Alla natura piace nascondersi.

di fusisfileikruptein
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“Vagavo solitario come una nuvola
                che fluttua in alto sopra valli e colline,
                quando vidi all’improvviso una moltitudine,
                un mare, di narcisi dorati;
                accanto al lago, sotto gli alberi,
                tremolanti e danzanti nella brezza.
                Ininterrotti come le stelle che splendono
                e luccicano lungo la Via Lattea,
                si dispiegavano in una linea infinita
                lungo le rive di una baia:
                con uno sguardo ne vidi diecimila,
                che muovevano la testa danzando briosi.
                Le onde accanto a loro danzavano; ma essi
                superavano in gioia le luccicanti onde:
                un poeta non poteva che esser felice,
                in una compagnia così gaia.
                Osservavo - e osservavo - ma non pensavo
                a quale ricchezza un tale spettacolo mi avesse donato:
                poiché spesso, quando mi sdraio sul mio divano
                di umore assente o pensieroso,
                essi appaiono davanti a quell’occhio interiore
                che è la gioia della solitudine;
                e allora il mio cuore si riempie di piacere,
                e danza coi narcisi.”
(William Wordsworth,Daffodils,1807)
Sdraiata su un’amaca,assonnata,eppure attenta come una sentinella,sento il vento giungere e scompigliarmi i capelli.
Neri,lunghi,folti,come le fronde dei cipressi,nei cimiteri.
Vedo una schiera di delicatissime rose rampicanti,che si affollano sul muro della casa di campagna,bianche,pure,fragili,e forti,violente,come se volessero prevalere l’una sull’ altra,soffocandosi. Ossimori. Vedo poesia, vedo che la natura, tutto ciò che mi circonda, da forma e colori a quello che ,confuso, vaga nella mia mente, pensiero solitario,come una nuvola. Mi sento viva,e non sento nient’altro che vita.
Tutto mi parla e io non cerco inutilmente di gridare,ma faccio silenzio. Ci sono i salici,e poi seguono le viti,con le rose sui muri. Poi gli ulivi,pronti per dar olio,poi ancora rose rosse.
Se ogni volta che gli uomini,cercando di liberarsi da condizioni a loro strette,dalle loro stesse vite,da chi li tiene in gabbia,come animali da circo,guardassero così ciò che io sto ,adesso, attentamente,scrutando,nei minimi dettagli, diventerebbero liberi per sempre,una volta per tutte.
Che è questo la libertà,un momento.
Cosa sembra a voi,sanculotti di rivoluzioni impossibili,che cercate come le roselline la salvezza,trafiggendo la purezza del mondo con le vostre spine,cosa vi sembra? Continuate a correre con i vostri rami rampicanti,a correre e fuggire. Fuggire da gabbie di sabbia.
Lasciate ,piuttosto,che le vostre gabbie siano distrutte dal vento.
Mi alzo. Lego i capelli in una lunghissima treccia.
Fisso quel dipinto per l’ultima volta,la mia finestra sul modo. Ritornerò presto nel mio giardino segreto,nel mio simposio di malinconia,meraviglia,e tuttavia gioia.
Inizio a camminare,come un uccellino che gusta l’ultimo volo prima di tornare in gabbia.
Spero che sia davvero di sabbia,spero che il vento la distrugga.
I miei piedi sentono la rugiada sull’erba.
Albeggia. Corro fino alla fattoria,apro la porta.
Silenziosamente. Salgo le scale,corro fino alla mia stanza.
Addio mia dolce dimora. Domani,come ogni volta,non sembrerai altro che un’onirica visione.
 




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