Candele e wrong and.

di Anown
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Due teste sono meglio di una?

 

Dietro di lui c’era solo il muro e davanti a lui c’era lo spettro di una ragazza, era uno spettro piuttosto particolare… apparentemente più tangibile degli altri, avrebbe anche potuto scambiarlo per un essere umano inizialmente. Il braccio che lei gli aveva afferrato prima che riuscisse temporaneamente a scappare era segnato da un vistoso livido circolare… era uno spirito molto forte e quella non era una buona situazione… perlomeno in teoria…

-Finalmente…- sussurrò la ragazza, il suo viso era arrossato e stava sorridendo rilassata. -Ti ho trovato. Non dovresti andartene in giro da solo, lo sai? Lo sai?- continuò a dirgli cantilenando con un tono quasi assonnato. Il ragazzo sospirò annoiato e si appoggiò alla parete, era abbastanza calmo nonostante tutto.

-Hai fatto un bel lavoro.- sorrise avanzando e poggiò dolcemente la mano sulla testa della ragazza, lei ebbe un sussulto e arrossì, sembrava un po’ sorpresa. -Ma ho ancora delle cose da fare qua… va bene se ci rincontrami dopo, nello stesso posto?- la ragazza improvvisamente si infuriò.

-Te l’ho già detto! È troppo pericoloso! L’unica cosa che possiamo fare è stare insieme… quindi, qualunque cosa ti resti da fare mi avrai al tuo fianco.-

-Ok, allora immagino che l’avrai portata.- la interruppe il ragazzo lasciandola perplessa. Meno male. -Come? Te ne sei davvero scordata? Come faccio senza? Andresti a recuperarla visto che non voglio essere venuto qui inutilmente?- la ragazza era totalmente nel panico, si guardò intorno confusa.

-Ah! Si certo, vado.- velocemente sparì dalla sua vista.

 Vive o morte sono comunque tutte stupide, soprattutto quando si innamorano, che fortuna! Anche se non è che gli uomini siano tanto meglio. Rise l’uomo. Ma a causa di quella stupida ho perso di vista Yamamoto… devo trovarla al più presto… a distruggerla devo essere io! Poi chiusi i conti con lei spero di riuscire a fare visita pure a Yuka..

Dopo diversi giri nei corridoi il ragazzo si era quasi spazientito, poi sentì i lamenti inconfondibili e fastidiosi di Ohkawa e seguendoli riuscì a rintracciare Mitsuki.

Perché è con Fukuroi? Lui dovrebbe già essere morto… si domandò il ragazzo e per un po’ continuò a seguirli ad una certa distanza aspettando il momento migliore per fare la sua mossa, poi Mitsuki accelerò il passo, riuscì a sfuggire alla sua vista per qualche istante e quando la rivide c’era qualcosa di strano… era sola… La ragazza si girò verso di lui, sorrise e gli corse in contro.

-Kizami! Non sai che sollievo rivederti!- gli disse entusiasta. -Sono ore che giro tutta sola per questi corridoi… avevo paura di essere finita qui da sola.- disse abbattuta mentre abbassando un po’ il capo.

-…Già…- Kizami col passare degli anni era diventato un bravo attore… ma per un attimo lasciò trasparire tutta la sua confusione e quella fu l’unica parola che riuscì a dire. Così non va bene…  -Sono davvero felice di vedere che stai bene, ti ho cercata da per tutto.- disse pacatamente il ragazzo. -Davvero non hai incontrato nessun altro?- la ragazza scosse il capo.

-No… credi che anche gli altri si trovino qui?- domandò preoccupata.

-Si…- prima che Kizami potesse aggiunge altro Mitsuki ricominciò a parlare.

-Dovremmo andare a cercarli, prima che si facciano male… o peggio...- si cominciò ad allontanare, poi si voltò verso di lui. -Se pensi che sia meglio separarci per cercarli va bene, ma…- cominciò un po’ titubante. -Ho davvero paura a girare da sola… Non potresti venire con me? Per favore…- sembrava veramente molto spaventata, Kizami acconsentì e i due cominciarono a perlustrare il luogo.

