Scenette divine

di kamy
(/viewuser.php?uid=60751)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: X-Men Days of future past - Hope.
Ade/Persefone.


Cap.9 Il melograno di Ade

Persefone era seduta sul simbolo dello Yin e dello yang sul pavimento. Le sue dita pallide e affusolate accarezzavano il pavimento, tremanti, mentre con l’altra mano stringeva il pugno all’altezza del petto. Alzò il capo, osservando la fiamma blu che ardeva sul soffitto di pietra, rischiarando la penombra della grotta.

“Agognavo solo qualcosa di buono che potesse illuminare questo mio tetro mondo e tu rappresenti proprio quello”. Udì la voce di Ade sussurrare nell’angolo oscuro in alto, sopra di lei.

Strisciò all’indietro, stendendosi nella parte bianca del cerchio, piegò le gambe nivee facendo ondeggiare la lunga gonna bianca a pieghe che indossava. I suoi capelli rossi brillavano di riflessi blu notte e le sue labbra piene tremavano.

“Ti osservavo ogni giorno, da lì”. Proseguì Ade, allungando un braccio.

Persefone poté scorgere il braccio emaciato di lui e le sue dita ossute. Seguì il punto che le indicava la mano di lui e scorse un laghetto in alto, nel punto più rischiarato dalla fiamma. Riconobbe i fiori e singhiozzò, una lacrima le rigò il viso e le si posò sulle labbra facendole sentire il sapore di sale.

“Non volevo farvi sentire prigioniera, solo avvicinarvi a me” sussurrò Ade.

Persefone sgranò gli occhi e si voltò di scatto.

“Se volevate avvicinarvi a voi, perché rimanete nell’ombra? Svelatevi! Nemmeno durante il mio ratto sono riuscita a scorgervi” gli disse.

Ade volò fino a terra, il suo manto nero ondeggiava allargandosi e mise i piedi nudi, dalla pelle grigiastra, sul lato nero del cerchio. Il suo viso era rigato da lacrime di sangue che si staccavano dalla sua pelle, ondeggiandogli intorno. S’inginocchiò davanti a lei che ne sfiorò una.

Questa si contrasse, espanse e si tramutò in un melograno.

Persefone lo aprì e alcuni chicchi si sparpagliarono volando tutt’intorno, alcuni s’infilarono tra i capelli eterei di Ade che gli ondeggiavano intorno al volto.

“Non voglio il vostro male” gemette.

< Mio fratello Zeus mi ha tratto in inganno, non è uso tra le giovani fanciulle umane il rapimento come corteggiamento > pensò.

“Sembrate soffrire molto” sussurrò Persefone. Accarezzò la guancia del dio, le sue gote, dagli zigomi sporgenti, si tinsero di un rosa delicato.

“Solo la vostra presenza può lenire questo dolore, ma vi prego, non provate pietà per me” sussurrò, mentre nelle sue iridi si rifletteva la figura della giovane.

“Siete il signore di questo luogo e avete le movenze di un dio, di un sovrano e di un meraviglioso incubo. Non posso provare pietà per voi.

Piuttosto, mi spiavate da molto?” chiese Persefone.

Ade distolse lo sguardo e il suo manto nero fremette.

“Ho visto sorgere soli e tramonti attraverso quella pozza, solo sperando di vedervi fuggevolmente rispecchiarvi in essa. Voi siete l’unica regina che potrei mai desiderare” ammise.

Persefone gli avvolse le spalle con le braccia, tenendo il melograno in una mano.

“Come posso divenire quello che desiderate?” domandò.

< Nessun uomo mortale dimostrò mai un animo così gentile > pensò lei.

“Prendete i chicchi del melograno, uno per ogni mese che vorrete trascorrere con me e quei mesi ci apparterranno in eterno” disse Ade.

“Lo farò” promise Persefone.

 

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3665593