FUMO
SPAZZATO DAL VENTO
Mura annerite, polvere,
calcinacci. Ricordi svaniti in un misero lasso di tempo, spazzati via
dal vento insieme al fumo di fiamme mortali.
Il giovane uomo si abbandonò contro una parete ancora
solida, sollevando all’altezza degli occhi il foglio trovato
poco prima sotto un’asse del pavimento: la calligrafia era
tremante, sbavata, eppure sarebbe stato in grado di riconoscerla tra
mille.
Un messaggio di dolore, disperazione, odio e solitudine. Un messaggio
di addio.
Mio caro (ed ormai
unico) amico,
ero sicuro che saresti riuscito a trovare questa lettera. Non
ho intenzione di scrivere il tuo nome. Una parte di me vorrebbe farmi
credere che lo faccia per proteggerti, ma la verità
è un’altra: non ne sono degno, ho perso il diritto
di chiamare per nome l’unica persona cara rimastami. Un nome
scritto da questa mano diverrebbe un nome maledetto.
Non proverò a
giustificarmi, né ti chiederò scusa per quanto ho
fatto, perché sarebbero parole vane, nulla può
lavare via il mio peccato.
Sto aspettando che
arrivi la polizia per consegnarmi, ormai è tutto
ciò che posso fare, e nel frattempo, inginocchiato accanto a
ciò che resta di Grace, scrivo per cercare di impedire alla
parola “se” di tormentarmi.
Non sta funzionando.
Se solo potessi chiudere
gli occhi e tornare indietro di qualche minuto, pensi che riuscirei a
far andare diversamente le cose? O forse dovrei tornare ancora
più indietro, quando tutto è cominciato?
Ti ricordi, vero? In
questo momento, ogni scena di quel fottuto giorno mi scorre davanti
agli occhi, come in uno di quei film gangster che piacciono allo
Scienziato: gentaglia radunata in un locale malfamato, cameriere
strizzate in minuscole divise, musica a palla e alcol che scorre a
fiumi.
Eravamo giovani e
stupidi, tu avevi compiuto vent’anni il mese prima.
Isabel era
nata da pochi giorni: quella sera sarei dovuto restare a casa con mia
moglie, invece avevo preferito comportarmi da stronzo ed ero uscito con
una scusa.
Avevo appena ordinato la
terza lattina di birra quando Lui si rifece vivo dopo due anni di
silenzio, chiedendomi di tornare in affari. Sapeva che io e Grace
cominciavamo ad avere problemi economici e che rischiavo di essere
licenziato. Lui sapeva tutto.
Quando accettai, per
troppo tempo rimasi convinto di averlo fatto per il bene della mia
famiglia: lo ripetevo a me stesso quando prendevo in braccio Isabel, me
lo imposi con maggior forza quando nacque Gabriel, lo trasformai
gradualmente una specie di mantra.
“Lo sto
facendo per loro”.
Erano tutte balle e
adesso lo so: lo facevo unicamente per me stesso. Usavo la mia famiglia
come scusa per seguire le inclinazioni della mia anima di mostro.
Non mi sono mai posto
dei limiti e continuavo a volere sempre di più. Non riuscivo
ad accorgermi che in realtà avevo già tutto
quello che mi serviva.
Ma ormai è
tardi, ho perso ogni cosa. La mia cieca avidità
continuerà ad accompagnarmi per il resto della mia vita
perché ciò che ho perduto, ciò di cui
avevo più bisogno è volato via, come fumo
spazzato da vento.
Sento le sirene della
polizia, sono arrivati a prendermi. Non so che ne sarà di
me, ma onestamente non me ne importa: possono uccidermi o costringermi
a vivere con questo marchio incandescente che notte e giorno
tormenterà il mio spirito dilaniato. Non pagherò
mai abbastanza.
Addio, amico mio. Spero
che il Fato sia più clemente nei tuoi confronti.
Chato
***
Angolo
dell’Autrice: Qui è Tinkerbell92 che
parla. Ho partecipato da sola al contest di Dawn, ma ho preferito
pubblicare la storia in questo profilo poiché ho inserito
riferimenti (anche se per ora in maggior parte nascosti nascosti) e
informazioni legati alla ff “Necropolis”.
Naturalmente, tutti questi sono miei headcanon, dubito che Diablo abbia
avuto davvero la lucidità di scrivere una lettera al suo
misterioso amico mentre aspettava la polizia, anche se in
realtà non lo trovo proprio impossibile. Insomma, in un
momento di disperazione si può anche sentire il bisogno di
sfogare l’attesa lasciando un messaggio a qualcuno.
Non so i nomi dei figli di Chato, né quanti anni avessero,
nell’universo Gryfferinpuff si chiamano Isabel e Gabriel (a
meno che non cambiamo idea XD) e la femmina è poco
più grande del maschio.
Ok, spero che questo piccolo esperimento sia riuscito, grazie mille per
aver letto.
Tinkerbell92
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