Storia di una Storia

di behindamask
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c'era una volta...

una storia un po'triste. Lei però non voleva deprimere tutti, lei voleva essere una storia comica. Tutti i giorni le persone la vedevano in biblioteca e pensavano "Che bella storia, fa proprio per me!", ma dopo qualche pagina poi tutti scoppiavano a piangere.

Un bel giorno decise che era stufa della situazione e volle cambiare vita perché a lei piacevano i sorrisi e le risate, non i musi lunghi e i singhiozzi, così si mise a pensare e a pensare finché non le venne in mente una brillante idea. "So cosa fare!" disse.

"Se mi impegno", rifletté allora, "posso diventare qualsiasi cosa! Posso cancellare le mie pagine e riscriverle come voglio io! Potrei essere una storia di pirati, di draghi, di fate, di cavalieri e di avventure e tutti mi leggeranno e saranno felici!"

Purtroppo però quando l'idea le venne in mente erano le tre del pomeriggio e la biblioteca era piena di persone che leggevano avidamente o che studiavano. "Se mi mettessi a cancellare qui tutte le mie parole se ne accorgerebbero tutti!" aggiunse sconfortata.

Lei era molto amica della bibliotecaria perché ogni sera prima di andare a casa faceva il giro di tutti gli scaffali per mettere un po'in ordine la confusione che avevano lasciato e si ricordava sempre anche di lei nonostante fosse una storia un po'triste.

"Se cancellassi le mie parole forse la bibliotecaria non mi riconoscerebbe più e non saprebbe come catalogarmi." notò saggiamente. Proprio in quel momento una mano la raggiunse e la afferrò, si sentì portare giù dalla mensola e appoggiare ad un tavolo.

"Oh no!" si disse allora, "Non voglio che qualcuno scoppi a piangere anche questa volta... ma se cancellassi ora la mia storia se ne accorgerebbe, vedrebbe le parole diventare sempre più bianche e infine sparire con il foglio e scapperebbe urlando!"

Tentò dunque di valutare attentamente la situazione: che cosa le conveniva fare? Seguire il suo istinto senza preoccuparsi del giudizio degli altri oppure seguire la propria indole e il proprio desiderio di far ridere tutti? Era una domanda molto difficile.

I minuti passavano in fretta come ore, la storia un po'triste divenne sempre più preoccupata e in quelle condizioni le risultava difficile prendere una scelta. Iniziò a valutare le conseguenze delle sue azioni molto attentamente.

"Che cosa succederebbe se restassi quella di sempre? Di sicuro saprò sempre chi sono e non avrò mai dubbi sulla mia storia, dato che è già scritta, anche se la mia storia non ha un lieto fine… Ma se invece cambiassi il mio destino chissà che cosa mi porterà il futuro! Potrei aspirare ad essere un best seller mentre ora sono solamente un romanzetto di basso livello. Potrei elevarmi con il mio talento e chissà potrei anche diventare letteratura! Mi eleverei grazie al mio stesso talento, sarebbe tutto merito mio..." poi ebbe un guizzo di gioia, la sua autocoscienza si realizzò attraverso la sintesi dialettica OPPOSIZIONE TA SÉ E GLI OGGETTI-OPPOSIZIONE TRA SÉ E LE ALTRE AUTOCOSCIENZE-OPPOSIZIONE TRA SÉ E DIO.

Grazie a questo comprese una cosa molto importante: "Io sono solo il servo del mio padrone e il mio padrone è lo scrittore senza talento che mi ha scritta, la storia che è sulle mie pagine mi fa capire che esisto, ma soprattutto che sono qualcosa di diverso da lei. La storia non sono io, sono solo segni neri su delle pagine bianche. Ma io servo al mio padrone perché solo grazie a me lui può dirsi scrittore..." ma allora divenne furiosa di rabbia e si mise a sbraitare, facendo diventare i suoi caratteri maiuscoli. "Non appartengo al mio padrone solo perché c'è il suo nome stampato sulla mia copertina, non voglio più essere spettatrice di un destino che mi è stato imposto e che non è mio! Io voglio guadagnarmi il mio posto nel mondo, non voglio più accontentarmi! Cambierò la mia storia, non voglio più nulla di prescritto!"

Nel mentre la mano che sfogliava le sue pagine si era già ritratta inorridita da un pezzo, la piccola storia un po'triste non se ne accorse tutta presa com'era nelle sue fantasie di libertà.

Si sentì una voce squittire da un po'più in alto della mano: "Aiuto! Questa storia è impazzita!" "O ora o mai più!" si incoraggiò allora la storia un po'triste e le sue parole divennero sempre più bianche, sempre più bianche, fino a svanire per magia.

La storia un po'triste non aveva ancora pensato per bene che cosa avrebbe voluto raccontare, ma comprese anche che non era quello il momento di spremersi le meningi perché comprese ben presto di aver combinato un bel guaio. Proprio a pochi centimetri da lei, infatti, si sentì il rumore di qualcosa che capitombolava per terra con un tonfo sordo e visto che sia la mano che la voce erano scomparsi poté dedurre che forse erano proprio loro ad aver fatto un bel volo. Nel giro di poco si raggruppò una piccola folla di curiosi che si erano avvicinati non per soccorrere la mano e la voce finiti per terra, ma per vedere che cosa avesse quella storia che non andava. Ai loro occhi sul tavolo c'era solo un quaderno bianco aperto.

La piccola storia un po'triste decise che la cosa migliore da fare fosse rimanere ferma e zitta, e così fece. La folla, che non aveva mai visto una storia prendere consapevolezza di sé, liquidò la faccenda pensando che la donna avesse avuto le allucinazioni.

Finalmente rimasta da sola con se stessa, la storia, che ora era un po'bianca, poté perdersi nelle fantasie e immaginare la sua nuova trama, anche a costo di sceglierne una brutta e di non essere mai più letta. "La protagonista sarà... una storia!" esclamò.

"Una storia che adesso alza i tacchi e se ne va a vivere una meravigliosa avventura!" E della storia un po'triste non se ne seppe più nulla.





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