Missione Voynich

di Lady Five
(/viewuser.php?uid=264393)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


 

I giorni successivi furono piuttosto frenetici.
Zenobia era stata informata della decisione del Consiglio Supremo e aveva acconsentito a precedere la spedizione di Raflesia con la sua nave ammiraglia e la sua flotta. La loro presenza lì in effetti non aveva più ragione di essere. Fornì le coordinate per raggiungere Fanauraa, ma disse che avrebbe lasciato a far loro da guida una sua navetta. Raflesia non apprezzò affatto quella che le appariva come una mancanza di fiducia, ma Harlock la convinse ad accettare: loro non avevano nulla da nascondere e avere un appoggio avrebbe potuto invece fare comodo.
Maji calcolò che l'Arcadia, viaggiando nell'iperspazio, avrebbe impiegato poco meno di tre settimane per arrivare a destinazione.
Zenobia aveva anche fatto avere a Clarice il calendario in uso su Fanauraa: diversamente che sulla Terra, loro avevano sempre avuto un unico sistema per scandire il tempo, lo stesso da sempre. Naturalmene non avevano alcuna certezza che le indicazioni contenute nel Voynich riferite a Castel del Monte potessero essere applicate anche all'edificio gemello su Fanauraa. Era necessario poi comparare l'orientamento dei due edifici rispetto al sole... che nel caso di Fanauraa erano due. Insomma, lo studio si prospettava ancora lungo e complesso, ma questa volta Harlock decise che, visto che non avevano più tempo, sarebbero ricorsi subito all'aiuto del computer centrale. Fece quindi inserire immediatamente tutti i dati di cui disponevano.
Intanto, Kei e Yattaran avevano individuato un'altra serie di navi da carico particolarmente interessanti e facili da raggiungere. Il capitano ne scelse una decina e organizzò gli arrembaggi, con somma soddisfazione della ciurma, che cominciava a non poterne più di quell'ozio forzato. E anche Harlock si rese conto di essere euforico, all'idea di tornare finalmente alla sua solita vita, dimenticando per un po' la surreale vicenda in cui si era trovato coinvolto.
Mancavano soltanto i risultati elaborati dal computer centrale, che tutti attendevano con impazienza crescente. Ma Tochiro anche questa volta non li deluse. Harlock li consegnò direttamente a Clarice.
“Siamo fortunati, Harlock! Sembrerebbe che, siccome su Fanauraa ci sono due soli, lì l'evento si potrebbe verificare due volte all'anno, e una è esattamente tra un mese!”
A quel punto, non c'era più un minuto da perdere e si intensificarono gli sforzi per poter partire al più presto. Il margine di tempo era esiguo, considerata la durata del viaggio, e dovevano fare in modo che non ci fossero contrattempi.
Le spedizioni dell'Arcadia erano state come al solito coronate da successo e avevano permesso di riempire le stive e di lasciare consistenti rifornimenti per il popolo mazoniano.
Sull'astronave pirata si imbarcarono Raflesia, una giovane assistente tuttofare, Talia, e un ufficiale medico di nome Ipazia, visto che Zero sarebbe rimasto sulla Dorcas. Harlock dubitava che i suoi pirati si sarebbero fatti curare da una Mazoniana... o forse sì, considerata la sua avvenenza... In ogni caso, poiché temeva che la regina si sarebbe portata dietro molta più gente, ne fu sollevato. Imporre la presenza di troppe Mazoniane al suo equipaggio avrebbe potuto essere problematico, tre tuttosommato erano gestibili. Anche se una era nientemeno che la sovrana!
All'ultimo momento, Clarice chiese che potesse accompagnarli anche il professor Werner, per il supporto scientifico che avrebbe potuto fornire. Il capitano ritenne fosse una richiesta più che ragionevole e accordò il permesso.
Fece anche sistemare al meglio quattro cabine in un'area abbastanza appartata dell'astronave, più una stanza comune dove avrebbero potuto riunirsi. I Mazoniani avevano portato con sé anche dei viveri, visto che la loro dieta era diversa da quella umana, così non avrebbero nemmeno dovuto condividere i pasti con i pirati. Insomma, in teoria avrebbero potuto compiere l'intero viaggio senza dover interagire in alcun modo con loro. La più felice di tale prospettiva fu Kei, mentre Harlock sapeva che non avrebbe potuto evitare di discutere con Raflesia le mosse da compiere, una volta arrivati a Fanauraa. Dovevano valutare ogni possibilità, prevedere ogni eventualità, non potevano permettersi, insomma, di farsi cogliere impreparati.
Prima di partire, Harlock consegnò a Zero, senza farsi scorgere da Mayu, una busta.
“Sono delle disposizioni per Tadashi... nel caso non dovessimo fare ritorno... affido a lui la tutela di Mayu. Ma non lo dica a lei, per favore, si angoscerebbe, mentre è soltanto una precauzione, un modo per farmi partire tranquillo.”
Ma, in realtà, lui tranquillo non lo era affatto.

