Titolo storia: A moment of silence
Autore (su forum e EFP): LaSil88
Prompt: “A moment of silence” di Francesco Gabbani
Fandom: Hetalia
Coppia: Nessuna
Genere: Storico/Introspettivo
Rating: Giallo
Introduzione: “In attesa [...] che gli Alleati sbarchino nel
giorno del D-Day [...] Vogliate osservare adesso a moment of
silence”
[Human!AU - Flashfic]
- Arthur Kirkland è un paracadutista londinese
della 101^ divisione. Pochi minuti prima del lancio e
dell’inizio del bombardamento tedesco, intorno a lui sembra
esserci semplicemente il silenzio assoluto. Subito dopo, il caos.
[Partecipa alla sfida
“L’oca EFPiana versione scrittura”
indetta dal gruppo facebook “EFP famiglia: recensioni,
consigli e discussioni”]
Note: la 101^ Divisione paracadutisti britannica è stata una
delle “più sfortunate” il 6 maggio.
Secondo fonti storiche, riuscirono ad arrivare a terra solo 3000 uomini
nel raggio di 1000 km² ed alcuni dietro le linee nemiche. I
restanti 2000 uomini atterrarono in mare e affogarono a causa del peso
dell’equipaggiamento. Vi lascio con il dubbio della
soppravvivenza di Arthur.
A
moment of silence
Lo aveva avvisato, quell’americano. “Prima di un
lancio importante sembra che tutto il mondo smetta di fare
rumore”, gli aveva detto con gli occhi azzurri brillanti di
emozione. Non gli aveva dato peso, qualche giorno prima.
Perché Arthur Kirkland, paracadutista britannico di ventitre
anni, avrebbe dovuto dare retta ad un ragazzino americano appena uscito
dall’addestramento? Il suo orgoglio inglese lo aveva spinto a
guardarlo con sufficienza e a scuotere la testa, rimproverandolo di non
prendere queste azioni con la dovuta serietà. In quel
silenzio innaturale, in attesa dell’ora prevista per
lanciarsi, il suo rimprovero gli sembrava così sbagliato e
l’accusa di parlare come un vecchio comandante in pensione
era maledettamente vera.
Attorno a lui, nessuno sembrava emettere un suono, nonostante le labbra
che si muovevano e i sobbalzi causati dalle turbolenze; nemmeno il suo
cuore sembrava fare rumore nelle sue orecchie. La quiete era scesa in
lui e nell’abitacolo, lasciandolo piacevolmente rilassato e
pronto a buttarsi. La paura ed il nervosismo per
quell’attacco erano spariti insieme ai suoni, dandogli un
po’ di pace che non era riuscito ad ottenere nei giorni
precedenti a causa di Alfred. Quando lo avrebbe rivisto a Parigi,
avrebbe tirato le orecchie a quell’americano rumoroso. Una
parte di lui sperava di provare ancora quella magnifica sensazione di
silenzio anche in sua presenza.
Arthur si trovò a chiudere gli occhi per qualche istante,
mentre quella quiete durava ancora per un momento che pareva eterno. Si
lasciò andare ad un respiro profondo, come se stesse per
effettuare il lancio, prima di essere riportato bruscamente alla
realtà. Il mondo intorno a lui si fece notare con la sua
cacofonia di rumori, di grida e di esplosioni; l’aereo
sobbalzava, mentre i suoi compagni della 101^ Divisione paracadutisti
iniziavano ad indossare i pesanti zaini sulle spalle tese. I loro
sguardi erano allarmati, mentre arrivava l’ordine di
effettuare il lancio subito, senza aspettare alcun altro segnale. Prima
ancora di rendersene conto, Arthur aveva seguito l’esempio
dei suoi compagni d’armi e si era lanciato, facendo uscire il
paracadute come aveva fatto ogni volta durante quegli anni di guerra.
Il suo udito smise di funzionare ancora una volta, chiudendolo in una
bolla di silenzio assoluto che durò un solo momento.
Infine, nella notte del 6 giugno 1944, arrivò
l’impatto.
Note
dell’autrice:
Chiedo venia! L’inizio di questa sfida si è
rivelato piuttosto difficile a causa del prompt che ho ricevuto. La
canzone di Gabbani è bellissima e profonda, ma è
stato davvero un parto riuscire a trovare uno spunto per riuscire a
scrivere. Alla fine ho sfruttato una parte del testo (quella
nell’introduzione) e ho scritto questa flashfic che, spero,
possa piacervi almeno un po’.
La mia dieta consiste
in recensioni <3
Alla prossima,
Sil~
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