Titolo:
Scene
Personaggi: Un po' tutti
Genere: slice of life, generale
Rating: G
Avvertimenti: oneshot, what
if...?, raccolta
Wordcount: 1.027
(Fidipù)
Note: Buon salve! Eccoci di
nuovo qua con Scene e, questa volta, è il turno di Rafael Fabre! Ebbene
sì, come è diventato Peacock e come ha avuto in dono il Miraculous del
Pavone verrà narrato in questo capitolo e nel successivo, essendo Antieroe diviso in due parti.
Parte della scena si svolge a Beaugrenelle, un centro
commerciale di Parigi che regala ore di shopping senza freni a parigini,
e turisti, ma non solo: al suo interno si ritrovano, oltre che negozi di
tutti i generi, anche servizi quali cinema, bar e ristoranti.
Detto questo, come sempre, voglio ringraziarvi tutti quanti per il fatto
che leggete, commentate e inserite le mie storie nelle vostre liste.
Come sempre vi lascio la pagina facebook per rimanere sempre aggiornati
e ricevere piccole anteprime dei capitoli.
E noi ci vediamo la prossima settimana (che poi sarebbe lunedì, ma
dettagli)!
Poggiò il gomito contro il ginocchio, in
modo che l’orologio di metallo risaltasse e poi osservò l’obiettivo,
sorridendo appena: «Perfetto!» dichiarò il fotografo, poco prima di
scattare una sequenza di foto, prendendolo da più angolazioni: «Hai
proprio un talento naturale per la faccia da fare davanti a un bel piatto
di gnocchi freschi…»
Rafael Fabre sorrise, osservando il fotografo allontanare la macchina e
dare un’occhiata alle anteprime: «Puoi prendere la giacca. Qualche scatto
con quella e poi abbiamo finito» dichiarò l’italiano, voltandosi indietro
e sorridendo all’altro modello: «Il prossimo sei tu, Adrien.»
Il biondo, figlio dello stilista Agreste, alzò lo sguardo dal cellulare e
annuì, ritornando poi a concentrarsi sullo schermo con un sorrisetto in
volto: da quel che sapeva, il caro figlioletto di Gabriel Agreste aveva
una fidanzatina fissa da un po’ di anni.
Due? Tre?
Non ricordava di preciso da quanto.
Sapeva solamente che, ogni volta che il discorso cadeva sulla ragazza –
Marie? Marine? Come accidenti si chiamava? –, il biondino perfetto
assumeva un’espressione talmente dolce da fargli venire il voltastomaco:
«Secondo te, con chi sta parlando?» domandò, una volta raggiunta Blanche e
sorridendole, mentre lo sguardo grigio scivolava sulle lunghe gambe
lasciate scoperte dal vestito corto che indossava.
«Con Marinette, forse» mormorò la modella, gettandosi indietro i capelli
biondi e sporgendosi poi verso di lui: «Che fai stasera, Rafael?»
«Fammi indovinare…» bisbigliò il ragazzo, prendendo la giacca scura e
gettandosela su una spalla: «Sei stata di nuovo lasciata?»
Blanche sorrise, stringendosi nelle spalle e donandogli una generosa
visuale della scollatura dell’abito: «E tu mi consolerai, vero?» pigolò,
sbattendo le palpebre e piegando le labbra in un sorriso.
«Se proprio devo…»
«Sei un coglione, Rafael»
«Andiamo, tesorino, te la sei presa per così poco?» domandò il ragazzo,
voltandosi verso il fotografo: «Ti aspetto per le otto…» concluse,
girandosi e facendole l’occhiolino; tornò poi davanti l’obiettivo e si
mise nuovamente in posa: mano sinistra in tasca, destra che teneva la
giacca sulla spalla con due dita, sorriso divertito in volto e postura
rilassata.
Perfetto.
Lo sguardo grigio vagò oltre il fotografo e si fermò su Adrien Agreste
che, accanto alla sua body guard, lo fissava impassibile: odiava quel
tipo. Odiava tutto di lui.
Non lo sopportava e mai lo avrebbe fatto.
«Rilassato, Rafael. Pensa a un bel piatto fumante di pasta…»
Rafael si appoggiò alla balaustra di vetro, osservando le forme solide che
pendevano dal soffitto e cercando di non far caso alla coppietta
dall’altra parte del centro commerciale. Aveva deciso di fare un salto al
Beaugrenelle: il Natale era quasi alle porte e lui non aveva ancora fatto
un solo regalo.
