raccolta dell'incubo

di giammyx89
(/viewuser.php?uid=786169)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


I miei pochi ricordi di quella orribile notte sono molto vaghi, sono sicura che stessi tornando a casa da una festa di compleanno, non ricordo di chi, e che avendo bevuto guidavo piano e con prudenza.
Avevo deciso di prendere la strada che passava per il bosco, era molto buia, e saliva snodandosi contorta lungo il ripido versante di una collina. Ad un certo punto nel bel mezzo del nulla, la mia vecchia macchina, che avevo acquistato di quarta mano da un tizio che aveva messo un'annuncio su internet, decise come per capriccio di spegnersi. Tentai in tutti i modi di riavviare il motore fallendo miseramente, così dopo aver messo la sciarpa e il cappello di lana che la mia cara sorellina mi aveva regalato per natale, decisi scendere dalla macchina per andare a cercare qualcuno che potesse ripararla o che potesse almeno suggerirmi un posto caldo dove passare la notte.
Quei boschi freddi e oscuri incombevano su di me, osservandomi da chissà quali oscuri mondi e dimensioni materiali o immateriali, rabbrividii di colpo come una sferzata di aria gelida mi colpì passando attraverso il giubbotto che indossavo, e facendo sussultare i più profondi strati della mia anima. Fu mentre camminavo per quel sentiero,  pensando a non ricordo bene cosa che la vidi.
Pareva una una bimba, molto carina di cinque forse sei anni, aveva la pelle candida come la neve e lunghi capelli biondi.
Indossava solo un vestitino bianco di cotone e camminava scalza.
Non capisco come questa cosa non mi parve strana.
Cosa ci fa una bambina così piccola in un bosco nel cuore della notte?
Ci saranno sette gradi sotto lo zero, più che sufficienti per far morire assiderato un'adulto vestito in quel modo, come è possibile che questa bambina non battesse neanche ciglio? Forse c'era stato un'incidente ed era solo sotto shock, quindi mi avvicinai.
“va tutto bene?” le chiesi “hai bisogno di aiuto?”
Lei si voltò e ciò che vidi mi fece gelare il sangue, i suoi occhi erano completamente bianchi.
Io ero sia paralizzata da una paura antica, sia affascinata da qualcosa di misterioso e ancestrale.
Mentre ero bloccata e confusa da queste enigmatiche emozioni lei mi si avvicinò lentamente e quando fu abbastanza vicina, iniziò a sussurrarmi qualcosa all'orecchio non ricordo bene cosa, le uniche parole che ricordo sono:
VIENI CON ME!
Non so come ma fui presa dal panico e tentai di fuggire, non importava dove, dovevo solo fuggire da quella cosa diabolica.
Nella foga del momento non vidi il burrone dove caddi. Nella caduta credo di essermi rotta una gamba perché svenni per il dolore.
Questo e l'ultima cosa che ricordo.
E ora eccomi qui condannata per l'eternità a vagare senza pace per questa foresta, ed ad addescare altre persone. Altre vittime sacrificali per quell'empia entità.
Non so perché ti racconto tutto questo, ma ora che sai tutto.
VIENI CON ME!




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3667928