Forse se non l’avessi vista con Fukuroi poco fa non ci troverei nulla di strano in tutto questo, perché si sta comportando così? Forse ha mantenuto pure lei dei ricordi dei salti temporali… Contavo sull’effetto sorpresa, ci vorrà più tempo del previsto se voglio davvero causarle uno shock. Purtroppo non saprei come infliggerle maggiore dolore fisico, quello della scorsa volta sarebbe dovuto essere più che sufficiente. Dovrò prima convincerla che quei ricordi sono tutto frutto della sua immaginazione e solo dopo, una volta che avrà abbassato la guardia e sarà costretta ad affidarsi a me potrò torturarla e ucciderla… Yamamoto è proprio uno strano soggetto, a scuola era insopportabile, faceva la spavalda e non perdeva un’occasione per atteggiarsi, soprattutto davanti le ragazze. Faceva di tutto per impedirmi di capire la sua vera natura… lei più degli altri. Com’era prevedibile, quando l’ho rivista qui mi era sembrato molto facile piegarla, era così sconvolta e spaventata, però… Ripensò infastidito il ragazzo. Quando ho finalmente cominciato a colpirla ha smesso di reagire… è riuscita a chiudersi e trattenersi… Non me ne faccio niente della sua morte, se non reagisce, se non si mostra per quello che è, sarà di nuovo un omicidio insoddisfacente. No, stavolta devo colpirla in maniera tale da impedirle di chiudersi e trattenersi nuovamente. Mentre camminavano si voltò per osservarla, era visibilmente nervosa. Quando si accorse di essere guardata lui distolse lo sguardo. Se continuo a stare con lei normalmente, senza fare niente che possa spaventarla, lei dovrebbe cominciare a credere di essere impazzita e di essersi immaginata tutto. L’ideale sarebbe che arrivi a confidarsi con me delle sue paure e la finisca spontaneamente con questa recita mostrandosi a me per quello che è. Chi l’avrebbe mai detto che avrei dovuto faticare così tanto? Ma oramai fallire sarebbe una grossa delusione. In ogni caso, se mi ha mentito così perché ha conservato qualche ricordo di me, perché si è messa in una situazione simile? Davvero non arrivo a capirla, non va bene… voglio che sia lei stessa a confessarmi la ragione!

Ora dovremmo essere abbastanza lontani dal posto in cui ho lasciato Fukuroi. Mitsuki continuava a toccarsi nervosamente l’estremità della gonna, fece scorrere la mano verso l’alto fino a incontrare una tasca. Devo trovare il momento più adatto, avrò solo una possibilità, se fallisco diventerò nuovamente il suo giocattolo, poi quando si sarà stancato mi lascerà morire… Si ripeté stringendo con forza il contenuto della tasca, poi si accorse di avere addosso lo sguardo incuriosito di Kizami.

-Cosa fai?- domandò il ragazzo mettendosi davanti a Mitsuki, lei istintivamente fece un passo indietro. -Che cos’hai in tasca? Fammi vedere.- il tono di Kizami era piuttosto gentile e rilassato, il ragazzo le si avvicinò cauto con la mano, lei fece altri passi indietro.

Addio effetto sorpresa… Si disse deglutendo.

-Non capisco, perché ti comporti così? Sai, mi stai facendo preoccupare…- Kizami abbozzò un sorriso divertito e cominciò a tirarle il braccio cercando di farle tirare fuori la mano dalla tasca, dato che la ragazza cominciò a dibattersi le afferrò anche l’altro braccio per tenerla ferma meglio, però cercava di evitare di stringere troppo, non aveva ancora rinunciato al suo piano originale.

-L-lasciami, lasciami, lasciami!- disse la ragazza, inizialmente spaventata e titubante, poi con tono più prepotente. Kizami cominciò a spazientirsi, tenerla ferma senza farle male era più complicato del previsto. Per un attimo Mitsuki riuscì a liberarsi, ma Kizami riuscì subito a recuperarla e la strinse contro il proprio corpo.

-Ora vedi di calmarti.- disse alterandosi leggermente. Cominciò ad accarezzarle la testa e la parte superiore della schiena, lei tremava come una foglio. Allora non è così apatica, perlomeno per il momento… Il ragazzo sorrise soddisfatto. E’ una reazione piacevole, ma non basta. Devo cercare un modo per tranquillizzarla… Mitsuki si rimise la mano in tasca e ne afferrò il contenuto, lo toccò un po’ per accertarsi che fosse nella posizione giusta, lo estrasse lentamente e…

-Uhm… volevi colpirmi con delle forbici rotte?- domandò un po’ perplesso Kizami. Prima che lei potesse fare qualunque movimento il ragazzo le aveva fermato la mano e ora la teneva ferma. -Le hai già trovate così o hai preso delle forbici, hai usato un cacciavite per separarne le lame e ne hai conservata una?- domandò divertito.

