NDA:Questa
breve ff prende avvio dal finale del quarto episodio della prima
serie del cartone animato Martin Mystere.
Se
non lo ricordate e volete rivederlo eccovi il link.
(NB:Nel
testo le frasi in corsivo sono prese direttamente dal cartone)
Lo
spirito del lupo...ciò che Martin non ha detto...
Antefatto:
Martin sta cercando di mettere in pratica i consigli di un manuale
per conquistare le ragazze quando il Centro li convoca a causa di una
misteriosa sparizione.
Nel
corso delle indagini Diana viene risucchiata in un vortice di
luce.
Per fortuna il caso viene risolto e, dopo aver salutato
M.O.M e gli altri, Diana e Martin rimangono da soli.
«Quando
ti ho vista sparire ero disperato»
affermò serio. «Non
te l'ho mai detto, la mia vita sarebbe completamente vuota senza di
te.»
«Oh
Martin, questa è una cosa bellissima!» esclamò
Diana, sorpresa e commossa.
Vedendo
l'emozione nei suoi occhi, Martin si rese conto di ciò che
aveva
detto.
Le
aveva parlato a cuore aperto ma adesso avvertiva il panico assalirlo.
Diana
meritava di meglio, non un buffone come lui.
Non
si sarebbe mai perdonato se l'avesse fatta soffrire quindi era meglio
farla arrabbiare adesso ma avere ancora la sua amicizia piuttosto che
rischiare che lei non gli rivolgesse più la parola.
Odiandosi
per ciò che stava per fare scoppiò a ridere
cercando di apparire
naturale.
«Ah
ah ah, pagina ventitré, te l'avevo che avrebbe
funzionato!»
sghignazzò, tirando fuori dalla tasca il manuale di
conquista. «Vale
ogni soldo speso.» rincarò.
Infuriata,
Diana mollò un ceffone al ragazzo per poi andare via.
Martin la
guardò allontanarsi e sospirò.
Era quasi
riuscito a dirle ciò che provava davvero incoraggiato dal
pericolo
corso e, invece, alla fine aveva rovinato tutto perché si
era
lasciato prendere dall'insicurezza.
Con un
sorriso mesto osservò la pagina ventitré del
manuale dove l'autore
consigliava di sorprendere la propria dama con un omaggio floreale
anche senza che ci fosse una ricorrenza particolare e si
lasciò
sfuggire un altro sospiro.
Forse un
giorno avrebbe avuto il coraggio di confessarle i suoi veri
sentimenti, ma non adesso.
Qualche
mese dopo....
«Martin,
ma come fai a vivere in mezzo a questo caos!» si
lamentò Diana
frugando nel cassetto della scrivania dell'amico. «Sei sicuro
che il
quaderno degli appunti che ti ho prestato sia qui?»
«Si,
ne sono certo.» affermò Martin, affacciandosi alla
porta del bagno
con indosso solo i pantaloni.
«Martin,
finisci di vestirti!» lo rimproverò Diana,
arrossendo leggermente e
chiudendogli la porta del bagno in faccia.
Nonostante
fossero passati dei mesi e nonostante lei sapesse che lui l'aveva
solo presa in giro non riusciva a dimenticare il batticuore che aveva
provato nel sentire la sua confessione.
Con
un sospiro si rimise alla ricerca.
Stava
per annunciare al suo amico la fine della caccia al quaderno quando
un foglio spiegazzato e buttato sul fondo del cassetto
attirò la sua
attenzione.
Non
le ci volle molto per riconoscerlo come una delle pagine del manuale
di seduzione acquistato dal ragazzo diverso tempo prima.
Stava
per gettarlo quando l'occhio le cadde sul numero di pagina; era il
ventiquattro, il che voleva dire che la facciata ripiegata
all'interno era la ventitré.
Aprì
il foglio con l'intento di strapparlo in una miriade di coriandoli
quando notò ciò che vi era scritto.
Confusa,
si rigirò il foglio tra le mani.
Non
c'era nulla un quelle righe che avesse a che vedere con ciò
che
aveva fatto Martin.
Decisa
ad indagare, si mise in ascolto e i rumori provenienti dal bagno le
confermarono che lui era alle prese con i suoi indisciplinati capelli
quindi per un po' non sarebbe uscito.
Con
gesti frenetici si mise a rovistare dappertutto finché,
finalmente,
rinvenne il manuale nascosto sotto il letto insieme ad un paio di
calzini sporchi che la fecero rabbrividire.
