FORMA D'UN PENSIERO DELIRANTE

di Arthur Velacci
(/viewuser.php?uid=932718)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Ambisco a qualcosa che non comprendo, ricerco un desiderio lontano e sfocato. Altro non spero che la tranquillità, la troppa felicità diminuisce l'entusiasmo, la troppa tristezza aumenta la ricerca della bellezza.
E col cuore pieno di sentimenti, mi sento sopraffatto da essi, come se portassi un sacco di grano che già so mi darà pane, ma non sono soddisfatto di tale singolo semplice prodotto. E sopporto e sopporto codesta gioia abbondante, mi lascio pervadere dalla sua tenera penetranza; ora comprendo che l'assoluta felicità nel cuore degli uomini non può persistere in questo mondo, non ne fa parte neanche la sua nemesi. Allora cosa cerco? Cosa spero?
Dannato pensiero! In questo momento ti odio più che mai, mi stai dando solo dubbi e incertezze, rammarichi e infelicità. Se solo potessi affermare con certezza che il mio dire non è vano e delirante, ma non posso, e non potrò né ora né mai.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3668823