Oltre

di Crateide
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Prompt: doveva andarsene da lì prima che arrivassero altri lupi. Perché allora non riusciva a montare in sella?

Gruppo facebook: we are out for prompt.

 

 

 

 

 



 

 

 

 

Belle manteneva lo sguardo fisso di fronte a sé, verso il sottobosco atro che i veli della notte rendeva ancora più spaventoso e tetro.

Era consapevole del fatto che doveva andarsene da lì prima che arrivassero altri lupi, ma... perché allora non riusciva a montare in sella?

Strinse con forza le redini di Philippe e aggrottò la fronte, in un’espressione di pura mestizia.

Dietro di lei, lo sentiva ansimare, ferito e dolorante.

La Bestia.

Il suo carceriere.

Colui che non le aveva nemmeno permesso di dire addio a suo padre.

Avrebbe dovuto abbandonarlo lì, sanguinante, e fuggire il più lontano possibile, prima che si risvegliasse e la riportasse indietro con lui. O, peggio, la uccidesse.

“Ma lui mi ha salvato la vita...” pensò ad un tratto, “chi altri mai l’avrebbe fatto?”.

Belle si volse e, per un istante, incontrò gli occhi azzurri della Bestia velati dal gelo. Il respiro affannoso si condensava davanti alle sue zanne sporgenti, sollevandosi in aria in volute irregolari e sempre più frenetiche.

“Non posso abbandonarlo” disse a se stessa. “Anche se è una Bestia, non merita di morire. In fondo... sono in debito con lui!”.

La fanciulla gli si accostò lentamente, sciogliendo il mantello che le copriva le spalle. Una lacrima le rigò il viso e, in un gesto istintivo e delicato, carezzò il viso peloso della Bestia.
- Stia tranquillo – gli sussurrò – adesso la riporterò al castello e lì le curerò le ferite.

Perché avesse tutta quella premura, non sapeva spiegarselo. Forse era troppo buona o troppo ingenua, chissà. Ma ciò che veramente le importava in quel momento, era salvare la vita alla Bestia che aveva quasi sacrificato la sua per difenderla.

“Forse” si disse, mentre s’incamminava verso il castello, tenendo Philippe per le redini, “non è poi così malvagio come avevo immaginato”.

E persa in quei pensieri si ricordò di quella volta in cui, davanti ad una favola bellissima, ma dalla rilegatura tutta rovinata e consunta, pensò che i libri non andavano giudicati dalla copertina.

 

 

 






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