I ribelli

Io non sono come loro. Non so chi sono, ma sono diversa, lo sento, lo percepisco. La loro aura emana vibrazioni diverse dalla mia. Essere diversi è un rischio ovunque, dovunque e per tutti. Perchè il diverso non si può controllare. Tempo fa, ci hanno tolto ogni libertà, è già tanto se posso uscire di casa, anzi, lo faccio di nascosto. Non ho mai avuto una vita felice, mio padre se ne andò quando avevo solo due anni, ma madre è una depressa cronica. Qualche anno fa fondai l'organizzazione Alfa, che da allora si occupa di boicottare i piani dell'autorità e accogliere i nuovi ribelli. Potete immaginarmi come la classica ragazza dai leggins, smalto e le scarpe nere, felpa enorme e scura, only black se non fosse per la cascata di riccioli biondi che la mattina mi ritrovo in testa a mo di nido, e gli occhi chiari. La solita sigaretta in bocca e il coltellino sempre in tasca. Tra spacci di droga e i vari casini che mi ha lasciato mio padre, di certo ho una vita insolita per una ragazza. Così ho deciso di dedicarmi completamente alla mia organizzazione, gang, squadra, chiamatela come preferite. Ci troviamo spesso alla Casa, un vecchio edificio abbandonato sulla sedicesima strada. Alla tv ogni tanto parlano di me, la ragazza con la maschera bianca, di quello che faccio, mi descrivono come una ribelle. In realtà quello che faccio, ovvero quello che facciamo noi, è accogliere ragazzi nella nostra stessa situazione. Noi non siamo come loro. Non ci facciamo sottomettere facilmente, insomma, siamo adolescenti, facciamo ogni cosa di testa nostra. Di giorno siamo normali studenti, di notte ladri o assassini. Spesso però, amo stare da sola, sul mio albero a fumare e pensare. In questa mia solitudine trovo quiete, lontana da tutti, finchè il mio migliore amico non viene a rompere. Tutto quello che ho, è quello che posso avere. Esco di notte perchè il buio m'incanta, mi sento parte di lui. A volte sto sola a volte in gruppo, mi chiamano Il Lupo.