-Zitto.- disse a denti stretti la ragazza, non lo guardava neanche, teneva il capo basso.

-Beh, sicuramente ti sei impegnata.- scherzò cercando di strapparle la lama dalla mano. La ragazza oppose tutta la resistenza che poteva. -Dalla a me, nelle tue mani è pericolosa.- sbuffò continuando. Le mani di Mitsuki era diventate talmente sudate che dopo vari tentavi il ragazzo riuscì a portarle via quella sua unica difesa, ma lei gli afferrò la mano e la tenne bloccata.

-Mi dispiace ragazzi, ma sono stanca di tutta questa storia!- disse esaurita mentre Kizami tentava di tirare indietro la mano. -Non voglio passarci di nuovo! Se deve proprio finire così è meglio concluderla subito!- con forza spinse il ventre verso la lama, ma si immobilizzò giusto un secondo prima. Kizami sentì una specie di scossa e la mollò, era come se per un attimo si fosse trasformata in un conduttore elettrico. La ragazza cadde sulle ginocchia, poi alzò la testa e aprì la bocca.

-Fermaaa!- urlò a squarcia gola, una volta finito sbattè le palpebre confusa… si guardò intorno, poi guardò verso il basso e cominciò a toccarsi agitata. Queste mani le sto muovendo io senza dubbio, ma non le sento… niente senso del tatto? Che strano… m-ma come ci sono finita qui?!  Infine guardò Kizami, spaventata e rimanendo inginocchio fece un saltello all’indietro. -C-cos’è successo? P-perché sono in questo corpo?- balbettò agitata. -Volevo semplicemente che si fermasse, perché è successo questo? Ora che faccio?!-

-Hey!- la richiamò Kizami, lei si voltò allarmata. -Esci di lì, mi serve Yamamoto, hai capito?- disse spazientito. Buttò a terra la lama che gli era rimasta in mano ed estrasse un coltello. -Altrimenti, ti convincerò io ad uscire di li.- sorrise sadicamente. La ragazza si alzò e scappò, c’era qualcosa di innaturale nella sua corsa… era troppo veloce e non sentiva veramente come se stesse correndo, era come manovrare il personaggio di un videogioco tranne per il fatto che non lo vedeva dall’esterno.  Ho sempre fatto schifo a correre e col mio corpo a quest’ora mi sarei già stancata… è così strano… Ah, non è il momento di pensare a queste cose! Devo metterla in salvo, ma devo anche trovare un modo per uscire dal suo corpo… Come faccio?! Non so neanche come ci sono entrata! Almeno tenendo questo ritmo non dovrebbe potermi raggiungere… Pensò consolandosi, poi ci rifletté meglio. Ma… anche se io non soffro per lo sforzo fisico che sto facendo questo corpo lo subisce comunque… N-non è così rischio di distruggerlo?! Però se rallento quel tizio mi prenderà… Aiuto, che devo fare? Istintivamente stava per chiamare aiuto poi si trattenne e scosse la testa. No, devo cavarmela da sola! Già, io devo… io… devo… Si voltò per un secondo… quel Kizami era veramente molto veloce e per sua sfortuna sembrava anche abbastanza resistente. Non c’è la farò mai! Si disse agitata e cominciò a gridare.

-Shige-niiii! Yukiiii! Qualcuno mi aiuti, vi prego!-

 

-Ehm… Morishige, tutto a posto? Perché ci siamo fermati all’improvviso?- domandò Fukuroi nervoso.

-N… niente… è che mi è sembrato di sentire… No, non è niente…- rispose a bassa voce. E niente… devo proprio essere impazzito…

-Senti… Perché hai ucciso quelle persone?- gli domandò Fukuroi pur non sentendosi particolarmente a suo agio. Morishige non ebbe alcuna reazione, semplicemente continuò a camminare. -Sai, ci sono molti spiriti ostili in questo posto e non penso che appartenessero tutti a persone cattive quindi mi domandavo se non potesse essere questo posto a… come dire? Avvelenare le menti… mi chiedevo se anche tu non ti fossi ritrovato nella camera delle torture per questo. Potrebbe avere questo effetto anche sui vivi?- chiese preoccupato.

