Io&te

di Moncai_Iora
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Era una giornata nevosa la prima volta che uscimmo insieme, ricordi? Con le cameriere più indietro per tenerci d'occhio, perché troppo giovani e ingenui per uscire insieme da soli. Le mani strette l'una nell'altra, guantate con guanti di pelle chiara, si stringevano l'una nell'altra per poter trasmettere il calore all'altro. Era la nostra prima uscita e io mi sentivo in imbarazzo, mi ero vestita di tutto punto: un abito cremisi, dei stivaletti bianchi, i lunghi capelli corvini raccolti in una crocchia. Insomma, mi ero data bella per te. Bojan, tu eri magnifico nel tuo abito elegante e scuro, con le scarpe del medesimo colore. Ci riparavamo dalla neve con un ombrello candido e ridevamo, eccome se ridevamo, sembravamo conoscerci da diverso tempo io e te, sembravamo essere fatti l'uno per l'altra. È così era, poco tempo dopo ci sposammo, ci promettemmo di appartenere l'uno all'altra e viceversa. Ma, nonostante la felicità, c'era un problema, non riuscivo ad avere figli. Ci provammo e riprovammo, più volte ci ritrovammo sotto le coperte a godere delle carezze e dei graffi che ci davamo. Ma nulla. Tu facesti costruire una serra per me che adoravo i fiori e, intorno, un labirinto, in modo che nessuno potesse raggiungermi. Solo tu avresti dovuto trovarmi. Solo il mio amato. Fu lì dentro che rimasi incinta del nostro piccolo Viktor, rimembri? Un bambino solitario e poco consono alla compagnia. Spesso si rinchiudeva in biblioteca per poter studiare, lontano dagli sguardi degli abitanti della villa. Poi arrivò il peggio. Tu moristi. Il impazzii: la Madonna Nera, così mi chiamavano, la pazza bambina. Nella mia pazzia, tentai di dar fuoco al nostro unico e amato figlio, procurandogli un'ustione su una parte del volto. Avevo rovinato ciò che avevamo creato insieme. Nostro figlio. Ancora ti cerco, lo sai? Ancora pretendo il tuo calore.




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