I primi giorni di navigazione scorsero senza problemi.
L'amato astrolabio era tornato sano e salvo sull'Arcadia, con grande sollievo del capitano, anche se non nella sua cabina: Clarice aveva chiesto e ottenuto di poterlo tenere nel suo alloggio.
La donna si incontrava spesso lì con il professor Werner e talvolta Harlock partecipava alle discussioni, anche se soltanto come spettatore. Sperava che, prima del loro arrivo, si riuscisse a chiarire il suo ruolo nella faccenda. Temeva che la sua presunta capacità di evocare l'aleph fosse collegata esclusivamente a Castel del Monte, in virtù della sua discendenza da Federico II, mentre su Fanauraa fosse richiesta un'altra persona. Oltretutto, l'edificio costruito su quel pianeta era, in un certo senso, “abusivo”... A quale luogo era destinato veramente il Libro della Vita sottratto dagli antichi cospiratori mazoniani? Più ci pensava, più il capitano si convinceva che la loro speranza fosse pura e semplice follia... ma ormai c'erano dentro fino al collo e non era più possibile tirarsi indietro. La probabilità di andare incontro a una cocente delusione, però, a suo giudizio era molto alta...
Raflesia invece i primi tempi stette per conto suo, con l'unica compagnia delle sue collaboratrici, e Harlock decise di lasciarla in pace. Poteva capire il suo disagio nel trovarsi a bordo dell'astronave che aveva sconfitto il suo agguerritissimo esercito e distrutto il suo sogno. Ma era deciso a mantenere fede alla sua promessa e così un giorno andò a bussare alla porta della sua cabina.
Dopo qualche frase di circostanza, il capitano le ricordò il patto stretto tra loro su Ades... sembrava una vita fa. La regina parve un po' sorpresa che, dopo tutto quanto era accaduto, lui se ne ricordasse ancora e soprattutto intendesse davvero onorare quell'accordo, ma accettò di buon grado. In fondo, cambiare un po' ambiente le avrebbe fatto bene.
“Non sappiamo cosa succederà dopo il nostro arrivo su Fanauraa... quindi ti conviene approfittare di questi giorni tranquilli” le disse Harlock con un sorriso.
Nella sua cabina, nell'hangar e in sala comando Raflesia era già stata durante la sua visita precedente, quindi Harlock la condusse direttamente al cuore stesso dell'Arcadia: il computer centrale.
Se, durante il lungo percorso attraverso i bui corridoi della nave, la regina non aveva manifestato particolari emozioni, davanti all'enorme macchinario non riuscì a dissimulare lo stupore. Dopo averlo osservato in silenzio alcuni minuti, si rivolse ad Harlock.
“Mi è venuto in mente ora un dettaglio: quando abbiamo parlato del computer centrale, su Ades, tu promettesti che mi avresti svelato chi fosse veramente... non che cosa fosse. Non ci avevo fatto caso, finora. Che cosa intendevi dire?”
Lui si aspettava quella domanda e si era preparato accuratamente la risposta, anche se non era affatto sicuro che una Mazoniana fosse in grado di comprenderla.
“Come avrai intuito, questo non è semplicemente un computer molto sofisticato. È vero, si comporta come un essere senziente... perché lo è. Vedi, l'Arcadia fu progettata e costruita da un uomo fuori dal comune, un vero genio, sotto ogni punto di vista, professionale e umano, che mi onorava della sua amicizia: Tochiro Oyama.”
“Oyama... ma...?”
“Sì, il padre di Mayu. Morì prematuramente e all'improvviso, ma non volle abbandonare coloro che amava... Raflesia, non so come sia per voi Mazoniani, ma secondo noi terrestri l'essere umano ha in sé una parte che non è riconducibile alla mera fisicità: un insieme di intelligenza, sentimenti, aspirazioni, ideali... qualcosa che ci accompagna per tutta la vita e che non viene mai meno, nemmeno quando il corpo si ammala o invecchia. Noi la chiamiamo di solito anima... e per molti di noi, soprattutto per chi professa una qualche religione, essa non muore con il corpo, ma gli sopravvive per l'eternità, anche se nessuno sa esattamente dove vada. Beh, Tochiro è riuscito a infondere la sua anima in questo computer ed è diventato l'anima stessa dell'astronave. Di solito la governiamo noi, ma a volte essa è come se vivesse di vita propria. E lui... lui parla ancora con me... mi sostiene, mi consiglia, comprende i miei sentimenti e le mie angosce... anche se non posso più vederlo, lui è sempre rimasto con me. Non so se riesci a capire, Raflesia...”
Harlock aveva iniziato a parlare con crescente calore, tradendo la commozione che lo coglieva sempre quando pensava al suo amico, anche se la regina non poteva saperlo.
“Non... non so se ho capito tutto, Harlock. Ma credo di aver compreso quanto questa persona fosse importante per te... Vedi, non è vero che noi non proviamo sentimenti... conosciamo l'amicizia e anche l'amore... quando ce li possiamo permettere. L'unica differenza con voi umani è che noi non lasciamo mai che prevalgano sulle priorità. Io... io ho dovuto mettere tutto questo da parte, negli anni dell'esodo e della guerra... e anche ora, ho la responsabilità e il dovere di portare in salvo il mio popolo. Null'altro conta per me.”
“Lo so. Non ho mai approvato certe tue decisioni, ma capivo che erano fatte nell'interesse della tua gente, o almeno così era nelle tue intenzioni. Ti posso augurare solo che tu abbia un giorno la possibilità di essere felice.”
Raflesia sorrise amara.
“Felicità? Che cosa è la felicità per te, Harlock?”
“È una domanda difficile, regina.”
La conversazione stava prendendo una piega inaspettata. E anche troppo personale.
Harlock aveva sempre pensato che la felicità non fosse concessa agli esseri umani, e sicuramente non a lui... eppure, con il tempo e la maturità, si era reso conto che non era proprio così. Lui, per esempio, l'aveva trovata nell'Amore, in tutte le sfaccettature in cui lui l'aveva incontrato: verso la libertà e la giustizia, verso la Terra, verso Tochiro ed Esmeralda, verso la sua nave e il suo equipaggio, verso Mayu e Kei... alla fin fine, dava un senso alla sua vita, la rendeva piena e degna di essere vissuta.
Ma non poteva certo andare a raccontare queste cose a una donna che aveva dimostrato di non tenere in gran conto i sentimenti. Come del resto aveva appena ammesso...
Il trillo della ricetrasmittente lo salvò da quella situazione imbarazzante. Clarice gli chiedeva di raggiungere lei e il dottor Werner nel suo alloggio: avevano fatto delle scoperte interessanti e volevano comunicargliele subito. Il capitano pensò che i due non avrebbero avuto nulla in contrario se fosse stata presente anche Raflesia e così la invitò a seguirlo.