-Ti sembra una buona idea dare fastidio a qualcuno che potrebbe essere ostile nei tuoi confronti?- sospirò Morishige, ma non sembrava aggressivo, semplicemente poco in vena di chiacchiere.

-Per il momento non posso fare altro che affidarmi a te, è più che normale voler sapere perché hai fatto certe cose. Inoltre capire certe cose mi servirebbe anche per motivi personali…- nonostante la situazione, Fukuroi rispose con voce ferma e seria.

-Forse mi prenderai per pazzo, ma da quando sono qui mi sento come se ci fosse qualcun altro a prendere il controllo della mia mente… e anche del mio corpo…-

-Qualcun altro? Soffri di qualche forma di psicosi? Senti delle voci o qualcosa del genere?- domandò allarmato il ragazzo.

-No, non intendevo proprio questo… Beh, diciamo che le persone in situazioni di forte stress possono agire in modo deludente e decidere di scaricare il loro nervosismo in modo non proprio… non proprio accettabile da un punto di vista sociale… Quindi inizialmente pensavo che la sensazione che ci fosse qualcosa a prendere il sopravvento su di me fosse solo un tentativo di giustificarsi e forse lo è veramente… ma a spingermi a fare altro è stata una forza strana…-

-Senti, non sto più capendo!-

-Parlare di me con uno sconosciuto non è proprio una delle mie attività preferite… Tutto ciò che posso dirti per farla breve è che già una situazione simile mette a dura prova un essere umano, ma hai ragione… C’è qualcosa in questa scuola che a lungo andare avvelena viventi e non. Credo che ci voglia qualcosa per innescarla… uno stato d’animo particolarmente fragile o comunque negativo…- spiegò il ragazzo.

-Quindi… se per “spingerti a fare altro” intendevi gli omicidi, se ora non sei sotto l’influenza di questa forza non rappresenti alcun pericolo per noi…- concluse leggermente sollevato Fukuroi.

-E cosa ti suggerisce che non sono sotto l’influenza di questa forza…?- il sangue di Fukuroi sembrò gelarsi. Non c’era niente nel tono di Morishige che suggerisse che lo stava prendendo in giro. -Ma se lo fossi credi che ti porterei a spasso sulle spalle?- gli disse dopo una pausa Morishige, quel ragazzo era disarmante…

-Dobbiamo trovare Mitsuki e uscire di qui al più presto…- fu tutto ciò che Fukuroi riuscì a dire a quel punto. Stato d’animo fragile…  Ripensò Fukuroi. Normalmente non assocerei qualcosa di simile a Mitsuki però… Dobbiamo sbrigarci! Ultimamente mi sembrava davvero strana, inoltre questo bisogno di fare tutto da sola non mi piace per niente!

-Shige-niiii!- Morishige ebbe un sussulto e per poco Fukuroi rischiava di finire a terra. Non può essere… M-ma che sta combinando…?

-M-ma, è la voce di Mitsuki!- esclamò Fukuroi agitandosi. -Cosa le sta succedendo? Chi sta chiamando?! Morishige dobbiamo sbrigarci! Dai!- il ragazzo cominciò a muoversi rendendo l’equilibrio di quello che lo portava sempre più instabile.

-Smettila di muoverti così! L’unica cosa che otterrai è farci cadere entrambi!- sbottò il ragazzo cercando di non finire a terra.

-Dobbiamo sbrigarci!-

-Ma sta’ fermo almeno!-

-G-già… scusa…- Fukuroi si calmò e Morishige fu costretto ad aumentare il passo per evitare che il ragazzo ricominciasse ad agitarsi. Andando nella direzione da cui avevano sentito provenire la voce, sentirono un frenetico rumore di passi, talmente frenetico da risultare innaturale.

-Shige-nii!- esclamò sorpresa la fonte di tutto il frastuono mentre avanzava in rotta di collisione con i due ragazzi, fortunatamente si fermò poco prima di investirli.

-Mitsuki! Stai bene? Cosa ti è successo? Chi chiamavi prima?- superato lo spavento per il rischio di collisione, Fukuroi, preoccupato, cominciò a tempestarla di domande. Mitsuki era visibilmente confusa, puntò gli occhi verso Morishige come per chiedergli aiuto, ma lui fece il possibile per evitare il contatto visivo, lei abbassò lo guardo intristita.

