentiva di poter perdere il suo obiettivo principale di vista da un momento all’altro, ma perché poi? Di certo non poteva essere per quell’insulsa ragazza. Decisamente. Camminando JaeBum vide due figure, decise di avvicinarsi, ma non troppo. Li riconobbe, erano ChoSo e quel damerino di KiKwang. Quest’ultimo gli stava ancora più antipatico di ChoSo, non c’era un motivo particolare. Era così, un odio a pelle. «… Una fidanzata che lavora nel mio stesso settore? Forse potrebbe capirmi meglio…», si trovava abbastanza vicino da riuscire a sentire quello di cui stavano parlando. Riuscì a vedere anche tutte le lattine di birra che c’erano vicino a KiKwang, “Quella ragazza va ad ubriacarsi ogni sera?”, pensò JaeBum. Lui sembrava alquanto alticcio. «Forse mi ci vorrebbe una ragazza come te, ChoSo-ya». “Come può dire cose del genere ad una ragazza che si vede lontano un miglio che gli cade praticamente ai piedi, in una situazione del genere, così ubriaco?”, pensò JaeBum. KiKwang si stava avvicinando un po’ troppo a parere di JaeBum, le loro labbra erano vicinissime. “Allontanati stupida, non vedi che è ubriaco e non sa quello che fa?”, gridò internamente JaeBum.
 
 
“Oh mio Dio! Che Cosa faccio? Il sunbae è così vicino, troppo vicino! Vuole baciarmi?” istintivamente ChoSo chiuse gli occhi, si stava per realizzare ciò che lei aveva sognato da tempo? Non poteva crederci! Il sunbae era ormai ad un soffio dallo sfiorare le sue labbra, sentiva il suo respiro così vicino. Sì, era ormai pronta, ma… «Ah, scusa non so cosa mi sia successo! ChoSo-ya perdonami, non devo essere molto lucido in questo momento» disse allontanandosi di scatto e sorridendo. ChoSo, che aveva ancora gli occhi chiusi, li riaprì velocemente e arrossì. Che vergogna, pensò. La rassicurava un po’ che in quel momento non ci fosse nessun’altro ad assistere a questo disastro, ignorando, in realtà, la presenza di uno scomodo osservatore. 




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