Senza
perdere tempo scorse l'indice e, non soddisfatta, sfogliò il
libro
pagina per pagina.
Nessuna
parte del manuale dava un consiglio in qualche modo accostabile a
ciò
che aveva fatto Martin.
Sempre
più confusa, Diana si sedette sul letto con il libro
poggiato in
grembo.
Voleva
delle spiegazioni e le avrebbe avute.
«Pronto.»
annunciò Martin, uscendo dal bagno mentre finiva di
abbottonarsi la
camicia. «Hai trovato il quaderno? Possiamo andare a
cenare?»
chiese, ignaro.
«Ho
trovato molto di più.» affermò Diana,
avvicinandosi a lui e
mostrandogli in una mano il manuale e nell'altra il foglio strappato.
In
quel momento lui si maledisse per il suo disordine.
Ricordava
di quando quella sera aveva strappato la pagina e l'aveva gettata nel
cassetto in attesa di distruggerla.
Poi
non l'aveva più trovata e se ne era dimenticato.
«Voglio
una spiegazione.»
«Non
c'è molto da spiegare. Ho improvvisato per far si che tu
credessi
che il manuale funzionava davvero.» inventò, in
preda al panico.
«Ah.»
fu tutto ciò che lei disse ma la delusione che le lesse
negli occhi
valse più di mille parole.
Lei
si era già diretta verso la porta quando lui la
bloccò per un
polso.
Non
voleva farla stare male invece con le sue bugie era riuscito a
ferirla.
In
quel momento capì che se davvero ci teneva a lei avrebbe
dovuto
avere il coraggio di essere sincero.
«Mi
dispiace, non volevo mentirti di nuovo.» ammise, senza la
forza di
guardarla negli occhi mentre lei si girava a fissarlo stupita.
«Non
c'entra il manuale né l'improvvisazione. Le parole che ti ho
detto
nel bosco erano sincere, la mia vita sarebbe vuota senza di
te.»
«Ma
allora perché mi hai fatto credere di avermi preso in
giro?»
domandò lei, confusa.
«Perché
tu meriti il principe azzurro dei tuoi sogni, non lo scemo del
villaggio.» rispose lui, lasciandole il polso
affinché fosse libera
di andare via se lo desiderava.
Lungi
dall'allontanarsi, lei si portò ancora più vicino
a lui e lo
costrinse ad alzare lo sguardo e a fissare gli occhi nei suoi.
«Martin
che cosa vuoi dire?» chiese, sentendo il cuore battere
all'impazzata, divisa tra il timore e la speranza.
Lui
deglutì a vuoto, in nessuna missione del Centro aveva mai
avuto
tanta paura come in quel momento.
«Sto
dicendo che tu sei tutta la mia vita, che per me sei più di
un'amica. Io ti amo.» ammise, infine, pronto ad incassare il
dolore
del rifiuto.
Diana
rimase qualche secondo immobile a fissarlo mentre le lacrime le
solcavano il viso.
Martin
strinse i pugni, lei tra poco sarebbe fuggita e lui non avrebbe
potuto fare più nulla per fermarla.
Aveva
rovinato tutto.
Continuando
a singhiozzare Diana gli gettò le braccia al collo e
poggiò le
labbra sue in un bacio passionale e disperato.
Ripresosi
dallo shock iniziale, Martin la strinse a se, ancora incredulo di
ciò
che stava accadendo.
«Anch'io
ti amo.» ammise lei, labbra contro labbra continuando a
piangere.
«Perché non me lo hai detto subito,
perché mi hai dovuto far
soffrire così tanto.» protestò,
prendendolo a pugni sul petto.
«Mi
dispiace.» rispose semplicemente lui, stringendola a se.
«Da
adesso in poi basta bugie.» lo ammonì lei.
«Promesso.»
rispose lui sorridendo. «E basta anche con i
manuali.» aggiunse,
prendendo quello che Diana stringeva ancora tra le mani e lanciandolo
nel cestino.
A
quel gesto lei sorrise, in fondo era grazie a quel manuale se
finalmente si erano confessati i loro veri sentimenti ma nonostante
gli fosse grata era altrettanto felice di vederlo finire
nell'immondizia.
In
preda all'euforia, afferrò Martin per la camicia e lo
attirò a se
coinvolgendolo in un altro bacio.
Certo,
un giorno gliela avrebbe fatta pagare per le bugie che lui le aveva
detto...ma per quello ci sarebbe stato tempo....
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