Chi è questo ragazzo? Perché Shige-nii lo sta portando sulle spalle?! Che sia infortunato? Forse era uno di quei ragazzi nella stanza… non ricordo molto di quello che è successo nell’intervallo di tempo in cui sono stata raccolta da questa ragazza e messa nella tasca di Shige-nii. Ora come me la cavo? Non so nemmeno come si chiama questo ragazzo! Forse farei meglio a dire tutta la verità? Stava per dire qualcosa, ma provando di nuovo a guardare Morishige si sentì molto nervosa. N-non credo che per il momento sia una buona idea rivelarmi, eh? Devo trovare un modo per uscire da questo corpo al più presto! All’improvviso le gambe della ragazza cedettero e finì a terra.

-Mitsuki?!- Fukuroi si mosse rischiando di far perdere l’equilibrio a Morishige che a quel punto preferì mettersi in ginocchio di proposito per far scendere l’altro ragazzo. Riuscì a controllare un po’ l’atterraggio, ma fu comunque meno morbido del previsto.

Avevo ragione, ho sfruttato troppo questo corpo! Pensò preoccupata la ragazza. Poteva percepire che il battito cardiaco era troppo accelerato e tutto il corpo che la ospitava sembrava pulsare in modo tutt’altro che rassicurante. La ragazza cercò di prendere dei respiri profondi sperando di aiutare quel corpo in qualche modo. Inizialmente Fukuroi ebbe l’impulso di avvicinarsi il più possibile poi si fermò.

-Credo sia meglio lasciarle abbastanza spazio tranquillizzarsi mentre aspettiamo che il suo respiro si regolarizzi.-  rifletté preoccupato ad alta voce.

-Già…- sospirò Morishige. Ora che avevano ritrovato Mitsuki non c’era più tanta fretta, i due si scordarono degli altri pericoli presenti nella scuola e rimasero a sorvegliare la ragazza.

-G-grazie.- sussurrò lei. Era abbastanza sollevata dal fatto che anche Morishige sembrasse preoccuparsi di lei. Mi sento abbastanza in colpa ad aver dubitato di lui… è proprio una brava persona, anche se la resistenza non è proprio la sua dote migliore ha comunque trasportato questo ragazzo. Pensò un po’ divertita. In fondo sai essere anche tu di buona volontà se si tratta di aiutare gli altri, eh? Ne sono davvero felice…

-Mitsuki è una ragazza molto atletica.- disse Fukuroi interrompendo il silenzio.

-Si, l’ho notato.- deve esserlo per forza a giudicare dal fatto che riuscita a reggerti per delle ore probabilmente…

-Deve essersi spinta troppo oltre per ridursi in questo modo, hai visto come correva? Chissà chi o cosa stava affrontando?-

-In effetti non ho mai visto un essere umano correre in quel modo…- disse pensieroso Morishige.

-S-spero proprio che si riprenda…-

-Lo sta già facendo, guarda.- lo avvertì Morishige indicandogli la ragazza che si metteva seduta.

-Grazie al cielo!- esclamò sollevato e tentò di trascinarsi più vicino alla ragazza. -Ti sei ripresa? Ora respiri come si deve?!- le domandò allarmato.

-S-si… puoi stare tranquillo…- rispose la ragazza titubante.

-Hai idea dei rischi che hai corso? Ti sei spinta troppo oltre correndo in quel modo, non devi mai più fare una cosa del genere! Del resto non sembra che ce ne fosse ragione, a inseguirti non c’era nessuno!-

-O-ok, mi dispiace!- esclamò spaventata la ragazza. Praticamente l’ho quasi ammazzata! Scusami!

-Beh, almeno stai bene…- da una parte il ragazzo era sollevato, ma dall’altra non poteva non sentirsi un po’ a disagio. La mimica facciale della compagna e il modo di parlare non sembravano più i suoi.

-Comunque, tu saresti?- domandò lei perplessa.

-C-cosa…?- pronunciò a fatica Fukuroi mentre Morishige appariva sempre più sospettoso.

-Mi dispiace, ma proprio non ricordo nulla!- spiegò agitata.

