29 aprile: Il giorno in cui...

di DolceZeref
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A Monica e Stefano,
buon anniversario

29 aprile
Il giorno in cui...

«Se incontrarsi resta una magia,
è non perdersi la vera favola»
Cit. M. Gramellini

L'allenamento di karate del venerdì era finito da qualche minuto: Monica si era cambiata velocemente e sostava davanti all'uscita con la borsa in spalla, incerta se avviarsi o meno.
Era una ragazza sui ventitré anni, con i capelli di un color nero corvino a caschetto e gli occhi castano scuro. Il carattere? Era timida, sensibile, dolce e determinata.
Stava aspettando una persona, un ragazzo, che faceva il corso con lei ed aveva circa ventidue anni: erano spesso insieme, sia in palestra che fuori, ma da un po' di tempo c'era una situazione fra loro due che lei non sopportava.
Stefano, era questo il suo nome, aveva le iridi color nocciola ed i capelli castani, anche se questo lo si poteva capire solo guardando le foto di quand'era più giovane perché la chioma era rasata: pareva un giapponese ed il karate-gi che indossava in allenamento non faceva che consolidare questa somiglianza. Di lui si poteva dire che era spiritoso, testardo e generoso.
Comunque, si erano conosciuti al compleanno della ragazza e con il passare del tempo erano diventati sempre più amici, tanto che uscivano frequentemente con i compagni il sabato sera. Il problema, però, era proprio questo. Si mettevano d'accordo per vedersi, prendevano una pizza con gli altri, chiaccheravano, ridevano, si salutavano e poi, il lunedì...puff, sembrava che non fosse successo niente. Ecco, per Monica non era così: si era innamorata. Si era innamorata di quel suo sorrisetto ironico, ma si era stancata di quel tira e molla, non capiva il motivo di quel comportamento da parte dell'altro e ne aveva abbastanza. Quel giorno si spazientì e si diresse all'uscita.
Stefano la vide andare via all'improvviso e si sbrigò per raggiungerla, rischiando di inciampare nella fretta. Quando lo fece, le chiese di aspettarlo, cosa che venne accettata con un misto di titubanza e sorpresa. La accompagnò al portone di casa e si rese conto che quella era per lui l'ultima occasione di dire qualcosa.
Spinto da un sentimento ignoto, la abbracciò di slancio e lei, passato qualche attimo di esitazione, ricambiò la stretta con un sorriso.
Si abbracciarono per due ore, il loro era un amore che non aveva bisogno di parole.
Il baci fra di loro furono dolcissimi e lievi.
 
Il resto è storia...




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