“Come sapete, il dottor Werner è un esperto di storia mazoniana - esordì Clarice - In questi giorni abbiamo cercato di comparare la cronologia del Voynich e dell'epoca di Federico, in particolare con l'edificazione di Castel del Monte, con la congiura che portò alla creazione di questa civilità mazoniana alternativa. Ci mancano parecchi riscontri, naturalmente, perché non conosciamo la storia dei Mazoniani di Fanauraa, ma secondo noi le cose sono andate così: l'epoca del tentato colpo di stato, dai dati in nostro possesso, coincide più o meno con l'anno Mille terrestre e quindi, come ricorderete, con la redazione della nostra copia del codice Voynich, o Libro della Vita che dir si voglia. Quindi, si può ipotizzare che i cospiratori abbiano rubato il volume destinato alla Terra, altrimenti non si spiega come mai Castel del Monte e l'edifico su Fanauraa siano praticamente uguali... I Mazoniani probabilmente hanno dovuto successivamente produrre un'altra copia e consegnarla agli antenati di Federico.”
“Ma - intervenne Raflesia - noi sappiamo che anche altre colonie mazoniane avevano una copia del Libro della Vita e quindi quasi di sicuro un edificio simile, anche se non ne sono rimaste tracce. Magari erano tutti uguali!”
“Sì, certo, questo è soltanto uno degli scenari possibili. È la coincidenza temporale che ci ha fatto giugere a questa ipotesi. Questo però esclude che i fuggiaschi abbiano usato Castel del Monte per evocare l'aleph e trovare la loro nuova patria, perché all'epoca l'edificio non era ancora stato costruito. A meno che non abbiano vagato nello spazio per 250 anni... cosa che appare improbabile. Oppure magari prima si sono stabiliti per un po' da qualche altra parte... Secondo me, è molto più probabile che abbiano trovato Fanauraa per qualche altra via, magari per caso, e poi abbiano creato la leggenda dell'aleph. Però sembrerebbe proprio che Fanauraa sia incredibilmente simile alla Terra... Abbiamo verificato la struttura dei due edifici e coincidono alla perfezione. Abbiamo anche pensato quindi che qualche Fanauriaano abbia effettivamente visto Castel del Monte, in una qualche epoca. Però contiamo di poter fare altre verifiche sul posto. Insomma, tutto questo per dire che secondo noi ci sono buone possibilità che la cosa funzioni” concluse Clarice con un sorriso rassicurante.
“Bene. Ce lo auguriamo tutti. Avvertiteci se fate altre scoperte e ancora grazie per il vostro lavoro” aggiunse Harlock prima di congedarsi. Avrebbe tanto voluto condividere l'ottimismo di Clarice.
Appena fuori nel corridoio, il capitano si rivolse a Raflesia.
“Prima del nostro arrivo su Fanauraa, vorrei incontrarmi con te, le tue collaboratrici e i miei ufficiali. Dobbiamo approntare una strategia. Non sappiamo che cosa ci aspetta davvero laggiù e dobbiamo essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione.”
“Sì, Harlock, sono d'accordo con te. Decidi tu quando e fammi sapere.”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3669761