Nelle storie di fantasmi la possessione è una cosa comune, inoltre ho sentito dire che le persone possedute possono dare prova di possedere una forza sovraumani… infondo ipotizzare che Mayu possa aver preso il suo posto non è così assurdo, non capisco perché dovrebbe essersi messa a chiamarmi in quel modo altrimenti. Ma perché? Si chiese angosciato e abbastanza controvoglia si voltò a guardarla. Lei lo fissava intensamente senza alcuna discrezione, sembrava molto concentrata. C’è l’avrà a morte con me? Si chiese interrompendo definitivamente il contatto visivo, ma anche il solo sapere che lo stava osservando gli faceva sentire un grosso peso sulla testa pronto a schiacciarlo… Certo che però potrebbe cercare di essere più discreta, si farà scoprire subito… Non è proprio adatta a spiare le persone…

Perché mi sta evitando, mi avrà riconosciuta? Non mi piace per niente questa situazione!

“Finiscila! È imbarazzante!”  Mayu si girò intorno cercando di capire la provenienza della voce.

M-ma… proveniva da dentro la mia testa? Anche se fino a quel momento non aveva mai provato dolore cominciò a sentire una pressione fortissima, come se improvvisamente si trovasse in uno spazio ristretto.

“È la mia testa, non la tua!” Si sentì rispondere dopo un po’.

“Eh?! Ah, sei tu?”

“Già e finché sei nel mio corpo piantala di osservare Morishige in quel modo! Potrebbe fraintendere! E non per criticare i tuoi gusti, ma… potresti anche evitare di pensarlo? Mi fai sentire in modo strano, come se piacesse a me! È una pessima sensazione, evita ti prego!”

“M-mi dispiace ora cerco di uscire…” Improvvisamente uscire da quel corpo sembrava molto facile, era come se la pressione la stessa spingendo via. Credo che un corpo non sia fatto per ospitare due coscienze attive. Ma qualcosa la vincolò nuovamente impedendole di andarsene.

“No! Ferma dove sei!”

“Cosa?”

“Prova a pizzicarmi…” Suggerì seria. Mayu si pizzicò il braccio mentre Fukuroi la guardava preoccupato.

-A-aspetta un attimo, dammi qualche minuto per riprendermi, ne parliamo dopo…- gli disse Mayu cercando di temporeggiare. Lui annuì incerto.

“Come pensavo. Forza, andiamo da Kizami!” La voce della ragazza era piuttosto decisa.

“Come scusa?!”

“Puoi usare il mio corpo per affrontare KIzami, in queste condizioni ce la possiamo fare. E come se tu mi facessi da cuscinetto, non sento dolore.”

“Ma ti rendi conto delle condizioni in cui ti ho ridotta prima? Sei impazzita?! E poi non credo di poter restare tanto a lungo nel tuo corpo se sei cosciente…”

“Fa un piccolo sforzo! E poi ti assicuro che mi sono riposata abbastanza… Questa è l’unica possibilità che ho di liberarmi di lui, te ne rendi conto? Fallo, me lo devi! Non ti preoccupare, di ucciderlo me ne occuperò io personalmente…”

“Aspetta! N-non pensi di doverne parlare con gli altri?”

“Sono un paraplegico e un ragazzo totalmente inaffidabile nemmeno tanto forte! Non sarebbero di alcuna utilità.”

“Ehi! Guarda che Shige-nii si è portato dietro quel ragazzo tutto il tempo! Dovresti rivalutarlo almeno un po’, non pensi?”

“Ne parleremo dopo! In ogni caso quei due non hanno possibilità e se voglio proteggere i miei compagni dobbiamo farlo, ti prego… se non lo facciamo ora quello potrà ucciderci tutti più tardi…” Di solito si dice che a spaventare è ciò che non si conosce, ma in quel caso Mitsuki era spaventata proprio perché sapeva cosa avrebbe provato se altri suoi compagni fossero morti e stando nello stesso corpo Mayu finì per essere contagiata dall’angoscia che opprimeva la sua ospite… deglutì e ci pensò un po’, ma alla fine si alzò.

-C-cosa stai...?- balbettò Fukuroi.

-Ehm… ci vediamo dopo, scusate!- e la ragazza tentò di scappare, ma si sentì afferrare il polso.

-Ferma! Che intenzioni hai?- le chiese una voce seria e composta… sorprendentemente si trattava Morishige.