Non che la sua lista fosse lunghissima: i suoi, Alain e famiglia, Fifi.
Fine.
Aveva pensato di risolvere la questione in poche ore di shopping nel
centro commerciale.
Ciò a cui non aveva pensato era stata la possibilità di incontrare Mister
Perfettino con la fidanzatina e, invece, erano dall’altra parte
dell’edificio, oltre l’enorme vuoto che costituiva la parte interna dei
piani circolari, mentre chiacchieravano e tubano…
Lei sembrava anche carina da quella distanza.
Fosse mai che Adrien ‘Perfezione’ Agreste avesse una fidanzata brutta.
Sbuffò, dando le spalle alla coppia e piegando il capo all’indietro,
osservando il cielo plumbeo dall’enorme soffitto di vetro: perché gli dava
così tanto fastidio?, se lo domandava molto spesso e non trovava mai
risposta.
O, meglio, una risposta l’aveva ma sarebbe morto piuttosto che ammetterla.
Abbassò il capo, notando due ragazze che lo stavano adocchiando: sorrise
loro, ma rimase fermo al suo posto, mentre lo superavano e parlottavano
fra di loro, ridacchiando di tanto in tanto.
In un altro giorno, si sarebbe avvicinato e, con qualche chiacchiera, le
avrebbe invitate entrambe.
Ma non quel giorno.
Forse era l’atmosfera del Natale…
Invidiava Adrien ‘Perfezione’ Agreste e per questo l’odiava: aveva ciò che
lui agognava fin da quando era piccolo.
Una ragazza.
Qualcuno che lo completasse.
Qualcuno da amare.
Sbuffò, tirandosi su e scuotendo il capo: non erano da lui simili pensieri
e, senza ombra di dubbio, era quell’atmosfera natalizia che glieli aveva
instillati. Doveva essere assolutamente così…
Fece vagare lo sguardo sulle vetrine dei negozi, elencando mentalmente i
regali che aveva in mente di prendere, finché nel suo campo visivo non
comparve una donna: i capelli erano raccolti in uno stretto chignon,
mentre si aggirava veloce sui tacchi e la faccia mostrava un’espressione
preoccupata.
Si voltò verso di lui e lo puntò, raggiungendo velocemente: «Mi scusi…»
mormorò, torcendosi le mani e guardandosi attorno smarrita: «Ha per caso
visto un bambino? E’ mio figlio! Stavo guardando per un regalo, lui era
nel passeggino e…» la donna si portò le mani al viso, respirando
affannosamente e scuotendo la testa: «Non pensavo io…mi sono girata un
attimo…»
«Com’è?»
«Cosa?»
«Suo figlio? Quanti anni ha? Com’è vestito?»
«H-ha due anni…»mormorò la donna, perdendo lo sguardo nel nulla: «Ha un
giubbotto blu e….» si fermò, respirando profondamente: «Ha Nene con sé.»
«Nene?»
«E’ il suo peluche preferito. E’ un cagnolino e…»
Rafael annuì, posandole le mani sulle spalle e sorridendole il più
rassicurante possibile: «Lei vada a sentire una delle guardie, io intanto
do un’occhiata per qui e chiedo se qualcuno l’ha notato.»
«Ma…»
«Non si preoccupi, lo troveremo.» dichiarò Rafael, sorridendo alla donna e
osservandola annuire con la testa; la fece girare su sé stessa,
sospingendola lievemente e, dopo essersi assicurato che avrebbe fatto ciò
che le aveva chiesto, si diresse dalla parte opposta, alla ricerca del
piccolo disperso.
Fu sorrise, osservando il ragazzo alto e dalla capigliatura mora che gli
era passato accanto senza notarlo.
Era quello giusto.
Lo sentiva.
Un giovane che aiutava una sconosciuta in quel modo, doveva essere una
scelta giusta.
Abbassò lo sguardo, osservando la scatola in legno che teneva in mano: «E’
tempo per te di avere un nuovo Portatore…» mormorò, carezzando il
coperchio e voltandosi, in tempo per vedere la sua scelta fermare una
persona e fargli qualche domanda: «Spero che sarai più fortunato con
questo, mio piccolo amico.»
«Maestro…»
«Se c’è una cosa che ho imparato, Wayzz, vedendo Ladybug e Chat Noir»
mormorò l’anziano, senza staccare gli occhi di dosso al giovane parigino:
«E’ che questo mondo ha bisogno di eroi. Eroi come quel ragazzo potrà
essere…»
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