Perché sei tanto sorpresa? Fukuroi non può stare in piedi da solo, chi altro doveva essere? Dai andiamo!” Mayu spinse all’indietro il ragazzo e corse via.

-Scusami! Ti prometto che dopo ti spiegherò tutto!- gridò velocemente la ragazza mentre si allontanava. “Ehm… non ti avevo detto di spingerlo, ma… ok…”

“Non sapevo che altro fare!”

“Oh no… stai ricominciando a pensarlo… Per favore almeno in questo momento tieni la mente sgombra!”

 

Forse non era nel corpo di Yamamoto per spiarmi o altro… credo che si fosse semplicemente cacciata nei guai… Rifletté il ragazzo. Avrei dovuto capirlo prima… devo recuperarla prima che finisca in altre situazioni spiacevoli!

-Morishige, sbrigati a raggiungerla o…- disse Fukuroi prima di accorgersi che il ragazzo le stava già correndo dietro… Comunque dovrebbe potersi rendere più utile di me… o almeno spero…

Ora che c’era completamente silenzio Fukuroi riuscì a sentire il rumore di dei passi in lontananza. Il ragazzo si mise in allarme inizialmente, poi si avvicinò di più al muro e si distese a pancia sotto sperando che chiunque fosse scambiandolo per uno dei tanti cadaveri che c’erano in quel luogo lo avrebbe ignorato. Ma quando lo sconosciuto arrivò nel corridoio finì per fermarsi proprio accanto a lui… Fukuroi continuò a rimanere fermo con la testa girata verso il muro. La persona vicino a lui respirava in modo strano, a giudicare dal suono sembrava aspirare molto forte col naso e a volte emetteva dei sibili acuti. Lo sconosciuto sembrò tornare indietro di qualche passo. Inizialmente Fukuroi si sentì più tranquillo, ma improvvisamente il suo corpo cominciò ad essere strascinato seguendo i passi di quella persona.

Mi starà tirando per i piedi! Ora cosa devo fare?!

Spaventato il ragazzo si girò leggermente in direzione della persona che lo strascinava, ma si accorse di essere stato molto più fortunato del previsto.

-Ohkawa?!- la figura ebbe un sussulto e si voltò di scatto verso di lui con le lacrime agli occhi… e un bel po’ di moccio al naso…

-Fukuroi! Allora sei vivo!- esclamò mollandogli le gambe. -Sono tornato a cercarvi, ma voi non c’eravate più! E-ero così spaventato e quando ti ho visto li contro il muro pensavo, p-pensavo che fossi morto anche tu! Io spero che sia tutto un incubo… ma mettendo che questo non sia un incubo noi dovremmo stare tutti insieme per sicurezza, non è vero? Non è vero?!- Fukuroi annuì sperando che il compagno si calmasse -Oh… sono felice di averti ritrovato tutto intero… Dov’è Mitsuki?! N-non, non mi dire che… che…- il ragazzo riprese velocemente a singhiozzare.

-No, no, è tutto a posto!- Forse… per ora!

-D-davvero? Allora dov’è?- chiese un po’ più speranzoso.

-Beh… è andata da quella parte…- risposte indicando la direzione.

-Oh… capisco…- disse piuttosto confuso.

-So di chiederti un grosso favore… ma mi potresti portare da lei? Ti prometto che se dovesse esserci qualcosa di pericoloso potrai lasciarmi lì.- Ohkawa annuì poi si grattò nervosamente la nuca.

-Scusa, ma come dovrei trasportarti fino a li?- domandò confuso.

-Purtroppo dovrai portarmi sulle spalle…- rispose rassegnato Fukuroi. Una volta uscito di qui dovrò sdebitarmi in un modo o nell’altro per tutte le seccature procurate…

Ohkawa se lo caricò senza troppi problemi e i due si incamminarono all’inseguimento di Mitsuki.

 

Morishige ormai ne era abbastanza sicuro… quella era minimo la terza volta che faceva quel corridoio!

Di nuovo… come ho potuto farmela sfuggire di nuovo!

Pensò dando una pedata al muro. Come se non bastasse, man mano che andava avanti sentiva la sua schiena farsi sempre più pesante.

Eppure non sto più trasportando Fukuroi…

Sentì qualcosa grattargli la testa, come delle piccole dita… poi una manina cominciò a pendolargli sulla fronte. Il ragazzo fece quasi un saltello per lo spavento.

-Allora, dove andiamo di bello?- domandò una voce allegra dietro di lui.

-Sachiko? Che ci fai sulla mia schiena?- Domandò trattenendo l’irritazione.

-Quei libri che mi hai dato sono così noiosi… così ho pensato di fare una pausa e venire a trovarti!- ridacchiò. -Mi spieghi cosa c’è che non va nella tua testaccia? Perché la stai seguendo? Mi era sembrato che la volessi evitare.- domandò con molta curiosità. Il ragazzo rimase in silenzio per un po’, Sachiko non capiva bene se ci stesse pensando o se proprio non avesse intenzione di risponderle…

-Non importa in questo momento, se si è cacciata nei guai e voglio intervenire, tutto qua…- le rispose il ragazzo, sentì la schiena che si faceva più pesante.

-Ma lei è già morta? Che problemi pensi possa avere? Perché dovresti accorrere in suo soccorso?!- Sachiko risultava un po’ perplessa, un po’ infastidita. Il ragazzo si appoggiò al muro per il troppo peso.

-…Da quando sei così pesante?- domandò esausto.

-Beh, sarà a causa del fastidio che mi procuri. Diventi proprio noioso quando c’è quella ragazzina in mezzo ai piedi.-

-Non mi risulta che tu abbia questa caratteristica.- rispose sospetto.

-No infatti. Ma quando ero in biblioteca ho letto un libro su alcune leggende.- sentendo Morishige sbuffare si fermò un attimo. -Se non vuoi che mi distragga, la prossima volta dammi dei libri più interessanti!- rise la piccola. -Comunque c’era una leggenda interessante su una donna, che in realtà è una nure-onna, ma gli sprovveduti che passano non lo sanno, che porta un fagotto in cui in teoria dovrebbe trovarsi un bambino, se qualcuno si offre di portarlo non succede nulla, ma se la persona che lo porta cerca di scoprirlo il fagotto diventa sempre più pesante, la vittima non riesce più a muoversi e viene ammazzata.-

-…E che c’entra? Non mi risulta di averti portato spontaneamente…- E tu non sei un fagotto…

-Già, ma mi piaceva l’idea di diventare più pesante e impedire alle persone di muoversi così ho pensato che sarebbe stato piuttosto facile da fare accumulando sensazioni negative, sai com’è… quando si parla di appesantire l’animo ecc? Beh, in questo caso è letterale!- ridacchiò aspettandosi dal ragazzo una risposta irritata, ma… -Scusa, perché non mi parli più?- domandò, alla fine a infastidirla era stato lui.

-Non ce la faccio… anche l’aria sembra essersi fatta più pesante… Dimmi la verità, stai di nuovo cercando di uccidermi?- disse sforzandosi.

-No… perché sono una persona paziente…-rispose sovrappensiero.

-Che c’entra?-

-Lasciamo perdere…-la bambina si intristì improvvisamente. Le tornarono in mente cose molto spiacevoli… -Però la tattica di questi mostri è efficace se ci pensi… chi mai farebbe male ad una madre con un bambino? in teoria nessuno… in teoria…- la voce della bambina si fece più grave e a Morishige l’aria cominciò a mancare del tutto. -Devo farti incontrare mia madre… Ricordo che quando ci si sposa si devono conoscere i rispettivi genitori, giusto?- il ragazzo perse i sensi… ansi, era durato più del previsto -Ah? Ti ho spaventato così tanto da provocarti uno svenimento?- sorrise divertita anche se non era così ingenua da pensare che il motivo dello svenimento fosse davvero quello. -Visto che devi rimanere qui, vado a chiamare mia madre. A dopo.-

 

 

Nota:

-la nure-onna è uno yokai dal viso di donna, ma col corpo di un enorme serpente. Solitamente sta immersa nelle pozze d’acqua e finge di annegare uccidendo il malcapitato che va in suo soccorso, ma in alcune varianti(in realtà ce ne sono anche altre…) si aggira portando con sé quello che sembra un bimbo in fasce e accade ciò che è spiegato da Sachiko. In alcuni racconti ha comportamenti simili anche la yuki-onna(donna delle nevi), solo che le braccia del soccorritore rimangono congelate appena questo tocca il bambino.





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